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Un servizio di EWTN News

Coronavirus, da ACN oltre 650 mila euro di aiuti ai cristiani di Pakistan e Siria

Le condizioni di vita dei cristiani in tanti paesi del mondo, già difficili per via di povertà, discriminazioni o addirittura persecuzioni, sono peggiorate ulteriormente con la diffusione della pandemia del coronavirus e le conseguenti misure restrittive, della mobilità e del commercio, assunte a marzo.

È il caso, per esempio, del Pakistan, dove i cristiani, con il 2% della popolazione, rappresentano una infima minoranza in un paese largamente musulmano. Tre vescovi del Pakistan, delle diocesi di Faisalabad, Islamabad-Rawalpindi e Lahore, hanno così chiesto aiuto alla fondazione pontificia Aid to the Church in Need (Aiuto alla Chiesa che Soffre Internazionale, ACN International) per varare un piano di aiuti ai cristiani più colpiti dal lockdown dovuto al covid-19.

L´opera pontificia, fondata nel 1947 dal padre premostratense Werenfried van Straaten, ha risposto alla richiesta di aiuto approntando un pacchetto di sostegni per un ammontare iniziale di 150 mila euro. Gli aiuti, sotto forma di pacchi cibo, andranno a 5.000 famiglie cristiane pakistane, che già prima dell´inizio della crisi del coronavirus vivevano sotto la soglia di povertà. Secondo dati ufficiali (aggiornamento del 21 giugno) in Pakistan ci sono 176.617 infetti da coronavirus e 3.501 persone morte a causa del covid-19. Le due province più colpite sono Sindh e Punjab.

"Il coronavirus e il lockdown – ha commentato il presidente esecutivo dell´opera pontificia, Thomas Heine-Geldern - hanno privato i cristiani delle loro già scarse risorse per vivere, costringendoli a vivere in luoghi sovraffollati con risorse infime. Non potevamo abbandonarli alla scelta tra fame e infezione".

Lo scorso maggio, Cecil Shane Chaudhry, direttore esecutivo della Commissione nazionale per la Giustizia e la Pace, una organizzazione umanitaria di ispirazione cattolica, ha riferito all´ufficio britannico di ACN, che alcune NGO e moschee avrebbero invitato i cristiani a tenersi lontani dalla distribuzione di cibo e altre suppellettili. In Pakistan i cristiani sono spesso costretti a lavori giornalieri, i primi ad essere stati soppressi per via delle restrizioni dovuti alla pandemia di coronavirus. Oppure svolgono lavori umili che li espongono di più al rischio contagio.

Diversi gli episodi di discriminazione di cristiani nel Pakistan in relazione agli aiuti per il covid-19. In un villaggio nei pressi di Lahore, ha aggiunto Cecil Shane Chaudhry, sono stati negati aiuti in cibo ai cristiani. Nel distretto del Punjab Kasur, nel villaggio di Sandha Kalan, altre 100 familglie cristiane sono state escluse dalla distribuzione di cibo.

"I programmi di aiuto sostenuti dallo Stato – prosegue il presidente di ACN in una nota – escludono le minoranze religiose, che sono di fatto cittadini di seconda classe e raramente riescono ad accedere a queste forme di sotegno. La discriminazione religiosa in Pakistan è fenomeno ben noto. Quello che rattrista è vedere come queste minoranze, durante la crisi di covid-19, siano state chiaramente svantaggiate".

Nella diocesi di Faisalabad il programma di aiuti varato da ACN prevede non solo la distribuzione di cibo, ma anche campagne di sensibilizzazione per radio e social media, volte ad informare le famiglie sui rischi del contagio e su come proteggersi dal virus. Conformemente alla vocazione pastorale dei suoi interventi di aiuto, l´opera pontifica ACN distribuirà anche mascherine ai fedeli nelle chiese, ai sacerdoti, e ai team di catechisti e volontari per consentire loro di proseguire la loro missione pastorale e sociale.

La fondazione ACN invierà inoltre più di 500 mila euro di aiuti anche ai cristiani di Siria, provati da oltre 9 anni di guerra e dalle sanzioni economiche che colpiscono il Paese. I destinatari degli aiuti saranno 20.550 famiglie cattoliche, ortodosse e protestanti. In Siria, come in Pakistan, le restrizioni dovute alle misure di prevenzione del coronoavirus, con la chiusura di negozi e scuole, hanno messo a dura prova le già scarse possibilità finanziarie della Chiesa locale.

"Ogni famiglia – spiega ancora Heine-Geldern - riceverà un sussidio di 25 euro, in modo da poter acquistare cibo e prodotti per l´igiene, utili a proteggersi dal virus. Anche se potrebbe sembrare una somma irrisoria, essa rappresenta approssimatamente la metà degli introiti mensili di una famiglia siriana media ed è dunque un bel salvagente. Questo sussidio raggiungerà molte persone, ma andrà incrementato presto, prima che il virus si espanda nell´intero paese".

Il programma di aiuti è suddiviso in sette progetti, in modo da raggiungere capillarmente diverse zone geografiche della Siria. Il programma raggiungerà, tra le altre, 6.190 famiglie di Aleppo, 7.680 di Homs e 400 famiglie delle città di Al-Hassakeh e Al-Qamishli, nel nord-est della Siria, in un´area ancora coinvolta dai combattimenti.

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