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Santa Margherita di Città di Castello, Bassetti: “Sofferenza compensata dall’amore di Dio”

La tomba di Santa Margherita di Città di Castello

Era nata cieca e con una malformazione, fu nascosta dai genitori, visse girovagando finché non trovò casa in una famiglia. Pregò, con grande intensità, le furono attribuiti miracoli anche in vita, ed era beata da diverso tempo. Papa Francesco ha voluto garantire la canonizzazione equipollente a Santa Margherita di Città di Castello, vissuta tra il XIII e il XIV secolo. E per l’occasione, il Cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della CEI, è stato lo scorso 19 settembre nella cittadina umbra per celebrare una Messa di ringraziamento.

Nella sua omelia, il Cardinale ha ripercorso la vita della santa, abbandonata tre volte: dalla sua famiglia, che si vergognava della sua condizione, e che la portò prima in un sepolcro di un frate morto in odore di santità, da cui speravano in un miracolo, e poi addirittura per strada: e dalle monache di un monastero in cui sperava di trovare rifugio.

La vicenda di Santa Margherita non “terminò nella disperazione”, fu accolta da una coppia di sposi, Venturino e Grigia, e lì portò a compimento la sua vocazione”.

Sottolinea il Cardinale Bassetti: “Le disabilità che Margherita portava nel suo corpo, e gli abbandoni che ha sofferto, hanno certamente segnato la sua esistenza, ma tutto questo dolore è stato compensato e consolato dall’amore di Dio”.

Secondo il Cardinale Bassetti, “la vicenda umana e spirituale della Santa di Città di Castello, allora, dopo sette secoli, ha ancora molto da dire e da insegnare a questa Chiesa, alla Chiesa italiana, e alla Chiesa universale”.

Due, in particolare, sono gli insegnamenti messi in luce dal Cardinale Bassetti. Il primo: che “Dio non abbandona nessuno, e che dunque nemmeno noi dobbiamo dimenticarci di coloro che sono nel bisogno”, e per questo “la drammatica vicenda della santa ci aiuta a vigilare sui pericoli per il futuro dell’umanità, causati da quella che Papa Francesco chiama la “cultura dello scarto”, e ci esorta invece a

fare come Gesù”.

L’altro insegnamento è che “tutti, anche i più piccoli, come i diversamente abili, o gli infermi, possono contribuire a far crescere il Regno di Dio”. Insomma, “mentre la nostra società si lascia abbagliare dai corpi perfetti, in salute, in forma, alla luce

del Vangelo noi possiamo riconoscere che Dio agisce nella debolezza”.

Conclude il Cardinale: “Cari fratelli e sorelle, non dimentichiamo che santa Margherita è stata sempre unita a Dio attraverso la preghiera, che l’ha sostenuta anche nei momenti più difficili. Affidiamo allora all’intercessione della santa tutti i nostri bisogni, quelli della Chiesa e del mondo, perché possiamo crescere nella speranza, nella carità e nell’amore”.

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