Roma, 11 May, 2020 / 12:30 AM
Ho conosciuto la Comunità delle monache benedettine del SS. Sacramento di Montefiascone (Viterbo) circa dieci anni fa, quando mi recai con degli amici a visitare una carissima sorella appena entrata nel monastero San Pietro. In questi giorni, parlando con la Madre Priora, sono venuto a conoscenza della grave situazione economica che le madri stanno affrontando. Per questo col permesso delle monache, preoccupato per la situazione del loro stabile e con certezza dell’importanza spirituale (oltre che storica e artistica) di questa comunità, vorrei chiedere a tutti una mano affinché si possano realizzare le riparazioni più urgenti.
L’emergenza sanitaria da Coronavirus, e la quarantena a cui è stato sottoposto l’intero paese per circa due mesi, ha messo in ginocchio l’economia italiana. Molte aziende, grandi e piccole, sono in grave crisi, alcuni settori sono stati colpiti in maniera particolarmente forte. La pandemia non ha risparmiato neanche quelle comunità che da secoli sono il più efficace modello di gestione aziendale: i monasteri benedettini.
Nel centro storico di Montefiascone (VT), su un colle che si affaccia sul Lago di Bolsena, sorge il monastero San Pietro delle Monache Benedettine del Santissimo Sacramento.
Il monastero ha origini antichissime: fu fondato circa nel 600 dopo Cristo, è dunque un bene di grande valore storico, artistico e spirituale. Nel 1924, al carisma benedettino, si aggiunse quello eucaristico che ebbe origine in Francia ad opera di Madre Mectilde de Bar (1614-1698). Esso consiste nell’adorazione perpetua al Santissimo Sacramento, e alla riparazione delle offese che si commettono contro di esso.
Attualmente vivono tredici sorelle che hanno rinunciato al mondo, per dedicarsi alla vita monastica contemplativa, a beneficio della società di oggi, oltre all’ accoglienza dei pellegrini diretti a Roma. La fonte di reddito del monastero deriva dalla produzione artigianale di ostie per la comunione, confezioni di rosari e altri oggetti religiosi, dalla pensione di quattro monache anziane e dalle offerte dei pellegrini di passaggio nei mesi estivi.
In questo periodo, a causa del totale lock-down, il monastero si è visto cancellare tutte le prenotazioni dei gruppi che avrebbero dovuto ospitare nei prossimi mesi, fino a giugno. Di pellegrini neanche l’ombra e la mancanza di fedeli azzera gli ingressi per le vendite del materiale confezionato dalle madri. Il nutrimento per l’anima certamente non manca, a quello corporale contribuiscono il banco alimentare di Roma e la Protezione civile, le offerte di qualche privato (come quelle di un Pastore protestante che regolarmente fornisce frutta al monastero). Inoltre le monache hanno iniziato a coltivare l’orto piantando piante di verdura e insalata. Ma l’edificio ha i suoi costi, e oltre alle bollette da pagare, richiede degli interventi urgenti di tipo strutturale che non è più possibile procrastinare.
Dal 1992, l’edificio presenta dei problemi di progressivo deterioramento. Per mancanza di risorse economiche sono stati presi provvedimenti soltanto temporanei; tuttavia, i problemi più importanti non sono stati risolti.
Nel 2015, l’edificio ha iniziato a presentare notevoli crepe e fessure nei tre piani, della parte meridionale del Monastero. È chiaramente visibile, con il passare dei mesi e degli anni, che il problema diventa sempre più acuto, anche per le vibrazioni stradali intense, soprattutto nelle ore serali e del primo mattino, a causa dei veicoli pesanti.
I problemi strutturali dell’antico complesso attualmente non si possono più sottovalutare, come da perizia dei mesi scorsi, per cui il bisogno d’intervento è una questione di massima importanza. Si dovrebbe iniziare dal consolidamento delle fondamenta. Dal 2000, circa, sono stati richiesti servizi professionali a diversi ingegneri e architetti per lo studio e l’analisi del problema; questi professionisti hanno provveduto a informare la “Soprintendenza delle Belle Arti” e il Consiglio Comunale sulla gravità del problema, senza ricevere alcuna risposta o aiuto per risolverlo.
Ho voluto riassumere, con l’aiuto delle monache, la situazione del Monastero San Pietro per chiedere a tutti un contributo, un aiuto economico, finalizzato a risolvere i problemi più urgenti.
Così suor Maria, la Madre priora, vuole ringraziare anticipatamente tutti coloro che vorranno contribuire con una donazione: «Ci rivolgiamo a tutti voi, con fiducia e tanta fede in Dio, perché abbiamo visto che la sua misericordia non ci ha mai deluse. Ringraziamo e benediciamo Dio per la generosità che è nel vostro cuore nell’ aiutare i più bisognosi. Offriamo le nostre umili preghiere e chiediamo al Signore che conceda la sua benedizioni a voi e a tutti i vostri cari. Possa il Signore concedervi il centuplo».
Come aiutare il monastero:
Conto corrente postale: 12380010
CREDITO VALTELLINESE S.c. IBAN: IT76N0521673160000000001768 BIC: BPCVIT2S Intestato a: MONASTERO SAN PIETRO
Indirizzo: Via Giuseppe Garibaldi, 31, 01027 Montefiascone VT Telefono: 0761 826066 email: benedettineap.mf@gmail.com Sito ufficiale: http://www.monasterosanpietromontefiascone.com/
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