Città del Vaticano , 28 August, 2021 / 1:00 AM
Un taglio di costi e un maggiore accentramento della gestione finanziaria nella Fabbrica di San Pietro. Con le norme transitorie relative al Capitolo di San Pietro in Vaticano, Papa Francesco avvia quella che dovrà essere la riforma degli Statuti del Capitolo, dopo che è stato terminato il lavoro sugli statuti della Fabbrica. Quest’ultima ha già un nuovo segretario, monsignor Orazio Pepe, nominato il 29 giugno.
Con le norme transitorie, Papa Francesco si prende, in pratica, un anno di tempo per finalizzare il lavoro sui nuovi statuti. Il Capitolo della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano - è stabilito - "è costituito da un collegio di sacerdoti nominati dal Santo Padre nel ruolo di canonici”. Sono quelli chiamati a prestare “servizio di animazione liturgica e pastorale alla Basilica di San Pietro”.
Ma ora viene stabilito che questi “percepiscono un emolumento capitolare non cumulabile con altre provvigioni o altre retribuzioni per servizi prestati nella Curia Romana e nelle altre Istituzioni collegate con la Santa Sede”. In pratica, si tratta di un vero e proprio taglio degli stipendi dei canonici, perché tutti provengono da incarichi di Curia, e hanno dunque una pensione.
Lo stesso vale per i coadiutori del Capitolo, anche questi nominati dal Papa.
L’articolo 3 stabilisce che “l’amministrazione e la gestione delle attività economiche legate al Museo del Tesoro e alla vendita di oggetti religiosi è affidata alla Fabbrica di San Pietro, che assume tutto il personale dipendente del Capitolo”.
In pratica, la gestione commerciale passa dal Capitolo alla Fabbrica di San Pietro, che ha anche il compito di erogare gli emolumenti dei canonici e dei coadiutori, quando questi ci sono.
Il Capitolo, invece, “conserva e amministra il patrimonio immobiliare e finanziario attualmente in essere e le relative rendite”. Il patrimonio consiste in diverse donazioni al Papato nel corso dei secoli, compresi terreni e proprietà immobiliari, sia dentro che fuori Roma. Non ci sono stime esatte e globali del patrimonio, perché si è accumulato nel corso dei secoli, ma già una larga parte di questo patrimonio era stato trasferito sotto la gestione dell’Amministrazione della Sede Apostolica.
Il Capitolo di San Pietro è stato stabilito nel 1043 da San Leone IX, con lo scopo di garantire un regolare servizio di preghiera a San Piero e, nei primi anni, anche a sostenere il Papa nella gestione dei beni del patrimonio di San Pietro.
Il Capitolo è presieduto dall’Arciprete della Basilica di San Pietro, ed è composto da lui, dal vicario del capitolo e da 34 membri, scelti tra le personalità della Chiesa cattolica una volta che queste lasciano gli incarichi attivi.
Da notare, nella riforma, che il passaggio della gestione del “commerciale” del Capitolo alla Fabbrica di San Pietro può essere considerato parte di una riforma più ampia. La nomina di monsignor Pepe come segretario, lo scorso 29 giugno, veniva a seguito della promulgazione dello Statuto della Fabbrica di San Pietro, cosa che aveva “concluso l’incarico di Commissario Straordinario dell'arcivescovo Mario Giordana, nunzio apostolico, e della Commissione che lo ha assistito in questo compito".
L’arcivescovo Giordana era stato nominato nel giugno 2020 come commissario, ufficialmente come conseguenza della promulgazione del codice degli appalti, con il compito di “aggiornare gli Statuti, fare chiarezza sull’amministrazione e riorganizzare gli uffici amministrativo e tecnico della Fabbrica”.
In pratica, la Fabbrica di San Pietro ha visto un adeguamento alla luce delle nuove normative, considerando che la Fabbrica si occupa della gestione dell’insieme delle opere necessarie per la realizzazione edile e artistica della Basilica di San Pietro in Vaticana, gestendo sia la basilica e le strutture sul territorio adiacente di sua pertinenza.
Ora si attende la promulgazione dei nuovi Statuti del Capitolo, che potrebbero andare ad incidere sul profilo giuridico del Capitolo stesso.
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