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Un servizio di EWTN News

Papa Francesco: "State attenti a non cadere nella schiavitù degli organigrammi"

Tre parole: azione, cattolica e italiana. Sono queste le parole che Papa Francesco ripete e consegna ai Membri del Consiglio Nazionale dell’Azione Cattolica Italiana, in occasione della XVII Assemblea Nazionale, in corso online dal 25 aprile al 2 maggio 2021 sul tema “Ho un popolo numeroso in questa città”.

Francesco li riceve in Vaticano. Inizia dalla parola azione: "Possiamo chiederci cosa significa questa parola azione, e soprattutto di chi è l’azione. La pandemia ha mandato all’aria tanti progetti, ha chiesto a ciascuno di confrontarsi con l’imprevisto. Accogliere l’imprevisto, invece che ignorarlo o respingerlo, significa restare docili allo Spirito e, soprattutto, fedeli alla vita degli uomini e delle donne del nostro tempo. Vi invito a far sì che la ricerca di una sintesi tra Parola e vita, che rende la fede un’esperienza incarnata, continui a caratterizzare i percorsi formativi dell’Azione Cattolica".

Quella dell’Azione Cattolica è una storia che inizia da lontano. Raccontarla significa raccontare anche la storia della Chiesa e dell’Italia degli ultimi centocinquant'anni. Le origini dell'Azione Cattolica risalgono al settembre 1867, quando due giovani universitari, Mario Fani, viterbese, e Giovanni Acquaderni, fondano a Bologna la Società della Gioventù Cattolica ItalianIl motto "Preghiera, Azione, Sacrificio" sintetizza la fedeltà a quattro principi fondamentali:

"Dobbiamo essere molto attenti nel non cadere nell’illusione del funzionalismo. I programmi, gli organigrammi servono, ma come punto di partenza, come ispirazione. Quello che porta avanti il regno di Dio e la docilità allo Spirito e la presenza del Signore. La libertà del Vangelo. È triste vedere quante organizzazioni sono cadute nel tranello degli organigrammi. Tutto perfetto, tutte istituzioni perfette… ma la fede dove è, lo spirito dove è? Lo stiamo cercando insieme… state attenti a non cadere nella schiavitù degli organigrammi. Il Vangelo è disordine, perché lo Spirito quando arriva fa chiasso, al punto che l’azione degli apostoli sembra azione di ubriachi. La docilità allo spirito è rivoluzionaria, perché è rivoluzionario Gesù Cristo, perché è rivoluzionaria l’incarnazione", dice il Papa a braccio.

Quali caratteristiche deve avere l’azione, l’opera dell’Azione Cattolica? Il Papa risponde: "Direi prima di tutto la gratuità. La spinta missionaria non si colloca nella logica della conquista ma in quella del dono. La gratuità, frutto maturo del dono di sé, vi chiede di dedicarvi alle vostre comunità locali, assumendo la responsabilità dell’annuncio; vi domanda di ascoltare i vostri territori, sentendone i bisogni, intrecciando relazioni fraterne. Una seconda caratteristica del vostro agire che vorrei sottolineare è quella dell’umiltà, della mitezza. Umiltà e mitezza sono le chiavi per vivere il servizio, non per occupare spazi ma per avviare processi."

Poi il Pontefice passa alla parola "cattolica"." La parola cattolica, che qualifica la vostra identità, dice che la missione della Chiesa non ha confini - dice Francesco - La parola “cattolica” si può dunque tradurre con l’espressione “farsi prossimo”. Il tempo della pandemia, che ha chiesto e tuttora domanda di accettare forme di distanziamento, ha reso ancora più evidente il valore della vicinanza fraterna: tra le persone, tra le generazioni, tra i territori. Essere associazione è proprio un modo per esprimere questo desiderio di vivere e di credere insieme. Attraverso il vostro essere associazione, oggi testimoniate che la distanza non può mai diventare indifferenza, non può mai tradursi in estraneità".

Infine il terzo e ultimo termine, italiana. "Il terzo termine è “italiana”. La vostra Associazione è sempre stata inserita nella storia italiana e aiuta la Chiesa in Italia ad essere generatrice di speranza per tutto il vostro Paese. Voi potete aiutare la comunità ecclesiale ad essere fermento di dialogo nella società, nello stile che ho indicato al Convegno di Firenze, dice il Pontefice.

"Una Chiesa del dialogo è una Chiesa sinodale, che si pone insieme in ascolto dello Spirito e di quella voce di Dio che ci raggiunge attraverso il grido dei poveri e della terra - commenta il Papa - Dobbiamo essere precisi quando parliamo di sinodalità, di cammino sinodale, non è un parlamento, la sinodalità non è la sola discussione dei problemi, di diverse cose che sono nella società. La sinodalità non è cercare maggioranza accordo su soluzioni pastorali. È un parlamento cattolico, ma non è sinodalità, perché manca lo spirito".

Infine Papa Francesco conclude: "Il vostro contributo più prezioso potrà giungere, ancora una volta, dalla vostra laicità, che è un antidoto all’autoreferenzialità. Fare sinodo non è guardarsi allo specchio, ma camminare insieme dietro al Signore e verso la gente. Laicità è anche un antidoto all’astrattezza: un percorso sinodale deve condurre a fare delle scelte. E queste scelte, per essere praticabili, devono partire dalla realtà. Non per lasciarla così com’è, evidentemente, ma per provare a incidere in essa, per trasformarla secondo il progetto del Regno di Dio".

 

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