Città del Vaticano , 20 March, 2021 / 3:00 PM
È durato pochissimo il periodo in cui la Fondazione Luigi Maria Monti era tornato ad un figlio della Congregazione dell’Immacolata Concezione. Padre Giuseppe Pusceddu, nominato presidente ad interim della Fondazione che gestisce l’Istituto Dermopatico dell’Immacolata lo scorso novembre, lascia il posto al Generale Saverio Capolupo, ex comandante generale della Guardia di Finanza, e già consigliere del Tribunale dello Stato di Città del Vaticano dal 2019.
Se, dunque, a padre Pusceddu era affidato principalmente il compito di meglio adeguare lo Statuto dell’ente al carisma del Beato Luigi M. Monti, a cui si ispira la Fondazione, è più facile pensare che il generale Capolupo venga chiamato a risolvere una intricata situazione finanziaria interna. La Fondazione è l’ente proprietario e gestore dell’Istituto Dermopatico dell’Immacolata (IDI-IRCCS) di Roma, e nel comunicato della Sala Stampa della Santa Sede padre Pusceddu è definito “presidente ad interim”.
Capolupo era stato nominato nel 2019 consulente delle strutture previste dell’Ordinamento Giudiziario dello Stato della Città del Vaticano in materia economica, tributaria e fiscale.
Nato a Capriglia Irpina il 24 maggio 1951, Capolupo è stato, dopo la pensione, Consigliere di Stato dell’Italia dal 9 novembre 2016. La sua nomina sembrerebbe mostrare che la Santa Sede sta sempre più guardando al modello italiano per risolvere alcuni problemi interni, ricorrendo ad una politica di porte scorrevoli tra incarichi italiani e vaticani. La nomina di Capolupo, in questo senso, ha la stessa matrice di quella di Giuseppe Pignatone a presidente del Tribunale dello Stato di Città del Vaticano, o di quella di Carmelo Barbagallo a presidente dell’Autorità di Informazione Finanziaria, ora ASIF.
Padre Pusceddu era succeduto ad Antonio Maria Leozappa, che era a sua volta succeduto a Maria Pia Garavaglia, presidente del 2016 al 2017. Era comunque dal 2013 che la congregazione non partecipava alla guida dell’IDI, da quando Benedetto XVI aveva, nel 2013, nominato un commissario per valutarne lo stato finanziario. L’IDI, infatti, si era ritrovato con 800 milioni di euro di debiti a causa di una sistematica appropriazione indebita dei fondi da parte di alcuni amministratori, e aveva dovuto dichiarare bancarotta nel 2012.
Nel 2015, la Segreteria di Stato vaticana ha acquisito l’ospedale, tirandolo fuori dalla bancarotta amministrata dallo Stato italiano, attraverso una partnership for profit con l’ordine religioso che aveva posseduto e gestito l’ospedale.
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