Berlino, 11 February, 2021 / 11:00 AM
Un articolo scritto a due mani da Raoul Löbbert e Georg Löwisch apparso ieri sul supplemento religioso della Die Zeit, Christ&Welt, getta un´ombra sull´altrimenti eroica esistenza del padre premostratense Werenfried van Straaten, fondatore nel 1947 dell´opera pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre, un´organizzazione internazionale che aiuta cristiani nel mondo in situazioni di indigenza, discriminati o addirittura perseguitati.
Il settimanale tedesco è entrato in possesso di una lettera, scritta il 23 novembre 2010 dall´allora vescovo ausiliare di Paderborn, Manfred Grothe, all´allora Prefetto per la Congregazione per il Clero, Cardinale Mauro Piacenza. Monsignor Grothe – si legge nel lungo articolo - aveva visitato la sede di ACS nella cittadina di Königstein, nella regione dello Hessen, nel dicembre 2009, chiamato dalla stessa organizzazione per farsi consigliare su alcune questioni di diritto canonico e di organizzazione. Durante la sua visita, invece, monsignor Grothe raccoglie informazioni di tutt´altra natura sul fondatore dell´organizzazione internazionale: «Le informazioni riguardano infrazioni in quattro ambiti della morale cattolica e nell´etica così come nella dottrina sociale cattolica. Si tratta di un tentativo di violenza sessuale, sregolatezza nella condotta di vita, consistenti deficit nella condotta personale e una disposizione verso idee fascistoidi». Monsignor Grothe aggiunge che le sue informazioni poggerebbero su testimonianze oculari.
La vittima della tentata violenza – allora una collaboratrice di ACS - sarebbe una donna, prosegue il vescovo ausiliare nel suo “rapporto” al Cardinale Piacenza, che «vuole restare anonima, ma, avendo sentito che in Germania si sta istruendo un processo di beatificazione di padre van Straaten, si è allarmata e ci ha avvertito». Grothe annota che «padre Werenfried ha risarcito la famiglia della vittima con 800.000 franchi belgi [circa 20 mila euro]», laddove al padre della vittima (anch´egli impiegato presso ACS) non era affatto chiaro il motivo di questo pagamento, e di avere l´impressione «che la tranquillizzerebbe molto ricevere una lettera di una alta autorità della Chiesa dove si dicesse che una richiesta di beatificazione non avrebbe nessuna possibilità di essere accolta a Roma».
Secondo le informazioni fornite ai giornalisti dalla stessa Aiuto alla Chiesa che Soffre, il 1 ottobre 2010 (37 anni dopo il “fatto”, avvenuto dunque nel 1973) la vittima, avrebbe scritto una lettera all´organizzazione, raccontando del «tentativo di stupro» e affermando di non voler rendere pubblica la storia, ma solo di evitare che padre Werenfried (morto nel 2003) venisse beatificato.
Il ritratto a tinte fosche di padre van Straaten si completa con l´accusa di «sregolatezza» riferita ad «un esagerato consumo di alcol nelle feste con gli amici» con «di conflitti e confronti con diversi collaboratori e collaboratrici».
Il lungo articolo del supplemento Christ&Welt intitolato significativamente “Gut und Böse” (Buono e cattivo) non manca tuttavia di ricordare anche l´altra faccia della medaglia, quella luminosa: le imprese caritative di padre van Straaten. A partire dagli inizi, quando all´indomani della Seconda Guerra Mondiale, cominciò a raccogliere lardo – di qui il suo soprannome, Speckpater (“padre Lardo”) – a favore dei tedeschi affamati, “i nemici di ieri”, come li si chiamava allora. La raccolta di beni proseguì con vestiti, medicine, scarpe, coperte e Bibbie ed infine perfino automobili, per sostenere l´opera di evangelizzazione su quattro ruote. Fino alla fondazione nel 1947, a Tongerlo nel Belgio, dell´opera di Aiuto ai sacerdoti dell´est (Ostpriesterhilfe) che poi sarebbe diventata Aiuto alla Chiesa che Soffre. Un´organizzazione che, come ricordano gli autori dell´articolo Löbbert e Löwisch, nel 2019 ha raccolto la cifra record di 111 milioni di euro in donazioni, serviti a finanziare migliaia di progetti in 140 paesi, dove i cristiani vengono perseguitati o la Chiesa locale manca di mezzi per portare avanti la sua missione.
Dal sito internet dell´ufficio internazionale di Aiuto alla Chiesa che Soffre, il presidente esecutivo di ACS Internazionale Thomas Heine-Geldern, prende le distanze dal fondatore e «condanna qualsiasi forma di comportamento attribuita nell´articolo a padre van Straaten» e si impegna a garantire trasparenza.
Ricostruisce inoltre i fatti dal punto di vista della fondazione. "Nell´anno 2010 – si legge nel comunicato - una persona ha sollevato un´accusa di violenza sessuale contro padre Werenfried van Straaten, che si sarebbe verificata nell´anno 1973. Padre van Straaten era già deceduto nel 2003. L´accusa – prosegue la nota - è stata ritenuta credibile, anche se a causa della morte di padre Werenfried non sono stati possibili ulteriori accertamenti. I responsabili di ACS si sono attenuti alla prassi suggerita in casi di abuso sessuale dalle norme ecclesiali in Germania. É stato pertanto accordato un risarcimento di 16.000 euro alla persona interessata, in segno di riconoscimento del dolore patito. I responsabili di ACS hanno informato immediatamente le autorità ecclesiali competenti. Il corrispondente avvio di un procedimento secondo la giustizia ordinaria non si è dimostrato possibile, dal momento che l´accusato era già deceduto. La persona interessata ha manifestato il desiderio di mantenere i fatti riservati. ACS ha rispettato questo desiderio. Non si ha conoscenza di ulteriori accuse di violenza sessuale nei confronti di padre Werenfried".
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