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Brasile, il Cristo Redentore si rifà il trucco per i suoi novanta anni

Il Cristo Redentore che si staglia sul Corcovado

Nello stesso anno in cui Guglielmo Marconi fa nascere Radio Vaticana, a Rio de Janeiro, in Brasile, si accendono per la prima volta le luci sul Cristo Redentore, la gigantesca statua sul Monte Corcovado che è ormai parte del panorama della città. Ad accendere le luci, proprio lo stesso Marconi, dal suo ufficio di Roma, con una scarica di onde elettromagnetiche che vanno al di là dell’oceano e illuminano per la prima volta quello che sarebbe diventato il simbolo di Rio de Janeiro. Era il 12 ottobre 1931, 90 anni fa. Per l’anniversario, il Cristo Redentore si presenterà completamente restaurato.

Perché per novanta anni quel Cristo dalle braccia alzate scolpito secondo le regole dell’Art Deco in roccia saponaria e calcestruzzo è stato esposto alle intemperie, al vento, al sole, e così l’usura del tempo si fa sentire. Così, guidati dall’architetto Cristina Ventura, una serie di esperti di restauro hanno fatto una radiografia completa della struttura realizzata con migliaia di piccole pietre triangolari tagliate a mano, ne hanno definito lo stato di usura, hanno fatto un piano perché, per il prossimo 12 ottobre, sia restituita splendente alla città, per un anniversario come si deve.

La scultura si erge per 37 metri d’altezza dalla sommità dei 710 metri del Monte Corcovado, che sale a picco dal centro di Rio e domina il panorama. L’idea di porre un monumento religioso sulla cima della montagna venne al sacerdote cattolico Pedro Maria Boss. Era la metà del XIX secolo, il Brasile era ancora un regno, e così padre Boss si appellò alla principessa Isabella, che non era convinta. Nel 1899, cade la monarchia, arriva la Repubblica, viene sancita la separazione tra Chiesa e Stato e non si parla più del progetto.

L’idea, però, continua a circolare. E l’arcidiocesi di Rio de Janeiro a di nuovo ufficialmente la proposta nel 1921, con l’idea di contrastare con un grande e visibile monumento l’ateismo religioso che cominciava a diffondersi nel Paese, specialmente dopo la Prima Guerra Mondiale. Un monumento per celebrare i cento anni di indipendenza della nazione nel 1922: questa la proposta.

Un monumento, sì. Ma quale? Uno dei primi disegni raffigurava Cristo con un globo in mano e una croce sul fianco, mentre sono state moltissime le possibili raffigurazioni di Gesù presentate. Fu scelta, però, la bozza dell’artista Carlos Oswald, perché il Cristo con le braccia aperte era semplice e di impatto. E poi, come disse l’ingegnere Heitor da Silva Costa, a capo dei lavori, "la statua del divino salvatore sarà la prima immagine che emergerà dall'oscurità in cui la terra è immersa e ricevere il saluto del stella del giorno che, dopo averla circondata con la sua radiosa luminosità, costruirà al tramonto intorno alla sua testa un alone adatto al Dio-Uomo".

Da Silva Costa non lavorò solo. Si avvalse dello scultore Paul Landowski, di origini franco-polacche, che lavorò su testa e mani, creandole in argilla a grandezza naturale e poi facendole spedire in Brasile, dove venivano riprodotte prima in cemento e poi in pietra saponaria. Molte delle tessere di pietra saponaria, di soli 5 millimetri di spessore, riportano sul retro dei messaggi o nomi di persone care.

Ci vollero nove anni per completare la statua: i lavori durarono dal 1922 al 1931, e l’apertura al pubblico avvenne il 12 ottobre di quell’anno.

Nel 2006, in occasione del 75esimo anniversario dall’inaugurazione della statua, l’Arcivescovo di Rio vi ha consacrato una cappella, mentre nel 2010 il governo ha avviato una massiccia ristrutturazione della statua per via dei diversi danni provocati dai fulmini. Fino al 2002, si poteva salire in cima solo andando a piedi e salendo 222 scalini fino al basamento. Ora c’è una linea ferroviaria che porta direttamente sulla statua.

Gli abitanti di Rio hanno un legame speciale della statua, tanto che il bloco Suvaco do Cristo, uno dei gruppi più famosi del Carnevale di Rio, tiene la sua sfilata della domenica prima del martedì grasso proprio sotto la statua del Cristo Redentore. Perché quel Cristo, per tutti, è il guardiano della città. Indipendentemente dalla fede di ciascuno.

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