Roma, 28 October, 2020 / 12:30 AM
Appuntamento confermato il prossimo 29 ottobre alle 20.30 nella Basilica di San Giovanni in Laterano per la Veglia Missionaria che conclude il mese di ottobre.
Il cardinale vicario Angelo De Donatis consegnerà anche il mandato diocesano a sei tra fratelli e sorelle della diocesi che partiranno per la missione ad gentes appena sarà possibile. “Tessitori di fraternità. Eccomi, manda me!” è il tema che farà da filo conduttore alla veglia, durante la quale porteranno la propria testimonianza suor Annamaria Panza, missionaria dell’Immacolata del Pime, impegnata in Bangladesh, e don Alfredo De Marco, sacerdote della diocesi di Roma fidei donum in Messico.
La veglia sarà trasmessa in streaming sulla pagina Facebook della diocesi di Roma e di AciStampa.
Spiega don Michele Caiafa, addetto del Centro per la cooperazione missionaria tra le Chiese della diocesi di Roma: “Il tema che abbiamo dato quest’anno è quello suggerito da Missio Italia. Un invito, una scoperta vocazionale, che trova la sua origine nel messaggio inviato da Papa Francesco per la Giornata missionaria mondiale”. In qualche modo, prosegue il sacerdote, “ci proponiamo di unire i due grossi messaggi contenuti nel titolo. “Eccomi, manda me” è la proposta di Isaia al Signore, ma a fare cosa? A essere “tessitore di fraternità” è la risposta, cioè un rinnovato impegno che tutti noi cristiani dobbiamo assumerci. Dobbiamo essere tessitori di accoglienza – prosegue don Caiafa –, premurosi nel prenderci cura degli altri, avere l’audacia e la mitezza della propria fede, impegnarci nel far prevalere sempre il bene comune… Essere, in sintesi, segni concreti della misericordia di Dio. Generare umanità, quell’umanità che il mondo si attende e che Dio ha scelto per rivelarsi. È il mistero della nostra fede”.
Il mandato sarà consegnato a coloro che, durante l’anno pastorale, dovrebbero partire per la missione. Quest’anno sono sei le persone che lo riceveranno, ma a causa dell’emergenza sanitaria non si sa quando potranno partire. “Il tempo che stiamo vivendo – riflette ancora don Caiafa – può essere davvero una palestra per esercitare uno sguardo contemplativo, che della missio ad gentes è pane quotidiano. Il missionario scorge lo sguardo di Dio anche laddove c’è miseria, sofferenza, povertà”.
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