Città del Vaticano , 13 December, 2019 / 9:00 AM
“Da bambino una volta avevo pensato di farmi prete, ma come altri a quell’età sognano di diventare ingegnere, medico, musicista…solo che io pensavo al Sacerdozio”.
Jorge Mario Bergoglio lo ha ricordato nella sua ultima intervista radiofonica prima di diventare Papa.
Ma la sua vocazione religiosa arriva anni dopo anni dopo, quasi per istinto. Nella stessa intervista lo ricorda così : “ Frequentavo la scuola professionale, studiavo chimica, e un 21 di settembre passai davi alla chiesa di Flores. Era la mia parrocchia ed entrai, quesi d’istinto. Sentii che dovevo entrare. Fu una specie di spinta interiore, una di quelle sensazioni impossibili da spiegare. E mi guardai intorno. Era piuttosto buio quel mattino di settembre. Vidi un prete venirmi incontro. Non lo conoscevo. Non l’avevo mai visto in quella chiesa. Si sedette all’ultimo confessionale a sinistra, rivolto verso l’altare. E in quel momento non so cosa mi successe…fu come se qualcuno mi afferrasse da dentro ami trascinasse verso il confessionale. Non saprei spiegare come andarono le cose. Evidentemente gli raccontai i miei peccati, mi confessai. Non so dire di preciso come si svolse l’incontro, ma alla fine chiesi al Padre di dove fosse. Sono di Corrientes- disse- e vivo qui vicino nella casa sacerdotale. Vengo a celebrare la messa ogni tanto in parrocchia. Mi rivelò che era affetto da leucemia, morì l’anno successivo. In quel momento sentii che dovevo diventare prete. E non ebbi la minima esitazione”. Era il 1953.
Un cammino non facile, ci vollero anni per comunicare la decisione alla famiglia ed entrare in seminario. La madre Regina non accolse bene la sua decisione. “ Non ti ci vedo a fare il prete” diceva.
Invece il 13 dicembre del 1969: Jorge Mario Bergoglio, 4 giorni prima del suo 33.mo compleanno, viene ordinato sacerdote.
Ieri alla vigilia dell’anniversario, il cardinale vicario di roma Angelo De Donatis ha scritto un messaggio a nome di tutta la comunità diocesana, cui ci uniamo anche noi di Aci Stampa:
“La Chiesa di Roma non si dimentica di pregare per Lei Santo Padre. Per Lei sale a Dio la preghiera dei piccoli, dei bambini delle nostre comunità, che Lei benedice con affetto di Padre. Sale al Signore per Lei la preghiera dei poveri, che Lei ama in modo privilegiato; la preghiera degli anziani e dei malati, che offrono le loro sofferenze per la Chiesa. Per Lei è la preghiera dei giovani, spinti dal Suo entusiasmo missionario; e delle famiglie, chiamate a vivere la Gioia dell’Amore. Per Lei è la preghiera di tutti noi, pronti a portare il Vangelo della gioia. E la preghiera dei ministri ordinati, chiamati a camminare insieme al Suo passo per le periferie esistenziali della nostra città. Per Lei è la preghiera dei consacrati e delle consacrate, segno di speranza per la nostra Chiesa.
Per Lei, per la Chiesa e per il mondo, è tutta la nostra preghiera, come anche il ringraziamento per come ci sta portando per mano per le vie dell’uomo, “misericordiando”, con uno sguardo di amore e di tenerezza. Una preghiera quotidiana si innalza per Lei, successore di Pietro, da questa sua città. Oggi in particolare rendiamo grazie al Signore per il dono delle Sue mani consacrate cinquanta anni fa, che sono levate in alto per intercedere per noi, e che sono protese verso tutti per trasmettere amore.
Senta queste Sue mani alzate sostenute dalle nostre, ogni giorno, in ogni istante.
Auguri di cuore, Santità!”
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