Firenze, 03 September, 2020 / 4:00 PM
“Forward in tradition” (avanti nella tradizione). Questo il motto della “Sacred Art School” di Firenze, nata per promuovere l’inventiva nell’arte e nell’artigianato artistico al servizio della Chiesa Cattolica. Una “scuola-bottega” dove gli studenti, mediante la realizzazione di opere d’arte sacra,
possono approfondire la loro conoscenza teorica e pratica della fede. Per comprendere meglio le peculiarità di questa realtà, per ACI Stampa abbiamo intervistato il Presidente della scuola, la professoressa Stefania Fuscagni.
Innanzitutto, come nasce la “Sacred Art School” di Firenze e qual è la sua missione?
La scuola nasce nove anni fa dall’idea di alcuni artisti, primo fra tutti Dony MacManus, di creare uno spazio in cui giovani artisti, e aspiranti artisti, interessati all’arte sacra, potessero formarsi. Può sembrare strano ma in occidente dopo secoli di arte sacra di grande qualità e originalità non esisteva più un luogo che avesse questo semplice scopo. Naturalmente ci sono le Accademie di Belle Arti, in Italia, come all’estero, ma per complesse ragioni storiche e filosofiche, il loro obiettivo centrale, da un certo momento in poi, non è più lavorare sul “mistero cristiano”. Questo è avvenuto perché la cultura non era e non è più cristiana. Vede, la ricerca artistica del Novecento si è progressivamente secolarizzata e individualizzata, fino all’attuale frammentazione. Tutto questo è avvenuto a livello di istituzioni, di scuole, mentre nella vita personale degli artisti la voglia di sacro non è mai mancata. Il Novecento, a dispetto della cultura organizzata, delle “strutture culturali”, annovera un gran numero di artisti con una profonda sensibilità spirituale. Basterebbe citare i casi di Chagal, di Gaudì, perfino di Fontana, tra i più laici. Ma l’elenco potrebbe essere lungo. Tutti questi artisti si sono interessati al sacro, e anche al sacro cristiano, ma senza avere l’occasione di riflettere a questi temi a partire dal pensiero cristiano. Ci sono arrivati con le loro gambe, con l’arte e l’intuito, ma senza teologia, senza consapevolezza di ciò che ha significato e significa per i cristiani l’arte sacra. Negli ultimi anni anche le Accademie di Belle Arti si stanno interessando al sacro, riconoscendo che esso è un tema intramontabile, ma anche loro lo affrontano dal solo lato estetico, e non, come facciamo noi, a partire dalla Sacra Scrittura, dalla liturgia, dalla spiritualità, che è poi la vera e principale fonte dell’arte sacra cristiana fin dalle origini. Per fare arte sacra occorre tecnica e sensibilità artistica ma anche ricerca di Dio, pensiero e vita cristiana. Arte e fede (o almeno ricerca di Dio) insieme. L’una senza l’altra non portano all’obiettivo. La nostra scuola, vuole essere uno spazio in cui coltivare entrambe le dimensioni. Ciò, tra l’altro, ci permette di valorizzare la tradizione artistica cristiana, venti secoli di arte figurativa innovativa e vitale, senza dimenticare la ricerca, lo studio e la comprensione del tempo in cui viviamo.
A chi si rivolge la “Sacred Art School”?
In un primo tempo ci siamo rivolti agli studenti provenienti dalle Accademie o dalle scuole d’arte,sia in Italia che dall’estero. Le discipline artistiche che insegnamo sono disegno, pittura, scultura e oreficeria. Negli ultimi anni ci stiamo rendendo sempre più conto che l’arte sacra nasce dalla comunità cristiana e che quindi oltre agli artisti dobbiamo includere nel nostro percorso di approfondimento anche coloro che sono interessati alla via della bellezza, come percorso di avvicinamento a Dio, sia dal lato teologico che storico-artistico. Per questo stiamo pensando a corsi che si rivolgano anche alle guide turistiche, a chi vuol lavorare nei musei d’arte sacra, agli uffici dell’arte sacra delle diocesi, agli insegnanti.
Qual è l’offerta formativa della scuola e i suoi relativi sbocchi professionali?
Sul fronte dell’offerta formativa, offriamo un master di primo livello blended (ossia impartito online e in presenza, presso i nostri laboratori) e un corso di perfezionamento, che abbiamo ideato con la IUL, un’università pubblica espressione dell’Università degli studi di Firenze e di INDIRE.
Abbiamo poi i corsi di specializzazione triennali in Pittura, in Scultura e in Oreficeria. Per dare il massimo della duttilità ai percorsi formativi personalizzati offriamo anche corsi brevi, trimestrali, estivi o a cadenza settimanale. Per tutti i nostri studenti, da qualche anno, abbiamo ideato percorsi di approfondimento sotto il titolo di “Dialoghi per capire”. Quest’anno ci dedicheremo al tema del “Respirare a due polmoni”, ossia al rapporto sempre creativo e fecondo tra la tradizione spirituale e artistica Orientale e Occidentale.
A settembre si svolgerà la seconda edizione di un corso molto particolare, un percorso dedicato a persone “non vedenti”. Ci potrebbe raccontare questa singolare iniziativa?
I “non vedenti” a causa della loro disabilità tendono a sviluppare meglio altri sensi, come quello dell’udito e del tatto. Uno scultore “non vedente” e interessato al sacro è venuto a bussare alla nostra porta, e insieme a lui è nato il corso. La prima edizione risale a cinque anni fa. Si tratta di un
corso breve ed intenso che ha dato molta soddisfazione a tutti, producendo risultati artistici di tutto rispetto, ed una grande esperienza e riflessione didattica.
La “Sacred Art School” è impegnata in numerose realizzazioni di opere d’arte importanti che vede la partecipazione anche di molti studenti. Come viene integrato il binomio studio-lavoro?
Questo aspetto è importantissimo: siamo una “scuola-bottega”, nella quale i giovani artisti, sotto la guida dei loro maestri contribuiscono alla creazione di opere pubbliche, per Chiese o per comunità
religiose, e private. Negli anni abbiamo realizzato centinaia di opere, alcune delle quali, per importanza, valore e dimensione, sono state oggetto di pubblicazioni specifiche o di documentari, e che sono andate ad arricchire il patrimonio artistico cristiano.
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