Atene, 05 December, 2021 / 4:12 PM
“Chiediamo la grazia di credere che con Dio le cose cambiano, che Lui guarisce le nostre paure, risana le nostre ferite, trasforma i luoghi aridi in sorgenti d’acqua. Chiediamo la grazia della speranza. Perché è la speranza che rianima la fede e riaccende la carità. Perché è di speranza che i deserti del mondo sono assetati oggi”.
Papa Francesco conclude così la omelia della messa celebrata ad Atene per la seconda Domenica di Avvento nella Megaron Concert Hall, l’ auditorium della capitale greca.
Commentando le letture del giorno il Papa dice: “Dio sorprende, le sue scelte sorprendono: non rientrano nelle previsioni umane, non seguono la potenza e la grandezza che l’uomo abitualmente gli associa” e “essere colti e famosi non è una garanzia per piacere a Dio; anzi, potrebbe indurre a insuperbirsi e a respingerlo. Serve invece essere poveri dentro, come povero è il deserto”.
Il deserto e la conversione, le due parole di oggi. “Parlare di conversione può suscitare tristezza- dice il Papa- ci sembra difficile da conciliare con il Vangelo della gioia” Ma la conversione non è uno sforzo morale basato sulle nostre forze. Invece la conversione è “pensare oltre, cioè andare oltre il modo abituale di pensare, al di là dei nostri soliti schemi mentali” e allontanarsi “dall’idea che i deserti della vita siano luoghi di morte e non della presenza di Dio”. Quindi convertirsi “significa non dare ascolto a ciò che affossa la speranza, a chi ripete che nella vita non cambierà mai nulla. È rifiutare di credere che siamo destinati ad affondare nelle sabbie mobili della mediocrità.
È non arrendersi ai fantasmi interiori, che si presentano soprattutto nei momenti di prova per scoraggiarci e dirci che non ce la faremo, che tutto va male e che diventare santi non fa per noi. Non è così, perché c’è Dio. Bisogna fidarsi di Lui, perché è Lui il nostro oltre, la nostra forza. Tutto cambia se si lascia a Lui il primo posto” e “ci visita nelle situazioni difficili, nei nostri vuoti che gli lasciano spazio, nei nostri deserti esistenziali” perché “non c’è dunque luogo che Dio non voglia visitare”. Allora dice il Papa “non temete nemmeno le aridità, perché non le teme Dio, che lì viene a visitarci”.
Aggiornato alle 16.53
Al termine della messa il Papa ha ringraziato per la visita ed ha aggiunto: “ per noi cristiani il ringraziamento è inscritto nel cuore della fede e della vita. Che lo Spirito Santo possa fare di tutto il nostro essere e agire un’Eucaristia, un rendimento di grazie a Dio e un dono d’amore ai fratelli”.
L’arcivescovo di Atene Theodoros Kontidis, S.I. ha ringraziato il Papa dicendo: “la Sua presenza ci fa sentire e riconoscere che siamo uniti con la Chiesa universale come
un corpo in Cristo, con i fedeli di ogni parte del mondo. Questo succede in ogni Messa, ma oggi lo viviamo in modo speciale, perché vediamo in Lei l’unità e l’universalità della Chiesa”.
Nel tardo pomeriggio è previsto l’incontro tra il Papa e Sua Beatitudine Ieronymos II nel salone della Nunziatura Apostolica di Atene.
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