Città del Vaticano , 31 January, 2020 / 4:00 PM
“Siate messaggeri di pace”. Il messaggio che Papa Francesco lascia al presidente argentino Alberto Angel Fernandez è eloquente, e il Papa lo ribadisce leggendo le iscrizioni di una scultura prodotta in Vaticano che dona al presidente al termine dell’incontro. Tra i doni del presidente, invece, una statua del Negro Manuel, lo schiavo di Capo Verde che in Argentina scoprì e fu custode della Madonna di Lujan, icona mariana argentina così cara a Papa Francesco che ne ha una riproduzione proprio nella Biblioteca.
Ed è forse una particolare ironia del destino che l’ambasciatore designato presso la Santa Sede sia la diplomatica Maria Fernanda Silva, figlia di una donna di Capo Verde, la prima afro americana argentina a prendere un incarico diplomatico in Vaticano. Per questa visita, però, non c’era ancora l’ambasciatore di Argentina presso la Santa Sede. Dopo il congedo dell’ambasciatore Rogelio Pfirter, che fu anche allievo di Papa Francesco, era circolata la voce che il nuovo ambasciatore sarebbe stato il diplomatico Luis Bellando, e che questo sarebbe stato rifiutato dalla Santa Sede. Poi, si era parlato di Julio Ramon Lascanio Vedia come nuovo ambasciatore. In realtà, sembra che l’Argentina non avesse ancora presentato il suo candidato al Papa. Ed è stato proprio il presidente Fernandez a ufficializzare la proposta di Maria Fernanda Silva, il 30 gennaio, nel suo primo giorno di permanenza in Italia.
Dopo l’incontro con Papa Francesco, il presidente Fernandez e la sua delegazione ha incontrato il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, con il sottosegretario per i Rapporti con gli Stati, monsignor Miroslaw Wachowski.
Si legge nel comunicato della Sala Stampa della Santa Sede che “nel corso dei cordiali colloqui è stato espresso compiacimento per i buoni rapporti esistenti tra la Santa Sede e la Repubblica Argentina.”
Si è parlato della situazione del Paese, “con particolare riferimento ad alcune problematiche come la crisi economico-finanziaria, la lotta contro la povertà, la corruzione e il narcotraffico, la promozione sociale e la tutela della vita dal concepimento”, e si è rilevato “il significativo contributo della Chiesa cattolica a favore dell'intera società argentina, specialmente delle fasce più vulnerabili della popolazione”.
Quindi, la conversazione è virata su “temi di comune interesse in ambito regionale”.
È la prima volta che Papa Francesco incontra Fernandez da presidente, ma non è la prima volta che i due si incontrano. Fernandez ha già incontrato Papa Francesco prima della sua elezione, quando, nell’agosto 2018, fu ricevuto dal Papa nella Domus Sanctae Marthae insieme al dirigente cileno Carlos Ominami e il dirigente brasiliano Celso Amorim.
Questo lascia comprendere la confidenza tra i due. “È un piacere vederla”, ha detto il presidente a Papa Francesco quando questi lo ha accolto nella Sala del Tronetto. E poi, il presidente ha insistito perché il Santo Padre entrasse prima nella Biblioteca. Il Papa ha risposto scherzando: “Prima i chierichetti”.
Quindi, il colloquio privato, seguito dallo scambio di doni. Il presidente Fernandez ha regalato a Papa Francesco un telaio di artigianato fabbricato in un centro che aiuta persone handicappate, due libri sulle caffetterie più importanti di Buenos Aires e un leggio per i libri, una piccola croce, un calendario sulle pari opportunità della fondazione Andar chiamato “Ellas” e una statua del Negro Manuel.
Papa Francesco ha invece regalato una scultura con l’immagine “Siate messaggeri di pace” e poi i testi significativi del pontificato: l’enciclica Laudato Si, le esortazioni apostoliche Christus Vivit, Gaudete et Exsultate e Amoris Laetitia. Quindi, la Dichiarazione sulla Fraternità Umana, che Papa Francesco ha descritto come “molto importante”, e il messaggio per la Giornata Mondiale per la Pace, che il Papa ha firmato personalmente ieri. Fernandez ha chiesto al Papa una dedica particolare, e il Papa gliela ha scritta sulla Christus Vivit. Poi ha letto integralmente dalla Gaudete et exsultate la “Preghiera del Buonumore” di San Tommaso Moro, una delle preferite dal Papa, e la ha lasciata segnata al presidente.
