Città del Vaticano , 30 November, 2021 / 2:00 PM
Non c’è solo il tema dei migranti, che ha una sua importanza, non solo nell’isola di Lesbo, ma anche a Cipro. Il viaggio di Papa Francesco a Cipro e in Grecia si configura come un pellegrinaggio sulle orme dei primi missionari, un “viaggio della gioia”, che contrasta un po’ con il “viaggio triste” che Papa Francesco fece a Lesbo nel 2016. Lo spiega Matteo Bruni, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, in un briefing a ridosso del prossimo viaggio apostolico di Papa Francesco.
Con questo viaggio, Papa Francesco arriverà a toccare 55 Paesi durante il suo pontificato. Era già stato in Grecia, a Lesbos, ma non era stato a Cipro. E non ci era stato nemmeno Giovanni Paolo II, che pure avrebbe voluto durante il suo viaggio del Giubileo sulle orme di San Paolo in Grecia, Siria e Malta. Non poté, perché l’invito a Cipro arrivò a un mese dal viaggio già programmato.
Benedetto XVI era stato invece a Cipro nel 2010, chiudendo il decennio orribile apertosi con l’attentato delle Torri Gemelle e consegnando l’instrumentum laboris del Sinodo speciale per il Medio Oriente appena convocato. Perché Cipro è sotto l’amministrazione del Patriarcato Latino di Gerusalemme, perché Cipro è la porta verso la Terrasanta, e dunque andare a Cipro, nel posto dove c’è l’ultimo muro di Europa, significa anche questo.
Ma Cipro è anche luogo di necessario dialogo, proprio a causa del muro, e infatti Papa Francesco, al termine della Messa finale, incontrerà anche alcuni esponenti del Religious Track, l’iniziativa sotto gli auspici dell’ambasciata di Svezia presso Cipro che punta proprio a riconciliare l’isola.
Il decennale della visita di Benedetto XVI sarebbe stato l’anniversario centrale di un viaggio che era già previsto lo scorso anno, mentre in Grecia si celebra anche il duecentesimo anniversario della lotta per l’indipendenza del 1821.
Sia a Cipro che in Grecia, la maggioranza è ortodossa, e la comunità cattolica è piccola. A Cipro, è importante la comunità maronita, e per l’occasione ci sarà il Patriarca dei Maroniti, il Cardinale Bechara Rai. L’arcivescovo dei maroniti a Cipro è Selim Sfeir.
Ma a Cipro è importante la presenza del Patriarca ortodosso Chrysostomos, che il Papa andrà a visitare. Chrysostomos era stato anche al funerale di Giovanni Paolo II e alla Messa di inizio pontificato di Benedetto XVI, che ricambiò inviando una delegazione alla sua installazione nel 2006.
E fu un vescovo ortodosso anche il primo presidente di Cipro, Makarios II, la cui statua sarà onorata da Papa Francesco nella sua visita al Palazzo Presidenziale.
Matteo Bruni spiega che i temi del viaggio saranno l’incontro con le piccole comunità cattoliche, l’ambiente, ma soprattutto quello “delle migrazioni, dei rifugiati, delle persone costrette a lasciare casa e famiglia in cerca di futuro”, perché “il Mediterraneo è il più grande cimitero del mondo”.
Su questi temi, saranno caratterizzati i discorsi del Papa. Ce ne saranno cinque a Cipro, e sei in Grecia, tutti in lingua italiana.
In Grecia, durante l’incontro tra Papa Francesco e la presidente Katerina Sakellaropoulou, ci sarà anche un bilaterale tra Santa Sede e Grecia. Da una parte, il Cardinale Parolin, segretario di Stato vaticano, l’arcivescovo Pena Parra, sostituto, e l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, ministro per i Rapporti con gli Stati, e l’arcivescovo Savio Hon, nunzio apostolico. Dall’altra, il Primo Ministro e il Ministro degli Esteri greco. Sarà, questo bilaterale, culmine di una serie di scambi avuti anche recentemente in Segreteria di Stato con il ministro degli Esteri Dendias, dove si era arrivati a teorizzare anche una cabina di regia sulla questione dei Balcani.
Nel viaggio a Lesbo, Papa Francesco potrebbe anche avere degli incontri con i migranti nei campi. Gli ospiti dei campi – molti dislocati dopo il terribile incendio del campo di Moria – provengono soprattutto dall’Afghanistan, ma ci sono anche profughi da Iraq, Siria, Somalia Congo, Sierra Leone, Uganda.
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