Milano, 25 September, 2015 / 4:18 PM
Popolazioni costrette a migrazioni forze causate dalle guerre, ma non solo. C’è chi scappa dal proprio Paese e cerca rifugio nelle “terre d’altri” anche a causa dei disastri ambientali. Se ne è parlato oggi al Conference Centre di Expo dal titolo “Le migrazioni forzate nel Mediterraneo e nel resto del mondo: la terra, fattore di espulsione”.
Durante il convegno, come riporta la agenzia Migrantes della CEI, è stato presentato il Rapporto sulla protezione internazionale in Italia a cura di Caritas Italiana, Fondazione Migrantes, ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), Cittalia, SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) e in collaborazione con l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR).
Per mons. Giancarlo Perego, Direttore generale della Fondazione Migrantes l’Europa oggi è “debole” sui diritti dei rifugiati. Il “sonno” dell’Europa “nega la sua identità solidale”.
Laurens Jolles, Delegato UNHCR ha evidenziato la sua attenzione sui rifugiati siriani che “fuggono dal loro Paese perché hanno perso la speranza del rientro”.
Per il Prefetto Mario Morconi, Capo del Dipartimento Libertà Civili del Ministro dell’Interno in questi 2 anni “abbiamo cercato di costruire infrastrutture e accoglienza stabile”.
Per il rappresentate del Viminale la ripartizione delle quote decisa ieri a Bruxelles rimette in discussione l’ accordo di Dublino.
Daniela Di Capua, Direttrice del servizio centrale dello SPRAR ha evidenziato il bisogno di definizioni di politiche nazionali di autonomia dei rifugiati altrimenti tutta la filiera dell’accoglienza “non ha valore concreto senza coordinamento unico”.
Il Rapporto Protezione Internazionale per Matteo Biffoni, Sindaco di Prato e delegato ANCI per l’immigrazione fa finalmente chiarezza sul tema dei rifugiati in Italia ed ha sottolineato come il fenomeno migratorio oggi “è gestibile, non è emergenza” chiedendo, quindi, una ripartizione di accoglienza in tutti i comuni italiani. “Stiamo lavorando per questo affinché ognuno faccia la propria parte” in una accoglienza diffusa e dignitosa su tutto il territorio nazionale.
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