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Le chiese ucraine a Roma, storia e arte contemporanea nel rispetto della tradizione

E’ una chiesa monastica quella dei santi Sergio e Bacco che oggi accoglie parte degli ucraini a Roma. Nel cuore della vecchia Roma, al Rione Monti, affaccia su una piazza famosa per i ristoranti. La sua è una origine che risale al IX secolo con i primi monaci e la gente del popolo la chiamava “Serio e Baco”.

Come ricorda Mariano Armellini nel suo mitologico libro sulle chiese di Roma  

“fino dal secolo IX viene ricordata la Ecclesia ss. Sergii in Suburra, alla quale era annesso un monastero detto Canelicum. Nel 1413 ai monaci era sostituito un arciprete con alcuni chierici.(…)Presso la chiesa eravi l'ospedale degli albanesi. Ecco come il Bruzio parla di questa chiesa medesima: "Fu rifatta dopo che venne distrutta quella del Campidoglio, e dal card. Antonio Barberini, cappuccino e fratello di Urbano VIII, di nuovo risarcita essendo fatiscente. Quel papa l'affidò ai Ruteni basiliani che hanno liturgia greca ma in lingua dalmatica. È assai antica e fu parrocchiale. Nel 1741 venne riedificata a spese di alcuni fedeli divoti della imagine della Madonna che  si venera sull'altar maggiore della chiesa. Quella sacra imagine copiata da quella di Zirowich in Lituania, si scoperse verso il 1718 sotto l'intonaco del muro contiguo alla sagrestia: di là fu tolta d'ordine di Clemente XI e nell'anno seguente collocata dove hoggi si vede: in tale occasione la chiesa fu incominciata a chiamare lMadonna del Pascolo. L'anno 1622 da Gregorio XV fu affidata ai padri Minimi di s. Francesco di Paola che l'abbandonarono allorché passarono alla loro chiesa presso s. Pietro in Vincoli”.

Per leggere la storia più recente è bene affidarsi alla pagina web della attuale parrocchia ucraina: Negli anni ’30 del 1600 i metropoliti Josyf Veliamyn Rutsky e Rafajil Korsak si prodigarono per istituire a Roma la sede dei procuratori della Chiesa di Kyiv unita (greco-cattolica). Il 25 giugno 1640 nel Palazzo Apostolico al Quirinale ebbe luogo l’incontro a cui parteciparono il Santo Padre Urbano VIII (6 agosto 1623 - 29 giugno 1644) e undici cardinali. Durante quell’incontro, fu annunciato il decreto secondo il quale la Chiesa dei Santi Martiri Sergio e Bacco di Roma, insieme agli edifici ad essa annessi, veniva concessa ai ruteni uniti.

A metà del 1800 il governo zarista russo cercò di appropriarsi della chiesa dei Santi Sergio e Bacco e degli edifici ad essa annessi, sostenendo che la proprietà "apparteneva all'ordine basiliano che si trovava sul territorio russo". Ma la Congregazione di Propaganda Fide dimostrò che l’edificio e la chiesa appartenevano alla Sede Apostolica nominando, in qualità di amministratori, sacerdoti italiani che le gestivano dal 1830 al 1897.

Infine l’ 8 settembre 1970, secondo la richiesta del Cardinale Slipyi, il Vicario di Sua Santità ha creato a Roma la Parrocchia personale per ucraini cattolici di rito bizantino che abitano sul territorio della Diocesi di Roma. La Parrocchia ss. Sergio e Bacco degli ucraini è stata riconosciuta dallo Stato Italiano nel 1976 e da quel anno Vicario di Sua Santità nomina per la chiesa dei ss. Serio e Bacco il Parroco e dal 2000 anche il Vicario Parrocchiale.

Ma Roma ha un altro importante centro di riferimento per gli ucraini cattolici di rito orientale. 

E’ la basilica di Santa Sofia a Boccea. Periferia nord di Roma, un “luogo sussidiario di culto” della parrocchia di Santa Maria della presentazione.

É un edificio moderno ma in stile orientale voluto con forza dall'arcieparca Josyp Slipyj nel febbraio del 1963, subito dopo il suo ritorno dalla prigionia in un gulag siberiano. Inizia così la raccolta di fondi per costruire a Roma una chiesa per la comunità della Chiesa greco-cattolica ucraina.

Oggi la comunità ha uno sguardo internazionale, Nel 1985 papa Giovanni Paolo II le assegnò il titolo cardinalizio di "Santa Sofia a Via Boccea". Il primo titolare fu Myroslav Ivan Ljubačivs'kyj e il secondo Ljubomyr Huzar.

Una chiesa a cinque cupole in stile neo bizantino completamente coperta all’interno di mosaici d’oro e  il più importante è il mosaico della Divina Sapienza e della Santa Eucaristia. Sopra la sedia del celebrante vi è lo stemma del cardinale Josyp Slipyj con il motto per aspera ad astra.

Annessa alla basilica c’è un centro di attività pastorali molto vivace. 

Visitare le due chiese romane in questi giorni è una ottima occasione per conoscere meglio anche la presenza degli ucraini in Italia. 

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