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Santa Caterina Labouré e le apparizioni della Vergine

18 Luglio 1830, Parigi. Sono le undici e trenta di notte. Suor Caterina Labouré delle Figlie della Carità - la Compagnia di suore fondata nel 1798 da San Vincenzo de Paoli - si sente chiamare per nome. E’ un misterioso bambino - ai piedi del letto - che la invita ad alzarsi: “La Santa Vergine ti attende”, così le dice. Caterina si veste, segue il bambino fino alla cappella del convento delle Figlie della Carità. Siamo in rue du Bac, in pieno centro della città.

Arrivati alla cappella, Caterina si ferma vicino alla sedia dove abitualmente si siede il sacerdote per le confessioni. Ed è allora che sente il fruscio di una veste di seta.  La sua piccola guida le preannuncia: “Ecco la Santa Vergine”. E Maria, la Madre di Gesù, miracolosamente appare seduta sulla sedia del sacerdote. Scriverà la Labouré: “Allora, ho fatto un balzo per avvicinarmi a lei, e mi sono messa in ginocchio sui gradini dell’altare, con le mani appoggiate sulle ginocchia di Maria. Il momento, che ho passato così, è stato il più dolce di tutta la mia vita. E’ impossibile dire ciò che ho provato”. Caterina, nel dialogo con la Vergine, riceverà la richiesta di fondare una Confraternita di Figlie di Maria che nascerà, poi, nel febbraio del 1840. Questa è la prima apparizione della Vergine Maria a santa Caterina Labouré  . 

Dopo questo intenso incontro, ce ne sarà un altro. E’ il 27 Novembre 1830. Alle cinque e trenta del pomeriggio,  durante la meditazione, Caterina vede nel posto dove attualmente è situata la statua della Santa Vergine del Globo nella famosa cappella di rue de Bac, due tableaux vivants che si presentano ai suoi occhi in una sorta dissolvenza incrociata. Nel primo “quadro”, la Santa Vergine è in piedi sul mondo e tiene tra le mani un piccolo globo dorato.

I piedi di Maria schiacciano un serpente. Dalle sue mani fuoriescono dei raggi luminosissimi: “Questi raggi sono il simbolo delle grazie che Maria ottiene per gli uomini”, questa è la voce “fuori campo” che la sorella francese ascolta in quel momento. Poi, si forma un ovale attorno all’apparizione e Caterina vede scriversi in questo, a semicerchio, la famosa invocazione che rimarrà nella storia, per sempre: “O Maria concepita senza peccato prega per noi che ricorriamo a Te”.

Sono parole scritte in oro. Subito dopo la medaglia si gira e Caterina ne vede il rovescio: in alto vi è una croce sormontata dalla lettera “M” di Maria; in basso, vi sono due cuori, l'uno incoronato di spine, l’altro trapassato da una spada. La Vergine, allora, esorta Caterina con queste parole: “Fai coniare una medaglia, secondo questo modello. Coloro che la porteranno con fede riceveranno grandi grazie”. 

Dopo un mese da questo evento, nel dicembre del 1830, durante la meditazione, Caterina sente di nuovo un fruscio di vesti. Questa volta il suono proviene da dietro l’altare. Lo stesso quadro della medaglia si presenta vicino al tabernacolo: “Questi raggi sono il simbolo delle grazie che la Santa Vergine ottiene per le persone che gliele chiedono. Non mi vedrai mai più”. Sarà questa l’ultima apparizione della Vergine alla Labouré.

Caterina riferisce tutti questi eventi al suo confessore, Padre Aladel. Lo choc è forte. Il sacerdote - in un primo momento - non le crede. Così, il 30 Gennaio del 1831, viene allontanata dal convento della centrale rue de Bac per essere ospitata nell’ospizio di Enghien, fondato dalla famiglia d’Orléans, nella periferia di Parigi. Qui servirà - nell’assoluto anonimato -  i poveri per ben quarantasei anni.

Questo, il racconto delle tre apparizioni a Santa Caterina Labouré. Sicuramente, la più importante fu quella del 27 novembre 1830, affidando alla sorella francese  il compito di far coniare la famosa Medaglia miracolosa. Solo due anni dopo, però, avverrà il compimento del desiderio della Vergine.  

La medaglia verrà distribuita in uno dei momenti più delicati della storia della città francese:                    nel febbraio 1832 scoppia, infatti, a Parigi una terribile epidemia di colera che provocherà più di ventimila vittime. In giugno dello stesso anno, le Figlie della Carità cominciarono, allora, a distribuire le prime duemila medaglie, fatte coniare da Padre Aladel, il confessore di santa Caterina.                          

Le guarigioni si moltiplicano, così come le conversioni alla fede cattolica. Fu un avvenimento straordinario. E fu proprio in quell’occasione che il popolo parigino denominò la medaglia “miracolosa”. La Medaglia si diffuse rapidamente e in grandi numeri: nell’autunno del 1834 erano state già coniate ben cinquecentomila esemplari. Nel 1835, nel mondo intero ce n'erano già più di un milione per - poi - arrivare, nel 1839, a più di dieci milioni. Alla morte di suor Caterina, nel 1876, più di un miliardo di medaglie erano nelle mani dei fedeli.

Quando il corpo della santa francese fu esumato, le mani che avevano toccato la Madonna e gli occhi che l'avevano veduta, apparvero straordinariamente intatti. Fu beatificata da Papa Pio XI il 28 maggio 1933 e canonizzata da Papa Pio XII il 27 luglio 1947. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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