Roma, 01 January, 2022 / 10:00 AM
In questi giorni stiamo registrando dati preoccupanti sul contagio da Covid 19. Un virus che è tornato a colpire nuovamente il presidente della Cei, il card. Gualtiero Bassetti, che lo scorso anno è stato ricoverato per alcune settimane a causa di questa infezione.
Dal suo isolamento in arcivescovado il cardinale ha voluto scrivere alla sua diocesi, quella di Perugia-Città della Pieve, evidenziando che “ancora una volta, se pure in forma più lieve, il Signore ha voluto che, durante queste Feste, condividessi il disagio di tutti coloro che stanno soffrendo, colpiti dal Covid 19”. Nella sua riflessione parte dal “cuore” del Natale: “la nascita di Gesù in una grotta. Da millenni – scrive - l’uomo porta in sé l’immagine della grotta, del rifugio scavato nella roccia, del tepore della terra nascosta: pensiamo alle grotte di Greccio, della Verna, delle Celle di Cortona. La grotta è il simbolo delle origini, della nascita e della rinascita”.
E gli aumenti costanti e galoppanti di questi giorni hanno portato la Conferenza Episcopale Italiana a cancellare la tradizionale Marcia Nazionale della Pace di fine anno, che si sarebbe dovuta svolgere ieri sera a Savona. “L'aumento esponenziale dei contagi di Covid-19 in questi ultimi giorni e le ulteriori misure urgenti per il contenimento dell'epidemia previste dal decreto-legge 24 dicembre 2021 ci hanno portato a decidere per l'annullamento di un evento che normalmente richiama centinaia di persone e che avrebbe potuto causare assembramenti”, ha comunicato la Cei. Al posto della Marcia una veglia con testimonianze e la messa che ha visto concelebrare, insieme al vescovo di Savona-Noli, Calogero Marino, il vescovo emerito di Ivrea, Luigi Bettazzi, (98 anni, protagonista di tutte le Marce della pace svoltesi finora), il vescovo Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi, il vescovo Luigi Renna, presidente della commissione episcopale per i Problemi sociali e lavoro giustizia e pace della Cei, e l’arcivescovo di Genova, Marco Tasca. Alla fine della Messa, una raccolta fondi per il progetto diocesano “La Scuola che sogniAMO”, ideato dalla Caritas diocesana, dall’Ufficio missioni e Migrantes e dall’Ufficio scolastico per aiutare l’integrazione dei giovani di origine straniera nel tessuto sociale e della scuola. A tutti i partecipanti uno zainetto con il logo della Giornata, un libretto con testi utili, la rivista “Mosaico di pace”, il depliant del progetto da sostenere e una sorpresa tipicamente savonese.
Anche la diocesi di Faenza-Modigliana ha deciso l’annullamento della Marcia cittadina per l’emergenza sanitaria prevista per oggi, 1° gennaio in occasione della 55esima Giornata mondiale della Pace. La diocesi però conferma la Celebrazione Eucaristica alle 18 in Cattedrale, presieduta dal vescovo Mario Toso mentre a Lucca l’arcivescovo Paolo Giulietti, oggi celebrerà la Messa per la pace nel duomo di Castelnuovo alle 11 e poi alle 19 a Viareggio nella chiesa di Santa Rita. A Lucca la messa è fissata in cattedrale alle 17. E qui torna anche la tradizionale Marcia della pace, promossa dalla Consulta delle Aggregazioni Laicali, dalla Comunità di Sant’Egidio, e dalla Chiesa per far giungere il loro sostegno alle parole del Papa e alla sua sollecitudine per la pace nel mondo. Una marcia in forma ridotta, senza canti, e nel rigoroso rispetto delle norme anticovid.
A Torino, mercoledì, con la preghiera nella chiesa del Santo Volto, sono iniziate le giornate torinesi dei giovani promosse dalla Pastorale giovanile insieme con la Comunità di Taizé. Il pellegrinaggio vero e proprio, con la partecipazione di migliaia di giovani europei, sarà dal 7 al 10 luglio 2022, ma in questi giorni i Frères della Comunità ecumenica sono a Torino per guidare la preghiera e animare i workshop su temi spirituali e sociali. Vista la situazione della pandemia non viene celebrata la tradizionale Marcia della pace a cura del Sermig. Il raduno dei giovani con l’arcivescovo Cesare Nosiglia e i Frères di Taizé si è svolta ieri sera presso la parrocchia di N.S. della Pace in corso Giulio Cesare.
Quello della pandemia sta comunque condizionando molto le iniziative di questi giorni nelle varie celebrazioni diocesane. La Cei, attraverso Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali, ha ricordato che la certificazione non è richiesta per partecipare alle celebrazioni osservando quanto previsto dal Protocollo Cei-Governo del 7 maggio 2020, integrato con le successive indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico: mascherine; distanziamento tra i banchi; comunione solo nella mano; niente scambio della pace con la stretta di mano; acquasantiere vuote. “Siamo in una fase in cui le previsioni scientifiche sul futuro della pandemia sembrano diventate incerte”, scrive il vescovo di Locri-Gerace, Francesco Oliva ai sacerdoti: è “ un momento difficile e complesso, un tempo di prova, che ci fa prendere coscienza delle nostre fragilità. Come padri e pastori siamo chiamati a non far mancare ai fedeli gli aiuti spirituali necessari, l’accompagnamento ed il sostegno dell’Eucaristia. Restiamo accanto alla nostra gente, condividendone le sofferenze e preoccupazioni, senza chiuderci nel nostro individualismo. A volte il buio sembra avere il sopravvento, ma il nostro orizzonte non sono le tenebre, l’incertezza e la paura, quanto una Luce che viene dall’alto ad illuminare il nostro cammino”.
Il presule chiede che “siano uniti gli sforzi per uscire dalla pandemia e chiede di pregare per quanti sono sofferenti, per i sacerdoti che hanno contratto il virus e si trovano in quarantena o in isolamento, per i medici e per tutto il personale sanitario che generosamente è impegnato nella cura degli ammalati”. E poi l’invito a quanti non l’hanno ancora fatto di vaccinarsi.
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