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Un servizio di EWTN News

I " Nostri Signori Malati" e l'impegno dell' Ordine di Malta nel regolamento del 1725

 “L’Infermiere è un cavaliere Professo, al cui zelo è raccomandata la cura degli Infermi”.  E’ una delle prime frasi del “ Regolamento della Sacra Infermeria di Malta” del 1725.

Il testo è stato rieditato in copia anastatica dall’ Ordine Ospedaliero di San Giovanni in questo anno mentre si combatte contro la pandemia.

L’idea è stata dell’ Ambasciatore dell’ Ordine presso la Santa Sede Antonio Zanardi Landi.

Lui stesso nelle note di commento spiega di aver trovato quasi per caso i “Regolamenti” nella Biblioteca del Gran Magistero. Circa 11 mila volumi che sono però solo una piccola parte della biblioteca lasciata a La Valletta nel 1798 dopo l’espulsione dell’ Ordine. 

Un testo quello del “Regolamento” che Zanardi Landi trova interessante e moderno e decide di farne una copia da far “circolare tra i membri e gli amici dell’Ordine” per avere un “effetto positivo e benefico, aiutando tutto a focalizzare la nostra attenzione sulla missione originaria e caratterizzante dell’ Ordine”.

Il testo è scritto in un italiano antico ed elegante e mette in luce non solo la organizzazione, la logistica diremmo oggi, ma soprattutto l’intento con il quale l’infermiere e il medico si prendevano cura dei malati. 

L’espressione “Nostri Signori Malati” dovrebbe chiarire già molto. Ancora oggi si usa nell’ Ordine ed è nella prima regola  del 1147 che richiama una sacralità prevedendo anche che il malato accolto in ospedale confessi con devozione i propri peccati ad un prete, faccia la comunione e venga quindi condotto a letto. Oggi qualcuno lo vedrebbe come una violazione della libertà, e invece era per gli Ospedalieri, e lo è ancora, il vero senso della missione e del loro agire. 

Il Regolamento della Sacra Infermeria di Malta permette anche lo studio di come affrontare le malattie. Tanto che il cardinale maltese Mario Grech nel suo commento al testo spiega che la “Sacra Infermeria” è stata anche il seme della nascita della facoltà di medicina a Malta.

Nel 1676 infatti il Gran Maestro Cotoner aprì una scuola di anatomia nella Sacra Infermeria, una decisione nata dopo la terribile peste proprio del 1676. Un frainteso sulle origine del male fece espandere il male, e per questo Cotoner volle una vera scuola di medicina. 

Sacra Infermeria, quindi ma anche luogo di apprendimento. 

Il ritmo della vita è ben descritto nel testo. Così lo rilegge il Cardinale Ravasi nel suo commento: “All’alba si inizia con la ‘visita’ del personale sanitario, che occupa l’intera mattinata. A mezzodì suona la ‘mangia’: si vigila sulla ‘buona qualità della robba pigliando sempre la megliore’. E il menù delle pietanze è veramente sorprendente per la sua ricchezza e varietà. Nuova ‘visita’ nel pomeriggio cui segue la ‘cena’ per i 350/400 malati di quell’ospedale, subentra ‘la dovuta quiete’ mentre non cessa sia l’assistenza notturna permanente sia la vigilanza”.

Una della caratteristiche più evidenti che emergono dalla lettura del testo della “ Sacra Infermeria”  è la attenzione a non separare mai il paziente dalla persona. Quindi non basta rimettere in salute, ma ci si occupa del benessere totale della persona. Anche questo col tempo è diventato un atteggiamento sempre più raro nel mondo sanitario. 

L’organizzazione è ovviamente militare e nelle “Notizia” del 1725 vengono elencati anche gli oggetti e i luoghi usati per assistere i malati. 

Come scrive nel suo testo di commento l’ambasciatore Zanardi Landi, “l’ assistenza diffusa assicurata  dall’ Ordine a Malta ed alla sua popolazione, agli anziani, agli orfani, ai prigionieri, ai pellegrini e a chiunque approdasse a Malta o Gozo, ci porta a riflettere sui danni arrecati dal Covid-19 alle vittime della pandemia”. 

Il messaggio che può venire dalla lettura di questo “Regolamento” custodito nelle biblioteca Magistrale e oggi riprodotto in copia anastatica è che ognuno è invitato a servire  secondo le possibilità e in modi diversi i “ Nostri Signori Malati” ed “estendere sul piano dei rapporti personali quella ‘tenerezza’ e quell’attenzione al prossimo che sembra aver ispirato i Cavalieri dei secoli passati”. 

E di fatto l’Assistenza ormai si apre al “ Nostro Signor Prossimo” colpito in vari modi dalla pandemia. 

Concludo con un passaggio suggestivo per lo stile dell’ assistenza dell’ Ordine di Malta. “ Il Giovedì Santo il Gran Ospitaliere con tutti i cavalieri della lingua di Francia nella sala dove si fa il Sepolcro, con esemplare carità si portano a lavare i piedi dodeci poveri, ai quali poscia somministrano una buona elemosina”. 

E questa mattina il volume è stato portato al Papa da Fra’ Marco Luzzago, Luogotenente di Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta. 

Papa Francesco ha espresso il suo sostegno all’Ordine di Malta affermando: “Vi voglio bene, sono con voi, andate avanti”. Ed ha sottolineato l’importanza della vita religiosa, di riuscire a stare al passo con i tempi attirando nuove vocazioni. “Lei parla con la diplomazia del cuore” ha detto Papa Francesco a Fra’ Marco Luzzago.

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