Città del Vaticano , 21 February, 2020 / 10:40 AM
"Il Pontificio Consiglio dei Testi Legislativi, attraverso iniziative diverse, si impegna a offrire il suo aiuto ai Pastori delle Chiese particolari e alle Conferenze Episcopali per la corretta interpretazione e applicazione del diritto; più in generale, nel diffondere la conoscenza e l’attenzione verso di esso. È necessario riacquisire e approfondire il senso vero del diritto nella Chiesa, Corpo Mistico di Cristo, dove la preminenza è della Parola di Dio e dei Sacramenti, mentre la norma giuridica ha un ruolo necessario, ma subordinato e al servizio della comunione". Papa Francesco accoglie con queste parole, in Vaticano, i Partecipanti alla Plenaria del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi.
Il tema affrontato in questa plenaria è la revisione del Libro VI del Codice di Diritto Canonico, "De sanctionibus in Ecclesia".
Il Pontefice ribadisce dunque l'importante ruolo dei testi legislativi per la Chiesa. "Far conoscere e applicare le leggi della Chiesa non è un intralcio alla presunta efficacia pastorale di chi vuol risolvere i problemi senza il diritto, bensì garanzia della ricerca di soluzioni non arbitrarie, ma veramente giuste e, perciò, veramente pastorali. Evitando soluzioni arbitrarie, il diritto diventa valido baluardo a difesa degli ultimi e dei poveri, scudo protettore di chi rischia di cadere vittima dei potenti di turno", sottolinea Papa Francesco.
"E vediamo oggi in questa aria di guerra mondiale a pezzetti, vediamo come sempre c'è la mancanza del diritto, le dittature nascono e crescono senza diritto, nella Chiesa non può succedere questo", aggiunge a braccio il Papa.
"Anche il tema allo studio della vostra Plenaria va in questa direzione, per rimarcare che anche la legge penale è uno strumento pastorale e come tale deve essere considerata e accolta.Il Vescovo deve essere sempre più consapevole che nella sua Chiesa, di cui è costituito pastore e capo, è perciò stesso anche giudice tra i fedeli a lui affidati. Ma il ruolo di giudice ha sempre un’impronta pastorale in quanto è finalizzato alla comunione fra i membri del popolo di Dio", dice ancora il Papa.
Per Francesco "la pena canonica ha sempre un significato pastorale e persegue non solo una funzione di rispetto dell’ordinamento, ma anche la riparazione e soprattutto il bene dello stesso colpevole". Il Pontefice conclude l'incontro con un invito: "Il fine del recupero dell’individuo sottolinea che la pena canonica non è uno strumento meramente coercitivo, ma ha un carattere spiccatamente medicinale".
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