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Fede e tradizioni, la pia pratica del Quadrante della Misericordia a Roma

Un’oasi di silenzio nel cuore di Roma. A pochi passi dalla frenetica vita universitaria romana, a pochi passi da Viale Regina Margherita (una delle vie più eleganti capitoline) c’è una strada, silenziosa, ricca di alberi e fronde. Un piccolo paradiso della Capitale. Una piccola salita porta a un luogo di preghiera, di silenzio, di clausura. E’ Via dei Villini. Qui si erge con mura austere il monastero delle “Figlie del Cuore di Gesù”, ordine fondato da suor Maria Deluil-Martiny. Il 20 giugno 1873, suor Maria fondò il primo Monastero dell'Istituto delle Figlie del Cuore di Gesù a Berchem-Anversa.

Ebbe inizio allora una nuova famiglia religiosa claustrale e Maria ricevette il nome di Madre Maria di Gesù. La Congregazione oggi, oltre la Casa Generalizia di Roma, si trova a Venezia Lido, a Marsiglia in Francia, a Schwyz in Svizzera, a Hall in Austria e a Lasinya in Croazia.

Aci Stampa, in esclusiva, è andata a trovare queste sorelle che vivono l’intera vita nella preghiera e nel silenzio, dietro le sbarre della clausura. Le “Figlie del Cuore di Gesù” sono dedite a una pia pratica, nata nel 1882 dalla Guardia d’Onore al Sacro Cuore di Gesù, denominata “Quadrante della Misericordia”. Questa Guardia fu ispirata a suor Maria Bernaud dallo stesso Gesù e cominciò ad esser praticata nel Monastero della Visitazione in Bourg (Francia). Leone XIII la dichiarò Arciconfraternita per la Francia e per il Belgio il 26 novembre 1878. Padre Baccichetti dell’Ordine di San Camillo (all’epoca l’ordine si chiamava “Ministri degli Infermi”) la trapiantò in Italia. Fu a Roma, il primo centro di questa particolare Arciconfraternita, con il beneplacito dello stesso papa Leone XIII.

Ma cosa vuol dire “Quadrante della Misericordia”? In cosa consiste questa pia pratica così antica? Lo domandiamo a Suor Maria Giovanna che - assieme ad altre sette sorelle di quattro nazionalità - vive nel convento di Via dei Villini e che dedica la sua vita alla contemplazione e alla preghiera.

“Il quadrante della misericordia è un quadrante, appunto, che viene posto dietro alle mura dove c’è un piccolo coro per la preghiera. Nella cappella annessa, dove c’è sempre esposto il Santissimo c’è sempre una sorella a pregare. E’ importante che le intenzioni di preghiera che ci vengono da tutto il mondo siano vicino al cuore di Gesù Eucaristico. La persona che fa iscrivere le proprie iniziali o di una o più determinate persone viene posta nel quadrante che - come dicevo - posizionato dietro il tabernacolo, presentato a Gesù. Noi preghiamo per quelle persone, per quelle anime e la Misericordia del Signore veglia su loro”.

Ma quante sono le richieste? Come avvengono? Ci sono persone che vengono a trovarvi per richiedere preghiera?

“Beh, prima il passaggio delle persone era di più. Nel 2007 abbiamo dovuto chiudere questa casa per un periodo temporaneo. Poi abbiamo riaperto nel 2012, ma il dialogo - sinceramente - con la realtà che è fuori si è un po’ interrotto. Poi il covid, ultimamente, ha amplificato un po’ il tutto. Quello che notiamo, invece, che le richieste di preghiera sono aumentate soprattutto grazie alla nostra email e al telefono. Ci giungono molte richieste tramite questi due mezzi. E noi, come sempre, scriviamo le iniziali delle persone che richiedono preghiera nel quadrante. Lì, sono al sicuro perchè sono vicino a Cristo, vicino al suo cuore. E assieme al suo, con quello della Vergine Maria, sua madre e nostra”.

I due cuori. Il simbolo, il sigillo della vostra congregazione. Questo importante simbolo pone lo spunto per una domanda sul nostro presente. Un presente così travagliato non solo dalla pandemia, possiamo dirlo. In fondo, forse, quest’ultima ha solamente esasperato quello che da tempo cominciava a essere nell’aria: non pensa che da tempo ci siamo dimenticati di questo organo, di questo muscolo, il cuore. Non pensa? Dove stiamo andando? Lo chiedo alla suora di clausura, alla religiosa che vive in queste mura la propria vita.

Il cuore è tutto. Quando manca, c’è il nulla. E questi cuori sono l'espressione concreta di un Amore che si è fatto carne. Man mano che ci si allontana da questi cuori, ci si allontana dall’Uomo. Noi non siamo  l’uomo diventa sempre più cattivo. Nelle famiglie stesse, più duri, meno amorevole, più egoisti. Bisognerebbe riscoprire tutto il senso del cuore di Gesù. Forse andrebbe riscoperto, approfondito. L’uomo cerca di aggrapparsi sempre più a se stesso, e sembra quasi che tutto lui può. La pandemia ci insegna che l’Uomo è fragile. Un piccolo virus può scomporre il mondo intero. L’orgoglio umano è la tentazione di sempre. L’orgoglio è quello che ci metterà sempre l’ostacolo con Dio e con gli Uomini. Parenti che si sono massacrati. Sciocca tutto. Ad esempio l’assassino della coppia  è una pazzia. E siamo tutti a rischio di pazzia. Io capisco che l’uomo debba fare sempre meglio...ma non deve mai perdere l’equilibrio, il limite. E’ importante che abbia la coscienza della sua fragilità. Mai avere il delirio dell’onnipotenza.

E qui forse torniamo ai due cuori. Loro stessi hanno vinto perchè uniti, nella umiltà. No?

Eh sì. E’ vero. Gesù è venuto attraverso Maria. Lui vuole vincere con l’Amore. Gesù ha avuto bisogno di Maria. E Maria ci dice: “Fate quello che lui vi dirà”. Le due figure sono legate in maniera davvero profonda. Il cuore di Gesù trafitto è simbolo potente di questo innamoramento fino alla “follia della Croce” del Creatore per la sua creatura. Se l’amore è il dono supremo, se è il carisma più importante, il ricordo del Sacro Cuore costituisce il richiamo più prezioso e fruttuoso ad un cammino di fede che guardi all’Amore come l’amato per eccellenza. L’Amore è importante che occupi il primo posto, che venga prima di ogni cosa, che sia sopra tutte le cose.

 

 

 

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