Città del Vaticano , 17 May, 2020 / 7:27 AM
È un mondo che vive in assenza del Padre, che quindi non riesce a definirsi come una famiglia di fratelli, e che dunque è in conflitto, quello descritto da Papa Francesco nella Messa del mattino a Santa Marta. Messa dedicata dal Papa a quanti puliscono “strade e ospedali, svuotano i bidoni della spazzatura”, facendo “un lavoro che nessuno vede, ma che è necessario per sopravvivere”.
Penultima Messa in diretta del mattino di Papa Francesco. Domani, centenario di San Giovanni Paolo II e poi, con l’inizio delle Messe con concorso di popolo, le Messe saranno disponibili solo in sintesi sui mezzi vaticani, come succedeva prima della pandemia.
Il passo del Vangelo è quello in cui Gesù dice ai discepoli che pregherà il padre che mandi loro un paraclito, perché non restino “orfani” dopo che lui dovrà andare.
Papa Francesco sottolinea che Gesù difende i discepoli “da quel senso doloroso dell’orfanezza”, un senso di mancanza del Padre che si verifica oggi nel mondo.
La ricerca del Padre – dice il Papa – “si ripete nella storia dell’umanità, anche i miti antichi raccontano della ricerca del padre che manca”.
Papa Francesco sottolinea che “oggi possiamo dire che viviamo in una società dove manca il Padre. Il senso di orfanezza che tocca proprio l’appartenenza e la fraternità”.
È per questo che Gesù promette che pregherà il Padre perché mandi un paraclito e “ricordi l’accesso al Padre”:
“Lo Spirito Santo – chiosa Papa Francesco- non viene per farsi i suoi clienti, viene per ricordare l’accesso al Padre, quello che Gesù ha aperto, quello che Gesù ha fatto vedere. Non esiste una spiritualità del Figlio solo o dello Spirito Santo solo. Il Figlio è l’inviato dal padre e torna dal Padre, lo Spirito Santo è inviato dal Padre per ricordare e insegnare l’accesso al Padre”.
Papa Francesco sottolinea che “soltanto con questa coscienza di figli che non sono orfani si può vivere in pace tra noi. Le guerre, sempre, siano esse piccole o grandi, hanno una dimensione di orfanezza. Manca il Padre che faccia la pace”.
Il lavoro dello Spirito Santo è descritto dalla Lettera di Pietro, la seconda lettura della domenica, in cui il primo degli Apostoli invita a dare le ragioni della propria speranza con dolcezza, rispetto, retta coscienza. “È la mitezza che dà lo Spirito Santo”, dice Papa Francesco.
E continua: “Lo Spirito Santo ci insegna questa mitezza dei figli del Padre. Non ci insegna a insultare. Una delle conseguenza del senso di orfanezza è l’insulto, le guerre, perché se non c’è Padre non ci sono i fratelli”. Lo Spirito Santo porta piuttosto “dolcezza, rispetto, mitezza” parte di un “atteggiamento di appartenenza ad una famiglia che si cura di avere un padre”.
Ricorda Papa Francesco: “Noi abbiamo un Padre che è l’origine di tutto, il centro di tutto, la salvezza di tutti perché ha inviato suo figlio a salvarci tutti e invia lo Spirito Santo a inviarci l’accesso al padre”.
Il Papa infine invita a pregare lo Spirito Santo “che ci ricordi sempre l’accesso al padre e che questa società che ha un grande senso di orfanezza abbia la grazia di ritrovare il Padre”, il quale dà senso a tutta la vita e fa che gli uomini siano una famiglia”.
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