Città del Vaticano , 30 May, 2022 / 11:43 AM
"Soccorrere gli ultimi, i poveri, i malati: è questa la via più concreta per promuovere una maggiore fraternità. Infatti, pensando a tanti conflitti e a pericolosi estremismi, che mettono a repentaglio la sicurezza di tutti, si deve osservare che spesso il più grande fattore di rischio è rappresentato dalla povertà materiale, educativa, spirituale, che diventa terreno fertile per alimentare odio, rabbia, frustrazione e radicalismo". Lo ha detto Papa Francesco ricevendo questa mattina una Delegazione del B’nai B’rith International. Agenzia umanitaria ebraica.
"Viviamo in un’epoca in cui la pace è minacciata in molte parti del mondo- ha detto il Papa- prospettive particolariste e nazionaliste, sospinte da interessi egoistici e da avidità di guadagno, sembrano voler sempre più prendere il sopravvento. Ma ciò accresce il rischio che, alla fine, a perdere e venire calpestata sia solo la dignità umana. Per prevenire l’escalation del male, è importante fare memoria del passato, fare memoria delle guerre, fare memoria della Shoah, e di tante altre atrocità".
E di fronte a questo "le pagine sacre ci riportano al volto del fratello, alla “sfida del tu”. La fedeltà a quello che siamo, alla nostra umanità, si misura qui: si misura sulla fraternità, si misura sul volto dell’altro".
Ma la sfida, dice il Papa, è che "in ognuno di noi, in ogni tradizione religiosa, così come in ogni società umana, c’è sempre il rischio di covare rancori e alimentare contese contro gli altri, e di farlo in nome di principi assoluti e persino sacri. È la tentazione menzognera della violenza, è il male accovacciato alla porta del cuore. È l’inganno secondo cui con la violenza e con la guerra si risolvono le contese. Invece, la violenza genera sempre altra violenza, le armi producono morte e la guerra non è mai la soluzione ma un problema, una sconfitta".
Per spezzare il circolo della violenza, si deve lavorare insieme e "proteggere l’altro, ogni altro" e insieme "possiamo lavorare a favore degli ultimi, della pace, della giustizia, della tutela del creato".
E Papa Francesco conclude: "Sempre mi è stato a cuore promuovere e approfondire il dialogo ebraico-cattolico – già da ragazzino, perché a scuola avevo compagni ebrei –, un dialogo fatto di volti che si incontrano, di gesti concreti di fraternità. Andiamo avanti insieme, sulla base di valori spirituali condivisi, per difendere la dignità umana contro ogni violenza, per ricercare la pace".
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