Roma, 04 May, 2020 / 9:00 AM
È sempre così tra Pasqua e il 4 maggio, festa liturgica della Sacra Sindone, riemergono i soliti disinformati con teorie vecchie e superate. Come quella che la Sindone sia un “manufatto medioevale”.
Ci cascano anche noti storici dell’arte. Eppure basterebbe leggere qualche libro divulgativo per non fare certi errori.
E per avere una corretta conoscenza della storia e delle ricerche sulla Sindone si può cominciare da giovani.
Da poco è stato pubblicato un libro della sindonologa Emanuela Marinelli dedicato proprio ai ragazzi (M. Fasol – E. Marinelli, Gesù e la Sindone, Aracne 2020). A dire il vero il libro, arricchito della prefazione del Cardinale Angelo De Donatis, vicario di Roma, va benissimo anche per gli adulti. Soprattutto per chi pensa di sapere e non sa. Il volume ha una parte storica, curata da Marco Fasol, docente di Filosofia, che riguarda la storicità dei Vangeli, e una scientifica, che riguarda la Sindone, curata da Emanuela Marinelli.
Allora partiamo da qui, dal settimo capitolo del libro: siamo certi che la Sindone non è un manufatto? Perché?
Molte analisi scientifiche avvalorano l’autenticità della Sindone: la grande abbondanza di pollini di provenienza mediorientale e di aloe e mirra; la presenza di aragonite simile a quella trovata nelle grotte di Gerusalemme; una cucitura laterale identica a quelle esistenti su stoffe ebraiche del primo secolo rinvenute a Masada; cospicue tracce di DNA mediorientale.
Sulla Sindone è visibile l’impronta in negativo del corpo che vi fu avvolto, oltre alle macchie del suo sangue, che alle analisi è risultato vero sangue umano, decalcatosi dalle ferite del cadavere in un tempo valutato attorno alle 36-40 ore. L’immagine umana, dovuta a disidratazione e ossidazione delle fibrille superficiali del lino, non è stata prodotta con mezzi artificiali. Non è un dipinto né una stampa: sulla stoffa è assente qualsiasi pigmento. Non è il risultato di una strinatura e non è nemmeno il risultato dell’uso di pigmenti acidi; si potrebbe spiegare solo ammettendo che il corpo abbia emesso una radiazione luminosa.
È ormai dimostrato che la datazione radiocarbonica non fu esatta e non ha valore ?
La documentazione dei dati grezzi, cioè di tutte le misure effettuate nel 1988 per la datazione radiocarbonica della Sindone, è stata rilasciata dal British Museum nel 2017 a un ricercatore francese, Tristan Casabianca. L’analisi statistica di quei dati, condotta da Casabianca insieme a me, a Benedetto Torrisi, docente di Statistica economica all’Università di Catania e a Giuseppe Pernagallo, data analyst, è stata pubblicata su Archaeometry il 22 marzo 2019. Questa ricerca conferma in modo inequivocabile la disomogeneità dei conteggi del radiocarbonio usati per la datazione, probabilmente a causa di un contaminante non rimosso dalle operazioni di pulizia preliminari. Le forti disomogeneità tra i tre laboratori e all’interno dei laboratori sono campanelli d’allarme che confermano la non rappresentatività statistica dei frammenti di tessuto utilizzati nella campionatura. L’eterogeneità dei dati conduce ad affermare che la datazione espressa su Nature nel 1988 non sia quella corretta.
Perché secondo lei ci sono ancora persone così poco informate sui risultati delle ricerche scientifiche?
La maggior parte delle persone, ovviamente, non può leggere i lavori scientifici pubblicati su riviste specialistiche, oltretutto in inglese. È chiaro che la gente comune prende le notizie dai mezzi di comunicazione di massa e se questi non veicolano le informazioni giuste, per loro ignoranza o per malafede, la gente ne resta ingannata. Per questo motivo ho curato un altro testo (Nuova luce sulla Sindone, Ares 2020) che raccoglie nella prima parte i contributi di vari autori su temi molto interessanti, come la figura di Giuda Taddeo, la verosimile identificazione della Sindone con il Mandylion di Edessa, le fonti arabe (cristiane e musulmane) che parlano del Mandylion, l’influenza dei lini sepolcrali di Cristo sulle liturgie medievali, i risultati delle più recenti ricerche scientifiche, mentre nella seconda parte il lettore può arricchirsi spiritualmente con le meditazioni sulla Sindone dell’indimenticabile vaticanista Orazio Petrosillo. Tutto questo per favorire la conoscenza della Sindone in modo divulgativo ma rigorosamente documentato.
