venerdì, novembre 22, 2024 Donazioni
Un servizio di EWTN News

Vaticano. L'impegno per i migranti a partire dalle sue due parrocchie

La parrocchia di Sant'Anna in Vaticano

La concretizzazione dell’appello del Papa per l’accoglienza dei migranti parte fin da dentro il Vaticano. Almeno due famiglie di rifugiati saranno presto ospitate dalle parrocchie di San Pietro e di Sant’Anna, le due uniche realtà parrocchiali del piccolo Stato oltre Tevere.

A farsi promotore dell’iniziativa il Cardinale Angelo Comastri, arciprete della Basilica di San Pietro, insieme ai parroci, padre Mario Bettero e padre Bruno Silvestrini. Entrambe le comunità hanno avviato la macchina organizzativa, coordinata dal cardinale vicario e dall’arcivescovo elemosiniere Konrad Krajewski ed hanno interpellato l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, guidata dal cardinale Domenico Calcagno, perché si trovino due appartamenti.

Papa Francesco “vuole che vengano messi a disposizione due appartamenti ‘vicinissimi’ al Vaticano per accogliere due nuclei familiari di profughi”, ha detto a “L’Osservatore Romano” il porporato, che è anche arciprete della basilica di San Pietro, spiegando come l’individuazione delle famiglie sia in via di definizione attraverso l’Elemosineria apostolica.

“Il Papa vuole che gli appartamenti siano a lui vicini - commenta il cardinale Comastri - anche per garantire alle persone accolte l’assistenza sanitaria, in modo che essa non gravi sul sistema italiano, e quella materiale, cosicché queste famiglie abbiano tutto il supporto necessario”.

Entrambe affidate a religiosi agostiniani, le comunità di Sant’Anna e di San Pietro vantano già un lunga storia di ospitalità e di accoglienza. “Sono felice, molto felice: Papa Francesco - ha spiegato padre Bettero - chiede a tutti di fare un gesto bellissimo per il giubileo. Faremo il meglio possibile”. San Pietro, ha aggiunto, è “una parrocchia un po’ speciale: c’è un piccolo territorio e poi la chiesa”, cioè la basilica vaticana: “Tantissima gente quando è aperta, nessuno quando è chiusa”.

La vita “parrocchiale” del Vaticano si svolge soprattutto a Sant’Anna. “Il Papa ci ha risvegliati dal torpore del guardare - dice padre Silvestrini - e siamo tornati all’aiuto alle persone, per restituire loro la dignità”. E in proposito confida: “Oltre alla casa cercheremo di trovare anche un lavoro per il capofamiglia”.

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