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Un servizio di EWTN News

Repubblica Ceca, il primo gesuita sulla via della beatificazione è un prete giornalista

Ritratto di padre Adolf Kajpr, morto nel 1959 in una prigione comunista

Potrebbe essere il primo gesuita ceco ad essere beatificato. Padre Adolf Kajpr, giornalista ma soprattutto sacerdote, imprigionato da nazisti e comunisti, è sulla via della beatificazione dopo che la scorsa settimana è terminata la fase diocesana del processo. Ora, tutte le carte sono state trasferite a Roma, per la fase romana della causa.

Padre Kaipr era nato nel 1902, da una famiglia molto povera. Rimase orfano già all’età di quattro anni, e cominciò a lavorare già da bambino. Si iscrisse ad una scuola gesuita di Praga solo quando aveva poco più di venti anni. Quindi, studiò filosofia a Egenhoven in Belgio e teologia a Innsbruck, in Austria, dove fu ordinato sacerdote nel 1935. Dal 1937, visse e lavorò nella chiesa di Sant’Ignazio a Praga, insegnando allo stesso tempo filosofia cristiana alla Scuola Arcidiocesana di Teologia di Praga.

Padre Kaipr fu però soprattutto influente come giornalista. Durante gli Anni Trenta, padre Kaipr divenna particolarmente noto compe predicatore.

A quel punto, cominciò a pubblicare i suoi testi. Era il tempo in cui i nazisti avevano preso il potere in Germania. Nel 1938, Padre Kajpr registrò una serie di esercizi spirituali per la radio Cecoslovacca, purtroppo andati perduti. Ma le sue lezioni, i suoi articoli, i suoi pronunciamenti avevano una grande influenza non solo sui cattolici, ma anche su tutti quanti lo ascoltavano.

Si arrivò al punto che padre Kajpr dirigeva addirittura quattro riviste, tra cui una per la gioventù cristiana, Dorost. Nel suo lavoro, Kajpr cercava di mettere in luce i valori spirituali, per aiutare le persone ad affrontare la disillusine venuta dopo l’accordo di Monaco.

Stipulato nel 1938, l’Accordo di Monaco permetteva alla Germania nazistta di annettere la regione dei Sudeti in Cecoslovacchia. Con l’arrivo dei nazisti, padre Kaipr non ebbe paura nemmeno a denunciare l’abuso dei tedeschi da parte dell’immagine di San Venceslao.

A guerra in corso, nel 1941, fu arrestato dai nazisti a causa degli articoli fortemente polemici sul loro regime. Finì prima imprigionato a Pankrac e Terezin, e poi fu trasportato nei campi di concentramento di Mathausen e Dachau. Vi rimase, fino alla fine della guerra.

A quel punto, c’era un altro nemico da combattere: il regime comunista. Kaipr lo fece con coraggio. Divenne direttore di Katolik, rivista dell’Azione cattolica, e vi riunì molta dell’intellighenzia cattolica ceca e promuovendo un nuovo ruolo dei cattolici nel mondo e un atteggiamento di responsabilità all’interno della società, anche anticipando certe istanze del Concilio Vaticano II. Ma questo impegno durò poco, fino a che i comunisti presero il potere nel 1948.

Nel 1950, Kajpr fu condannato a 12 anni di carcere per alto tradimento in un processo dimostrativo comunista. Trascorse nove anni nel carcere di Leopoldov, dove morì di attacco cardiaco a 57 anni.

I suoi resti furono esumati solo nel 1968, durante il breve periodo della cosiddetta “Primavera di Praga”. I suoi resti sono stati sepolti in una tomba gesuita al cimitero Vysehrad di Praga, e quindi nel 2019, all’apertura della fase diocesana del processo di canonizzazione, deposti in una delle cappelle della chiesa di Sant’Ignazio a Praga, dove aveva celebrato Messa.

Padre Kajpr rientrerebbe, dunque, nel novero dei santi giornalisti, che include anche San Massimiliano Kolbe. Ma, soprattutto, sarebbe il primo gesuita ceco ad essere canonizzato. La sua storia, tra l’altro, è ancora tutta da scoprire.

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