Città del Vaticano , 16 May, 2022 / 12:30 AM
“La politica è incontro, riflessione, azione. La politica è anzitutto un’arte dell’incontro. Certamente, questo incontro si vive accogliendo l’altro e accettando la sua differenza, in un dialogo rispettoso. Come cristiani, tuttavia, c’è di più: poiché il Vangelo ci chiede di amare i nostri nemici, non posso accontentarmi di un dialogo superficiale e formale, come quei negoziati spesso ostili tra partiti politici. Siamo chiamati a vivere l’incontro politico come un incontro fraterno, soprattutto con coloro che sono meno d’accordo con noi; e ciò significa vedere in colui con cui dialoghiamo un vero fratello, un figlio amato di Dio”. Lo ha ribadito stamane il Papa ricevendo in udienza i membri della Fraternità Politica Chemin Neuf.
Per fare politica è necessario – ha spiegato Francesco – “un cambiamento di sguardo sull’altro, un accogliere e rispettare senza condizioni la sua persona. Se tale cambiamento del cuore non avviene, la politica rischia di trasformarsi in un confronto spesso violento per far trionfare le proprie idee, in una ricerca di interessi particolari piuttosto che del bene comune, contro il principio che l’unità prevale sul conflitto”.
Secondo la visione cristiana – ha aggiunto il Papa – “la politica è anche riflessione, cioè formulazione di un progetto comune. Come cristiani, comprendiamo che la politica, oltre che attraverso l’incontro, si porta avanti con una riflessione comune, alla ricerca di questo bene generale, e non semplicemente con il confronto degli interessi contrastanti e spesso opposti. Il tutto è superiore alla parte”.
Tutto ciò è possibile usando il Vangelo come bussola, “che apporta al mondo una visione profondamente positiva dell’uomo amato da Dio. Infine, la politica è anche azione. Come cristiani, abbiamo bisogno di confrontare sempre le nostre idee con lo spessore del reale, se non vogliamo costruire sulla sabbia che prima o poi finisce per cedere. Non dimentichiamo che la realtà è più importante dell’idea, non si può fare politica con l’ideologia”.
“Non è possibile la vita cristiana – ha concluso il Pontefice - senza lo stupore. Lo stupore è quello che mi fa sentire che sono in Gesù, con Gesù. Lo stupore di vedere la grandezza del Signore, la grandezza della sua Persona, la grandezza del suo programma, di sentire la grandezza delle Beatitudini come programma di vita. E poi memoria, speranza, stupore. Il passato, il futuro e il presente: non c’è futuro senza il presente, e non c’è speranza senza lo stupore”.
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