Città del Vaticano , 10 December, 2020 / 9:00 AM
Alla nascita dello Stato della Città del Vaticano nel 1929 Pio XI “si trovò nella necessità di dotarsi di un sistema giuridico completo. Per questo sono stati recepiti i codici civili, penali, di procedura civile e penale che allora erano vigenti nel Regno d’Italia.
Codici che negli anni sono stati aggiornati secondo le esigenze di uno stato sui generis con le “novelle” leggi che costituiscono un’aggiunta o una modificazione a disposizioni contenute in un codice.
Ma trovare il testo completo di quello che ormai è un vero Codice Penale vaticano non era facile.
Noi giornalisti negli anni abbiamo chiesto a lungo che, in considerazione del numero crescente di procedimenti cui abbiamo potuto presenziare, potessimo avere un testo completo. E ancora di più il testo era necessario agli avvocati.
Ricordo personalmente di averne parlato con l’allora Presidente del Tribunale Giuseppe Dalla Torre.
Ora finalmente eccolo. Una edizione della Libreria Editrice Vaticana curata dal Juan Ignacio Arrieta che ne firma anche la introduzione.
Lo Stato della Città del Vaticano segue il codice Zanardelli del 1889, codice di stampo liberale con pene miti, molto diverso dal codice emanato in epoca fascista, il codice Rocco, tuttora, anche se molto modificato, vigente in Italia. Il codice di procedura penale è il Finocchiaro-Aprile del 1913. Da notare che Finocchiaro-Aprile aveva addirittura combattuto con Garibaldi a Monterotondo nel 1867, poi divenne ministro della Giustizia italiano.
Come in Italia in Vaticano ci sono tre gradi di giudizio, e la Cassazione giudica la legittimità di una sentenza e non il merito. Gli interrogatori si svolgono quindi con un magistrato inquirente, e l’imputato ha i suoi avvocati al suo fianco. Dopo la istruttoria formale, con interrogatori ed indagini, ci sarà o il proscioglimento o il rinvio al processo celebrato nell’ aula del Tribunale nel Palazzo dei Tribunali
La fase istruttoria, non è pubblica per garantire l’imputato ed eventuali altre persone ascoltate.
Quello che cambia davvero le procedure è la possibilità per il Papa che è a capo dei tre poteri legislativo, esecutivo e giudiziario, di intervenire in ogni momento della istruttoria o del processo.
Il testo è un punto di riferimento importante come spiega Juan Ignacio Arrieta Ochoa de Chinchetru, segretario del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi dal 15 febbraio 2007 e docente emerito di diritto alla Pontificia Università della Santa Croce.
Il primo cambiamento di rilievo è del 1969 quando fu espressamente abolita la pena di morte per chi attentasse alla vita dal Papa. Una abolizione formale, perché ovviamente nessuno nello Stato nato nel 1929 aveva intenzione di applicarla.
Nel 2008 si confermò che le fonte del diritto nello Stato della Città del Vaticano seguono lo Zanardelli. Ma lo sviluppo dello stato che era nato 91 anni fa ha richiesto molti aggiornamenti anche per l’adesione dello Stato a molte convezioni come quelle monetarie, e poi nel 2013 la riforma grazie alla Legge X e gli aggiornamenti del 26 marzo 2019 per la tutela dei minori.
Per gli studiosi e gli studenti è particolarmente interessante il testo di Arrieta, e ovviamente per chiunque voglia davvero raccontare la vita giuridica dello Stato della Città del Vaticano. Utilissimo in questo senso l’indice analitico curato con gli indici e le note da Maia Luisi, professa perpetua della Fraternità Francescana di Betania, istituto di Vita Consacrata di diritto diocesano. Laureata in Giurisprudenza nel 2002, ha conseguito la Licenza in Diritto canonico del 2009 presso la Pontificia Università della Santa Croce.
Un vero peccato che non si sia organizzata una presentazione pubblica di un testo tanto significativo.
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