Roma, 02 March, 2021 / 4:00 PM
‘Finalmente il Vangelo spiegato con parole semplici’: l’esclamazione di questo lettore, tra i primi a tenere tra le mani una copia di ‘Altri cento giorni con Gesù’, descrive con efficacia il nuovo libro di Alessandro Ginotta, giornalista, scrittore e ‘pescatore di uomini digitale’ con il blog www.labuonaparola.it, nonché curatore dell’ufficio stampa della Società di San Vincenzo De Paoli e formatore di volontari.
‘Altri cento giorni con Gesù’ è un libro che apre orizzonti inesplorati dentro lo stesso Vangelo: il punto di partenza sono sempre le parole pronunciate da Gesù. Fatti e discorsi che l’autore riesce a trasportare nel mondo di oggi e a spiegare con parole semplici, stimolando nel lettore pensieri che hanno sempre il sapore di qualcosa di nuovo, di non scontato. In queste pagine si possono trovare spunti e richiami a dedicare più attenzione a quanto accade attorno a noi, ma anche un forte richiamo a diventare ‘pagine viventi di Vangelo’.
All’autore quindi abbiamo chiesto di spiegare il motivo del titolo: “Altri perché ‘Altri cento giorni con Gesù’ è il secondo volume di una trilogia, iniziata con ‘Cento giorni con Gesù’. ‘Cento’ perché ogni libro è composto di cento capitoli, ciascuno dei quali inizia con un brano tratto dal Vangelo. Ed è proprio da qui che parte il viaggio di cento giorni, un capitolo alla volta, in compagnia di Gesù.
I miei commenti partono quasi sempre con una forte esperienza immersiva: descrivo i paesaggi della Galilea, i profumi trasportati da quello stesso vento che accarezza la tunica di Cristo, i rumori, il caldo, la polvere che si insinua attraverso i sandali... prendo per mano il lettore e, colloquiando con lui, lo accompagno ad osservare la scena: talvolta ci soffermiamo ai margini di un piccolo villaggio, talaltra ci avviciniamo agli apostoli cercando di scrutare i loro sentimenti, di provare le loro stesse sensazioni ascoltando la voce di Gesù.
Può perfino capitare di trovarci, in prima persona, ad infilare il nostro dito tra le sue piaghe. Sì, perché Dio si è fatto uomo per camminare insieme a noi ed io sono persuaso che il modo migliore per imparare a conoscerlo sia proprio restare insieme a Lui. E’ a questo punto, una volta che ci siamo immersi nel Vangelo, che la Parola prende vita e possiamo tornare, come in un viaggio fuori dal tempo, ai nostri giorni. La narrazione si interrompe, ma il capitolo continua: seguendo l’inchiostro ci inoltriamo in riflessioni che coinvolgono la nostra vita quotidiana. Domande, ma anche risposte, aiutano il lettore a raggiungere la consapevolezza che la Parola di Dio non è arida, ma viva. Ed incontrare Gesù, anche attraverso le pagine di un libro, può davvero cambiarci la vita”.
Come vivere il Vangelo al tempo del Covid 19?
“Stavo scrivendo ‘Altri cento giorni con Gesù’, quando la pandemia si introdusse con prepotenza nelle nostre vite. Le ultime sessanta pagine del libro hanno visto la luce durante il primo lockdown, proprio mentre davanti ai nostri occhi scorrevano immagini che fino ad allora ritenevamo confinate soltanto nei film di fantascienza: medici ed infermieri con tute protettive, lo straziante suono delle sirene delle ambulanze, colonne di automezzi militari con il loro incredibile carico di dolore, interminabili pagine di necrologi... tutte queste esperienze sono entrate nel mio libro.
Le descrivo, capovolgendo lo schema dei miei commenti: questa volta è l’atrocità della vita ad irrompere nel Vangelo. Così mi ritrovo a scoprire, insieme al lettore, quanto, parole scritte duemila anni fa, risultino ancora sorprendentemente attuali. In ogni brano c’è un versetto che ci parla dell’oggi, dell’esperienza che stiamo vivendo. Che ci aiuta, in qualche modo, a comprenderla e ad affrontarla meglio”.
Come raccontare Dio oggi?
“Io penso che la chiave di tutto sia l’incontro. Ci sono personaggi che ritornano più volte tra le pagine del mio libro: Zaccheo, il buon ladrone, la peccatrice, Saulo-Paolo... incontrare Gesù ha trasformato le loro vite. Ed ecco quello che desidero fare con i miei libri: portare Gesù nelle vite dei lettori. Stimolare, facilitare quell’avvicinarsi con il divino dal quale, ai nostri giorni, sembriamo voler fuggire.
Lasciarci toccare da Gesù. Farci trasformare da Lui. E, una volta che saremo cambiati dentro, un po’ come avvenne con i dodici ed i settantadue, a ciascuno di noi verrà affidata una missione: diventare, a nostra volta, una pagina vivente di Vangelo, così da rappresentare, con il nostro modo di vivere, con i nostri valori, un esempio anche per chi è lontano. Per chi non vuol sentire. Il Vangelo è un’esperienza da vivere, così: sulla nostra pelle”.
Come porsi davanti al dolore alla luce del Vangelo?
Altri cento giorni con Gesù’
“Perché esiste il male? Perché tanta sofferenza nel mondo? Perché Dio permette questa pandemia? Sono solo alcuni degli interrogativi che mi sono posto. La maggior parte degli scrittori, davanti a questi temi, si limita a porre delle domande per sollecitare la riflessione del lettore. Io non volevo fermarmi a questo, così ho deciso di mettermi in gioco: dopo aver meditato, pregato, letto e riletto infiniti passi della Bibbia e commenti dei Padri della Chiesa, ho proposto le mie risposte in Altri cento giorni con Gesù. Saranno quelle giuste? Per me sì. Ma è solo avvicinandosi al grande mistero di Dio che, a poco a poco, lo si può scoprire meglio”.
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