Città del Vaticano , 11 September, 2021 / 9:05 PM
“In ambito religioso sembra piuttosto in corso un deleterio “cambiamento climatico”: alle dannose alterazioni che colpiscono la salute della Terra, nostra casa comune, ve ne sono altre che “minacciano il Cielo”. È come se “la temperatura” della religiosità stia crescendo”.
Papa Francesco lo ha scritto nel messaggio inviato ai partecipanti al G20 Interfaith Forum 2021, dal titolo Time to Heal - Peace among cultures, understanding between religions, che si svolge a Bologna dal 12 al 14 settembre 2021.
Il Papa parla del “divampare della violenza che strumentalizza il sacro: negli ultimi 40 anni si sono registrati quasi 3.000 attentati e circa 5.000 uccisioni in vari luoghi di culto, in quegli spazi, cioè, che dovrebbero essere tutelati come oasi di sacralità e di fraternità. Troppo facilmente, poi, chi bestemmia il nome santo di Dio perseguitando i fratelli trova finanziamenti. Ancora, si diffonde in modo spesso incontrollato la predicazione incendiaria di chi, in nome di un falso dio, incita all’odio. Che cosa possiamo fare di fronte a tutto questo?”.
Per Francesco occorre “contrastare l’analfabetismo religioso che attraversa tutte le culture: è un’ignoranza diffusa, che riduce l’esperienza credente a dimensioni rudimentali dell’umano e seduce anime vulnerabili ad aderire a slogan fondamentalisti. Ma contrastare non basta: occorre soprattutto educare, promuovendo uno sviluppo equo, solidale e integrale che accresca le opportunità di scolarizzazione e di istruzione, perché laddove regnano incontrastate povertà e ignoranza attecchisce più facilmente la violenza fondamentalista”.
Ecco allora la proposta di “istituire una memoria comune di coloro che sono stati uccisi in ogni luogo di preghiera” perché “l’autentica risposta religiosa al fratricidio è la ricerca del fratello”.
E aggiunge: “Custodiamo insieme la memoria comune dei fratelli e delle sorelle che hanno subito violenze, aiutiamoci con parole e gesti concreti a contrastare l’odio che vuole dividere la famiglia umana!”.
Anche perchè “la strada della pace non si trova nelle armi, ma nella giustizia. E noi leader religiosi siamo i primi a dover sostenere tali processi, testimoniando che la capacità di contrastare il male non sta nei proclami, ma nella preghiera; non nella vendetta, ma nella concordia; non nelle scorciatoie dettate dall’uso della forza, ma nella forza paziente e costruttiva della solidarietà”.
E il Papa conclude:”non è più tempo per alleanze degli uni contro gli altri, ma per la ricerca comune di soluzioni ai problemi di tutti. I giovani e la storia ci giudicheranno su questo”.
Il G20 Interfaith Forum è la piattaforma annuale che riunisce organizzazioni interreligiose e interculturali, leader religiosi, studiosi, agenzie umanitarie, esponenti di governo e di istituzioni internazionali, con l’obiettivo di approfondire temi sociali, economici e politici che possano informare i governi e le agende globali.
Tema ispiratore dell’edizione 2021 di questo G20 Interfaith Forum è proprio “Time to heal” - Il tempo di curare -, all’indomani di una fase storica particolarmente turbolenta, segnata da grandi incertezze e timori per il futuro. Curare le ferite causate dalla crisi pandemica ma anche le ferite sociali che hanno colpito soprattutto le persone deboli, povere, spingendole ancora di più ai margini della società e spesso privandole della propria dignità.
La conferenza, che vedrà la partecipazione di circa 300 persone con un centinaio di autorità politiche e diplomatiche, dibatterà dei grandi temi attuali: la crisi pandemica, la drammatica situazione umanitaria in corso in Afghanistan e le conseguenze sullo scacchiere geopolitico asiatico. Si concluderà con l’intervento del presidente del Consiglio italiano Mario Draghi.
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