venerdì, novembre 22, 2024 Donazioni
Un servizio di EWTN News

Le opere di carità hanno bisogno di autentico carisma

“Senza alcun dubbio l’esercizio delle opere di carità ha oggi bisogno di autenticità carismatica e di rilancio nell’impostazione e nella gestione per non perdere la qualità spirituale e apostolica che identifica e giustifica tali opere”.

Lo ha detto Don Flavio Peloso, superiore generale dell’Opera Don Orione intervenendo a Roma al convegno “Laici e religiosi oltre il bisogno. La trasmissione del carisma” promosso dalla “Commissione salute” dell’Unione dei Superiori (USG) e delle Superiore (UISG) generali sul tema. Erano presenti una cinquantina di Consiglieri e di Consigliere generali di diverse Congregazioni religiose particolarmente impegnate nelle opere di carità di tipo sanitario e socio-assistenziale. Ad accompagnare Don Peloso anche il consigliere generale dell’Opera Don Orione, Don Eledo Musso.

A questa relazione principale hanno fatto seguito due altre esperienze particolari. La prima è stata quella dell’Ospedale “Comboni Samaritan”, in Uganda, dove la collaborazione tra Suore della Nigrizia e Laici si è attuata sotto il segno del martirio di quanti sono morti per curare e assistere alla terribile onda epidemica dell’ebola. E’ stato successivamente presentato il “Modello di gestione condiviso e compartecipato” attuato nella gestione della Piccola Casa del Cottolengo di Torino. L’esperienza ha trasmesso la fiducia che si può, oggi, gestire istituzioni caritative che uniscano la qualità del servizio e la qualità carismatica.

“Occorre passare dalle opere di carità alla carità delle opere -  ha aggiunto Don Peloso– e in tale contesto la riappropriazione carismatica delle opere è una delle grandi sfide cui sono chiamati gli Istituti di Vita consacrata che hanno la dimensione diaconale insita nel proprio carisma. Devono vincere questa sfida, e possibilmente in tempi brevi,perché non hanno futuro le congregazioni a scarsa qualità carismatica”.

“Proprio per rispondere a questa sfida, – ha spiegato il Superiore degli orionini - nei recenti due Capitoli generali della Congregazione orionina è nato un progetto d’insieme per accompagnare l’evoluzione del rapporto comunità – opere apostoliche e l’evoluzione della gestione delle opere affinché siano testimonianza, ‘fari’, ‘pulpiti’, ‘predica’ della carità di Cristo e della Chiesa anche nelle nuove situazioni e condizioni attuali”.

“Il cambiamento avvenuto, e in corso, nella Congregazione orionina- ha concluso Don Peloso- non è stata la scelta di qualche pioniere lungimirante – ha osservato Don Peloso - , ma il cammino emerso dal discernimento, prima, e dalle decisioni di due Capitoli generali (2004 e 2010), poi, ed è portato avanti in sinergia dai governi generale e provinciali, mediante i vari strumenti collegiali di formazione e rinnovamento: assemblee di programmazione e di verifica, incontri provinciali dei direttori, segretariati generale e provinciali e persino mediante i quaderni di formazione permanente dei religiosi”.

 

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