Città del Vaticano , 30 April, 2021 / 4:00 PM
Un padre dell’Europa verso la gloria degli altari. Robert Schuman, l’ideatore della dichiarazione che il 9 maggio 1950 diede il via al progetto di Unione Europea, potrebbe vedere riconosciute le sue virtù eroiche ad inizio giugno. Lo ha detto il Cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, incontrando un gruppo di ambasciatori accreditati presso la Santa Sede, affermazioni poi ribadite in dichiarazione all’Agence France Press.
Schuman diventerebbe così “venerabile”; in attesa di un miracolo attribuito alla sua intercessione che ne renda possibile la beatificazione. La fama di santità di Schumann è comunque viva. La causa di beatificazione è stata promossa nel 2004 dall’arcidiocesi di Metz, la città dove Schumann morì nel 1963.
“Avrei potuto dventare sacerdote. In questo caso, durante la guerra, sarei stato cappellano. Alla fine, però, ho deciso di aiutare gli atei a vivere in modo fraterno anziché aiutare i cristiani a morire”. Così Schuman descriveva la sua missione. Nato nel 1886, Schumann proveniva dall’Alsazia, territorio francese che divenne tedesco dopo la guerra franco-prussiana del 1870, fino, poi, a tornare alla Francia dopo la Prima Guerra Mondiale. E lui, di famiglia francese, imparò il tedesco, studiò in scuole tedesche e università tedesche, anche in quella Strasburgo che oggi è francese.
Dal punto di vista politico, Schumann fu uomo della riconciliazione. Entrato in Parlamento subito dopo la Prima Guerra Mondiale, nel 1918, vi rimase 43 anni, con la sola interruzione delle attività dovuta alla Seconda Guerra Mondiale. E, da politico, parlamentare, talentuoso giurista, Schumann lavorò proprio all’armonizzazione delle leggi francesi con quelle dell’occupazione tedesca.
Fu arrestato dalla Gestapo durante la seconda Guerra Mondiale, e nel 1948 diventò ministro degli Esteri di Francia. Colpito dal confitto, ma soprattutto dagli strascichi, si racconta che a convincerlo della necessità di creare un organismo sovranazionale per il commercio sul carbone e l’acciaio furono i fischi che ricevette durante una visita ufficiale in Germania al suo amico Konrad Adenauer.
La scommessa di una comunità franco-tedesca andava a superare gli strascichi della guerra. Era un inizio di riconciliazione. D’altronde, per dirla con le parole di Schumann, “la pace mondiale non si può salvare senza sforzi creativi in base ai pericoli che la minacciano”.
Dopo la dichiarazione del 9 maggio, Schumann si riunì a Lexeuil, nell’Alta Saona, con un gruppo di rappresentanti diplomatici, tra i quali spiccavano il Primo Ministro italiano Alcide De Gasperi, il delegato dell’ambasciata degli Stati Uniti a Parigi John Brown e il nunzio apostolico Angelo Giuseppe Roncalli, che sarebbe poi diventato Giovanni XXIII. Il progetto europeo fu sostenuto anche da Pio XII, e in seguito la Santa Sede sostenne sia la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio che la Comunità Europea di Difesa.
Colpisce, di Schuman, la straordinaria fede in Dio. Raccontano che fosse proprio pregando nella cattedrale di Strasburgo che venne lui in mente l’idea di una comunità europea. Fatto sta che, entrati nella imponente cattedrale gotica che ha da poco compiuti mille anni, si può vedere una vetrata dietro l’altare che ha una storia che è collegata all’Europa e allo statista.
La vetrata era stata rimossa nel 1682, dopo che la cattedrale, a seguito di un periodo protestante, tornò al culto cattolico, e poi sulla scia della Controriforma la vetrata era stata sostituita da un semplice vetro bianco. Nel 1837 cominciò il dibattito per sostituirla, nel 1854 si decise che sarebbe stata rappresentata la Nostra Signora di Strasburgo apparsa su uno stendardo municipale del XIII secolo. Questa nuova vetrata fu distrutta da un bombardamento aereo l’11 agosto 1944.
E così, nel 1953 si avviò il progetto per porre una nuova vetrata. Era il tempo in cui si discuteva della costruzione europea. Il progetto fu finanziato dal Consiglio d’Europa, che lanciò di una grande sottoscrizione che ottiene la partecipazione finanziaria di 12 paesi e il patrocinio di diverse personalità tra cui il cancelliere tedesco Konrad Adenauer, il presidente del Consiglio Guy Mollet, Jean Monnet e Robert Schumann.
Nel 1955, il progetto prese forma, e la vetrata fu inaugurata il 21 ottobre 1956. È una vetrata considerata oggi come un simbolo di riconciliazione e pace nel continente europeo. Ed è, alla fine, la vetrata di Schuman.
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