Quest’anno il Sabato Santo abbiamo avuto una ostensione particolare del Sacro Lino, vuol dire che ci sono molti fedeli che traggono forza spirituale da quella reliquia?
Questa ostensione straordinaria della Sindone nel tempo della pandemia del Covid-19 ha commosso il mondo: circa un miliardo di persone ha seguito la preghiera dell’Arcivescovo di Torino e Custode della Sindone, Mons. Cesare Nosiglia, attraverso le tv e i social. Certamente la preziosa reliquia trasmette una grande forza spirituale, perché in un tempo di grande sofferenza conferma che la morte non è il nostro ultimo destino. Vediamo un lino macchiato di sangue, vediamo ferite causate da orribili torture, vediamo una stoffa essa stessa gravemente danneggiata da un incendio. In quei segni è riassunto tutto il dolore del mondo. Come un glorioso stendardo consunto dalle guerre, la Sindone narra in modo visivo le traversie subite e al tempo stesso il dramma che ha racchiuso per poche ore nel sepolcro di Gerusalemme. Orazio Petrosillo diceva che la Sindone è la fotonotizia dal Calvario. Ma nella tragedia, ecco la speranza: la serenità di quel volto, da cui traspare la luce della risurrezione.
Da poco abbiamo celebrato la festa della Divina Misericordia, l’immagine diffusa non è quella originale che tra l’altro ha un volto sindonico, può spiegarci meglio di cosa si tratta?
Il volto più diffuso di Gesù della Divina Misericordia non è quello originale fatto dipingere da suor Faustina Kowalska. Il quadro originale sembrava essere andato perduto e allora dopo la morte di Suor Faustina ne è stato realizzato un altro, quello maggiormente diffuso, che però si discosta parecchio dai tratti descritti da Suor Faustina. Il fatto interessante è che il secondo quadro non somiglia al Volto sindonico, mentre il primo è perfettamente sovrapponibile. Tutte le peripezie del quadro originale e la sua somiglianza con la Sindone sono descritti in un libro del giornalista David Murgia (Suor Faustina & il Volto di Gesù Misericordioso, Ares 2018).
Ai giovani che si fermano davanti al suo nuovo libro (ormai saranno una ventina i suoi volumi) che cosa direbbe per invogliarli a leggerlo?
Direi che è un libro pensato per loro: infatti, con una felice intuizione, il prof. Fasol mi ha proposto di impostarlo a domande e risposte, per alleggerire la forma mantenendo inalterata la sostanza. Ho subito accettato e insieme abbiamo profuso nel libro tutta la nostra esperienza di insegnanti di scuola superiore. Non è stato difficile per noi immaginare l’ipotetico ragazzo che ci pone quesiti.
Qualche indicazione on line di conferenze etc da vedere in questo tempo in cui non abbiamo neanche la possibilità di partecipare alla Messa?
Oggi si celebra la festa liturgica della Sindone, istituita da Papa Giulio II nel 1506. Normalmente viene celebrata solennemente con una Messa nella Cattedrale di Torino e con un’analoga celebrazione a Roma a Santa Croce in Gerusalemme, dove ha sede il Centro Diocesano di Sindonologia “Giulio Ricci”. Data la situazione attuale, non ci potremo riunire fisicamente, ma attraverso i social potremo seguire la celebrazione della Messa della Sindone che si terrà a Torino in Arcivescovado nel pomeriggio del 4 maggio, alle 17.00 Ma già dalla mattina è possibile seguire su Facebook un evento virtuale sulla pagina “Festa della Sindone 2020”: si succederanno interventi di vari studiosi della Sindone che illustreranno con una serie di video i loro studi. Per quanto riguarda le conferenze, ce ne sono moltissime su youtube. Sono molto interessanti, ad esempio, quelle della serie “Sindone, un mosaico di ricerche”. Un’occasione per lasciarsi prendere dal fascino della scoperta di questa straordinaria bandiera della pace, di cui abbiamo tanto bisogno, ora più che mai in questo tempo difficile: idealmente carezziamo la Sindone come la donna malata che toccò il mantello di Gesù e fu guarita. Di questo abbiamo bisogno, di essere risanati, nel corpo e ancora di più nello spirito.
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