Città del Vaticano , 25 March, 2022 / 1:15 PM
“In considerazione del rallentamento della pandemia, seppur con velocità diverse nelle singole Nazioni, non intendiamo offrire altre linee guida per le celebrazioni della Settimana Santa: l’esperienza che le Conferenze Episcopali hanno maturato in questi anni è certamente in grado di affrontare le diverse situazioni nel modo più conveniente, sempre avendo cura di osservare le norme rituali contenute nei libri liturgici”. Lo afferma una nota della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti rivolta ai vescovi e alle Conferenze episcopali in vista della prossima Settimana Santa.
“Ci permettiamo solo – scrive il Prefetto, l’Arcivescovo Roche - di rivolgere a tutti un invito alla prudenza, evitando gesti e comportamenti che potrebbero potenzialmente essere rischiosi. Ogni valutazione e decisione venga sempre presa di concerto con la Conferenza Episcopale, che terrà in debita considerazione le normative che le competenti autorità civili disporranno nei diversi Paesi”.
“In questi giorni più volte il Santo Padre – prosegue la nota - ci ha invitato a pregare chiedendo a Dio il dono della pace per l’Ucraina, perché venga a cessare questa guerra ripugnante. Insieme all’Ucraina vogliamo ricordare anche tutti gli altri conflitti, purtroppo sempre numerosi, in molti paesi del mondo” pertanto “nella celebrazione della Passione del Signore del Venerdì Santo, la liturgia ci invita ad innalzare a Dio la nostra supplica per la Chiesa e per il mondo intero. Nella preghiera universale invocheremo il Signore per i governanti perché illumini la loro mente e il loro cuore a cercare il bene comune nella vera libertà e nella vera pace, e per quanti sono nella prova perché tutti sperimentino la gioia di aver trovato il soccorso della misericordia del Signore”.
“Fin da subito – conclude l’Arcivescovo Roche - facciamo nostra questa preghiera per tutti i fratelli e le sorelle che vivono l’atrocità della guerra, in particolare in Ucraina. Ricordiamo che in caso di grave necessità pubblica, il vescovo diocesano può permettere o stabilire che si aggiunga un’intenzione speciale”.
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