San Gallo, 24 March, 2021 / 5:30 PM
Dopo il Concilio Vaticano II anche in Europa “si sentiva il bisogno di rafforzare gli sforzi della evangelizzazione a fronte delle grandi sfide che il cambio culturale del ’68 aveva innescato. Favorire l’incontro delle Conferenze Episcopali, la reciproca conoscenza, lo scambio di esperienze, un nuovo annuncio di Cristo, la pastorale e il suo futuro, si presentavano come momenti necessari di fronte all’incalzare di nuovi modi di pensare e di agire. In questo orizzonte, il CCEE fu un segno della attenzione della Chiesa verso il mondo in cambiamento”. Lo scrive il Cardinale Angelo Bagnasco, Presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa, in occasione del 50/mo della fondazione del CCEE.
Il CCEE – sottolinea l’Arcivescovo emerito di Genova – ha espresso in questi decenni “la vicinanza cordiale e attenta della Chiesa all’amato Continente europeo”.
“Il nostro Organismo – prosegue il porporato - vede oggi rafforzata la sua missione e urgente la sua presenza discreta ma efficace: si tratta della persistente scristianizzazione dell’Europa, a cui si aggiunge la perniciosa pandemia che tocca le persone nella salute, nella famiglia, nell’economia e nel lavoro, nelle relazioni sociali: perfino nella vita religiosa. A ciò si aggiunge anche l’avanzare di una cultura individualista che spinge a ritirarsi in micromondi, con ricadute sui popoli, gli Stati e i continenti: basta pensare ai movimenti migratori, e a un certo scetticismo nei confronti della fatica di camminare insieme. Quanto più sembra scomparire Dio dall’orizzonte dell’uomo moderno, e crescere l’inquietudine esistenziale, paure e spinte divisive, tanto più la Chiesa è chiamata ad annunciare Cristo nostra speranza, e a testimoniare la via della comunione e della collaborazione, via che non annulla le differenze ma le rispetta e le valorizza in superiore armonia”.
Il Cardinale Bagnasco sottolinea le altre emergenze europee a cominciare dalla “crisi demografica diffusa, una incerta cultura della vita nella sua intera parabola, la percezione della libertà come assoluto individualista, il bisogno di una educazione integrale e armonica. In modo particolare, in questo momento, è necessario porre attenzione al dialogo fra tutte le religioni come base per la costruzione di un mondo fraterno, nonché un urgente impegno verso il creato di cui siamo custodi. Sfide, queste, sulle quali Papa Francesco richiama l’attenzione e offre indicazioni operative”.
“Anche l’emergenza pandemica – conclude il presule - spinge a riscoprire la caducità dell’essere umano, la fugacità del tempo, e acuisce la nostalgia di un oltre che è Dio, e che Gesù ha rivelato. Il desiderio della Parola di Dio, della fede, dell’Eucaristia, della preghiera, della devozione alla Santa Vergine, della comunità cristiana, circola in molti cuori che, per vie misteriose, si incontrano, si collegano e si sostengono per il bene di tutti. In questo senso, è l’ora di un risveglio delle coscienze, risveglio forse lento ma inarrestabile. È uno dei segni che confermano che lo Spirito del Risorto soffia sempre sulla barca della Chiesa. In questo orizzonte di speranza, vogliamo invitare tutti i pastori a pregare gli uni per gli altri, e a far pregare le comunità cristiane con una particolare intenzione in una domenica nella Santa Messa”.
Per celebrare i 50 anni, il CCEE ha realizzato, infine, un nuovo logo.
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