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Un servizio di EWTN News

Kominek, il cardinale della riconciliazione tra polacchi e tedeschi

Vedere in una vetrina nei Musei Vaticani una copia del Mein kampf di Adolf Hitler è decisamente inaspettato. Ma è da lì, dalla sciagurata realtà del nazismo che nasce una storia che, attraverso la guerra, la devastazione e l’abominio, arriva alla riconciliazione e oggi all’unione del continente Europeo. Tra gli strumenti della storia un cardinale e una lettera.  Il cardinale è Bolesław Kominek, polacco, vescovo al Concilio Vaticano II promotore della lettera dei vescovi polacchi che, proprio dopo il Concilio, aprì una nuova strada anche verso l’unificazione europea.

Poche righe non bastano a raccontare una storia che inizia nel 1903 a Wodzisław Śląski, e   che fino al 1974 segna la vita dell’ Europa.

Per questo Breslavia, la città dove il cardinale ha terminato la sua vita terrena, a cinquant’anni da quel gesto incredibile che fu la lettera “ Perdoniamo e chiediamo perdono”  ha deciso di dedicare al cardinale una mostra che ora è arrivata anche ai Musei Vaticani.

Breslavia, la città che da tedesca diventò polacca durante le tragiche spartizioni del dopo guerra diventa nel 2016 Capitale Europea della cultura e a questo Padre dell’ Europa sconosciuto ai più ha dedicato soprattutto la possibilità di essere conosciuto.

Tutto parte da Breslavia. Gli abitanti di prima della guerra, nella maggior parte tedeschi, vengono espulsi, e al loro posto arrivanoi polacchi giunti da varie parti del Paese, sfollati provenienti dagli ex territori della Polonia orientale, ceduti all'Unione Sovietica.

Una situazione che divenne sempre più esplosiva e nel 1965, alla fine del Concilio il metropolita di Wrocław,  Bolesław Kominek pensa ad una riconciliazione profonda tra popoli che la guerra aveva devastato.

Fu l’inizio di un processo di purificazione, non facile, ma necessario, che attraverso tappe politiche ed ecclesiali arrivò alla elezione di un vescovo polacco al Soglio di Pietro, e via via alla riunificazione dell’ Europa

La Lettera dei vescovi polacchi ai vescovi tedeschi, “Perdoniamo e chiediamo perdono” fu pubblicata il 18 novembre 1965. Tra i firmatari anche Karol Wojtyła, arcivescovo di Cracovia e padre conciliare. Cinque anni dopo, Willy Brandt firmava Varsavia il trattato tra la Repubblica Federale Tedesca e la Polonia. Venticinque anni dopo la fine del conflitto bellico, la Germania riconobbe la frontiera occidentale della Polonia. Nel 2004 la Polonia, insieme ad altri 9 paesi ex-comunisti, fa il suo ingresso nell’Unione europea.

La mostra, allestita all’interno dei Musei Vaticani fino al 7 dicembre, parte dagli anni bui del nazismo. L’ombra di Hitler, gli anni del nazismo e della Guerra Mondiale, e poi l’ombra di Stalin, il comunismo, la dittatura che voleva rendere ateo il mondo, infine la strada verso la riconciliazione, tra il 1956 e il 1974, anno della morte del cardinale.

É qui che Mein Kampf entra in scena con le citazioni sugli “slavi”, come li chiamava Hitler e con i progetti del nazismo per le nazioni dell'Europa dell'Est. Tra i testi anche un fac-simile delle clausole segrete del patto Ribbentrop-Mołotow che ricorda al visitatore la ripartizione polacca "tra fratelli".

La vita di Bolesław Kominek si intreccia con la storia dell’ Europa, la vita di Kominek mostra il contesto della situazione della Chiesa polacca in questo periodo.

Poi il secondo atto: Stalin che durante la Conferenza di Potsdam, traccia il nuovo confine orientale della Germania, “un colpo di matita che ha deciso il destino di milioni di persone”. La popolazione tedesca costretta a lasciare le aree diventate polacche, mentre i polacchi hanno dovuto lasciare i territori concessi a varie repubbliche sovietiche.  “Il modo di parlare non può essere nazionalista, ma deve essere europeo nel senso più profondo del termine. L'Europa è il futuro - i nazionalismi sono cosa passata." Scriveva Bolesław Kominek nel 1965.

Arriva la lettera, facsimili delle pagine originali, la fredda risposta dei vescovi tedeschi al messaggio di Kominek. E anche la prima difficile reazione della società polacca, la reazione delle autorità e del Partito Comunista, che organizzò la persecuzione dei vescovi.

E Kominek che sotto costante sorveglianza da parte degli agenti della polizia segreta prosegue la sua missione. Gli eventi si susseguono: nasce il circolo di intellettuali cattolici tedeschi, chiamato Bensberger Kreis, avviene un cambiamento di atteggiamento da parte dei cattolici tedeschi nei confronti della Polonia, c’è Willy Brandt inginocchiato davanti al Monumento agli Eroi del ghetto di Varsavia, si firma l'Accordo tra la Repubblica Federale di Germania e la Repubblica Popolare di Polonia sulle basi per la normalizzazione dei loro rapporti, Giovanni Paolo II diventa Papa, la Germania Ovest esprime la sua solidarietà ai polacchi dopo l'istituzione della legge marziale in Polonia, arriva la dichiarazione congiunta dei cattolici tedeschi e polacchi del 1989, la visita del cancelliere Helmut Kohl in Polonia e la Messa di riconciliazione a Krzyżowa alla presenza del Cancelliere Kohl e del primo ministro polacco, il cattolico Tadeusz Mazowiecki, e poi un trattato tra la RFT e la Repubblica di Polonia del 14 novembre 1990, che riconosce il confine occidentale polacco, il trattato di buon vicinato e cooperazione amichevole tra la RFT e la Polonia nel 1991, l'adesione della Polonia all'Unione europea nel 2004.

Una successione di eventi che si possono rivivere o conoscere per la prima volta. E per approfondire queste pagine di storia un ottimo catalogo con saggi e immagini e una ricca bibliografia. L’Europa unita è nata così.

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