Quindi, il presidente Fernandez è andato in Segreteria di Stato vaticana, mentre Papa Francesco ha proseguito con gli appuntamenti del giorno e ha incontrato il vescovo Carlos José Tissera di Quilmes, che è presidente della Caritas Argentina.
Il tema della povertà era uno dei temi in agenda dell’incontro tra Papa Francesco e il presidente, così come la collaborazione tra Chiesa Cattolica e governo per uscire dalla crisi economica del Paese.
Fernandez cercava anche un appoggio della Santa Sede nei negoziati per ridurre il debito estero, e puntava ad una diretta partecipazione della Chiesa alle attività sociali, in particolare al “Piano Argentino contro la fame”.
La richiesta di un appoggio vaticano sulla questione del debito estero arriva alla vigilia di un incontro alla Pontificia Accademia delle Scienze, un seminario cui parteciperà Kristalina Georgieva, direttore del Fondo Monetario Internazionale, ma anche il ministro dell’Economia argentino Martin Guzman. Il dialogo sarà facilitato dall’arcivescovo Marcelo Sanchez Sorondo, cancelliere dell’Accademia, argentino e amico di Gustavo Beliz, Segretario degli Affari Strategici della presidenza.
L'arcivescovo Sanchez Sorondo ha tra l'altro officiato nella mattina del 31 gennaio una messa nelle Grotte Vaticane cui ha partecipato anche il presidente Fernandez. Si è trattato di una "Messa per la riconciliazione nazionale", in una celebrazione che - ricordavano i presenti - lo stesso Sanchez aveva officiato in Vaticano nel 1972 davanti a Juan Domingo Peron, prima del suo ritorno in Argentina. Nell'omelia, l'arcivescovo ha ricordato la sua conversazione con Peron e come questi abbia descritto il futuro dell'Argentina.
La collaborazione tra Stato e Chiesa in Argentina può funzionare sui temi sociali, ma non sui temi etici: la legge sull’aborto in discussione in Argentina è stata profondamente avversata dall’episcopato argentino, che non ha mancato di far sentire la sua voce anche in un incontro personale con il presidente Fernandez la settimana prima di Natale, al termine del quale i vescovi avevano espresso “sorpresa, sgomento e preoccupazione” per il protocollo sull’aborto non punibile presentato dal ministero della Salute, che – hanno detto i vescovi - “in pratica autorizza l’aborto libero”.
Si attende comunque la nomina di un nuovo ambasciatore di Argentina presso la Santa Sede, e sarà Maria Fernanda Silva, diplomatica di carriera, cattolica e prima donna afroamericana ad entrare nel servizio diplomatico argentino. Silva era stata a fianco dell’ambasciatore Eduardo Valdes nell’ambasciata presso la Santa Sede fino al 2015.
Papa Francesco conosce Silva perché questa era sposata e ha avuto una figlia con un uomo, e poi ha ottenuto la nullità del matrimonio proprio grazie all’arcivescovo di Buenos Aires, che ha seguito anche il percorso dell’uomo verso il sacerdozio.
La scelta di Silva viene dopo il primo passo falso della Casa Rosada, che aveva presentato la possibilità di nominare ambasciatore l’altro diplomatico Luis Bellando, sgradito alla Santa Sede. Non è la prima volta che la Santa Sede rimanda al mittente un ambasciatore argentino: non ricevettero il gradimento anche Alberto Iribarne, proposto da Cristina Kirchner, e Tomas Ferrari, proposto da Mauricio Macrì, che erano entrambi divorziati e risposati.
Le Migliori Notizie Cattoliche - direttamente nella vostra casella di posta elettronica
Iscrivetevi alla newsletter gratuita di ACI Stampa.
La nostra missione è la verità. Unisciti a noi!
La vostra donazione mensile aiuterà il nostro team a continuare a riportare la verità, con correttezza, integrità e fedeltà a Gesù Cristo e alla sua Chiesa.
Donazione a CNA