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Carisma e creatività. Come conservare il patrimonio culturale della vita consacrata?

E' stato presentato presso la Sala Stampa della Santa Sede il congresso internazionale “Carisma e creatività. Catalogazione, gestione e progetti innovativi per il patrimonio culturale delle comunità di vita consacrata”. Ad organizzarlo la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica e il Pontificio Consiglio della Cultura. Il convegno avrà luogo il 4-5 Maggio 2022.

Il convegno è stato organizzato assieme all’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della Conferenza Episcopale Italiana, al Dipartimento dei Beni Culturali della Chiesa – Facoltà di Storia e Beni Culturali della Chiesa della Pontificia Università Gregoriana, al Dipartimento di Architettura dell’Università di Bologna, con la collaborazione dell’Unione Internazionale delle Superiore Generali (UISG), dell’Unione dei Superiori Generali (USG) e del Segretariato Assistenza Monache.

Preparato con una call for papers rivolta agli stessi istituti di vita consacrata maschili e femminili e ai docenti e ricercatori, gli organizzatori "hanno inteso raccogliere ricerche e progetti stimolanti e buone pratiche in ordine alla tutela, conservazione, fruizione e riuso dei beni culturali di proprietà di detti istituti: beni architettonici e artistici, archivi e biblioteche, beni immateriali".

I contributi sono stati raccolti attorno a quattro tematiche, che costituiranno altrettante sessioni delle due giornate di studio: quadri di comprensione teorica, catalogazione, gestione, riuso. "Moltissimi i contributi giunti da tutto il mondo – con ovvia prevalenza dell’Europa e dell’Italia, dove si concentra il maggior numero delle case generalizie – di cui solo quindici saranno presentati durante il convegno; altrettanti compariranno negli atti. Contemporaneamente al lancio del convegno, è stato distribuito un questionario a tutti gli istituti sull’attenzione da essi riservata ai beni culturali, di cui si darà conto nel convegno", riporta una nota ufficiale.

"Siamo altrettanto consapevoli della necessità di allargare l’orizzonte per considerare insieme al patrimonio naturale, anche quello storico, artistico e culturale, che è ugualmente minacciato, come ha evidenziato il Papa nell’Enciclica Laudato si’ parlando dell’ecologia culturale. Gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica sono stati e continuano ad essere grandi promotori dell’arte e della cultura al servizio della fede, custodi di una parte importantissima del patrimonio della Chiesa e dell’umanità: patrimonio costituito dagli archivi, dai libri, dalle opere artistiche e liturgiche, dagli stessi immobili. Tutte ricchezze che dicono un modo di concepire l’esistenza, raccontano la storia del territorio, parlano dei rapporti umani, della speranza davanti al dolore, del senso dell’eternità e della felicità. Ricchezze, e, prima ancora doni, da custodire e da condividere", commenta presso la Sala Stampa della Santa Sede il Cardinale João Braz de Aviz, Prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica.

Anche il Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura presenta l'evento in Sala Stampa della Santa Sede. "Si è pensato anche di allargare il discorso non solo alle chiese, ma anche agli istituti della vita consacrata. L'orizzonte per costruire questo convegno è grande, sono già 82 gli interventi che verranno proposti da tutti i contenuti. Il patrimonio è imponente, è enorme, straordinario, beni, immobili, biblioteche tutto quanto si può mettere sotto beni culturali, ma si sono assottigliate sempre di più i religiosi, i gestori se vogliamo dire. Sono calate del 57 per cento le presenze. Questi beni hanno un valore non solo economico. Poi ricordiamo la catalogazione, chi ha gestito come me la catalogazione sa bene che deve essere sofisticata per evitare conseguenze", commenta il Cardinale.

Questo convegno è stato indetto "per aumentare l’attenzione delle Comunità di vita consacrata e le Società di vita apostolica ai beni culturali che a nome della Chiesa essi gestiscono e perché tali beni, da oggetto di cura e tutela, possano diventare anche materia di progettazione pastorale e culturale, ossia nuova occasione di creatività secondo il particolare carisma".

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