Città del Vaticano , 24 March, 2021 / 12:45 AM
Il Papa taglia le retribuzioni dei cardinali, dei superiori (i capi dicastero e segretari sia laici che religiosi) degli ecclesiastici e blocca gli scatti biennali per le fasce di reddito più alte.
Con un Motu proprio nel quale parla di “un futuro sostenibile economicamente” il Papa spiega che la decisione dopo aver “considerato il disavanzo che da diversi anni caratterizza la gestione economica della Santa Sede; considerato l’aggravamento di tale situazione a seguito dell’emergenza sanitaria determinata dalla diffusione del Covid – 19, che ha inciso negativamente su tutte le fonti di ricavo della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano; considerato che i costi per il personale costituiscono una rilevante voce di spesa nel bilancio della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano; ritenuto, pur in presenza di adeguata patrimonializzazione della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano, di dover assicurare la sostenibilità e l’equilibrio tra entrate e uscite nella gestione economica e finanziaria corrente; ritenuto di dover procedere a riguardo secondo criteri di proporzionalità e progressività; con la finalità di salvaguardare gli attuali posti di lavoro; acquisito il competente parere della Segreteria per l’Economia e dopo aver esaminato con cura ogni questione riguardante la materia”.
Ai cardinali viene tolta il dieci per cento della retribuzione, ai capi dicastero l’otto per cento e ai religiosi il tre per cento.
La riduzione non si applica se ci sono “spese fisse connesse allo stato di salute proprio o di parenti entro il secondo grado”.
Coinvolto tutta la Santa Sede anche le amministrazioni del Vicariato e delle Basiliche Fabbrica di San Pietro compresa.
Quindi “La Segreteria per l’Economia, d’intesa con il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e sentiti il Fondo Pensioni, il Fondo di Assistenza Sanitaria e altri enti interessati, adotta provvedimenti di attuazione del presente Decreto”.
Immediato pieno e stabile valore, “anche abrogando tutte le disposizioni incompatibili” con la pubblicazione su “L’Osservatore Romano” del 24 marzo 2021. Firmato Francesco.
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