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Un servizio di EWTN News

Bambini e sviluppo sostenibile, in Vaticano per trovare strategie concrete

Bambini e sviluppo sostenibile. Se ne parlerà a novembre alla Pontificia Accademia delle Scienze in Vaticano. L’appuntamento fa seguito al laboratorio che aprile 2014 le Pontificie Accademie hanno organizzato su “Umanità sostenibile, natura sostenibile”. Una notevole serie di contributi ha prodotto un panorama chiaro delle problematiche e ha sottolineato l'urgenza di agire. Il Workshop non si è spinto fino a chiarire il ruolo dell'educazione nei cambiamenti in atto e non ha avanzato nessuna proposta di azione in questo senso.

Da qui la proposta di continuare il lavoro con l'obiettivo di costruire, tramite l'educazione, una società che includa tutti e nella quale tutti possano trovare le risorse per sviluppare un progetto di vita in armonia con la propria cultura e la propria fede, con i valori universali presenti in ogni cultura e con il rispetto per l'ambiente. I bambini devono sviluppare un approccio di apertura all'altro e questo serve a promuovere la collaborazione tra alunni nel loro rapporto con la consapevolezza civica e mettere al primo posto la collaborazione e la solidarietà sopra ogni forma di egoismo competitivo.


In molti paesi si può osservare che “l'educazione allo sviluppo sostenibile" sta già iniziando a far parte dei programmi educativi. Dal momento che la scienza ha un ruolo essenziale nell'accettare e comprendere le questioni, l'educazione scientifica di bambini e adolescenti, così come dei loro genitori sembra essere al centro dell'azione. Da questo contesto è partita l'idea di questo nuovo Workshop organizzato dalla Pontificia Accademia delle Scienze.
“I progressi nell'educazione in genere sono lenti- spiegano all’ Accademia vaticana-  e gli Obiettivi del Millennio, sviluppati dall'ONU per il periodo 2000-2015 non saranno raggiunti, sebbene ci siano stati dei risultati positivi in varie parti del mondo, Africa e Asia incluse. Nonostante gli sforzi delle accademie scientifiche, dell'Unesco e di alcune istituzioni private, i progressi nell'educazione scientifica sono più lenti. Aumenta il numero di bambini con un'educazione di scarsa qualità a causa di migrazioni di popoli, spostamento di città in città, povertà, guerre, condizioni dei refugiati e altri cambiamenti che hanno a che vedere con una forza lavoro in costante migrazione.

In molti paesi, soprattutto in quelli sviluppati, sorgono movimenti contro la scienza, che mettono in dubbio la capacità degli scienziati di arrivare ad una qualche verità sui fenomeni naturali, dimostrando una scarsa compensione della natura del ragionamento scientifico e una mancanza di fiducia nelle istituzioni scientifiche che fanno circolare i risultati delle ricerche. In altri paesi, i genitori e forse anche le agenzie ufficiali, sulla base di principi religiosi, si oppongono alle prove scientifiche, a danno dei bambini. In entrambi i casi risulta evidente la mancanza di compresione da parte del vasto pubblico della natura della scienza: non è stata trasmessa con un modello educativo adeguato.

I bambini di oggi saranno gli adulti di domani e si troveranno di fronte alle conseguenze delle azioni o inazioni di oggi. Cosa ancor più importante, saranno coloro che dovranno agire e agire in modo adeguato se adeguatamente preparati. L'educazione deve trasmettere speranza, non disperazione o mancanza di prospettive, e deve dare ai bambini fiducia nella loro intelligenza. La speranza e la fiducia nelle capacità umane devono essere basate, prima di tutto, su di conoscenze solide, poi profondamente radicate in un messaggio di natura spirituale, dal momento che vi sono troppi fattori che potrebbero condurre questi bambini, gli alunni delle scuole di oggi, alla disperazione.

Il Vangelo ha una considerazione particolare per i bambini (Mat 19:13-15) e la Chiesa ha sempre trattato l'educazione, non solo quella religiosa, come un dono essenziale all'umanità. La Chiesa stessa ha milioni di studenti che frequentano scuole cattoliche, che possono quindi avere un ruolo significativo.

Nel mondo di oggi la scuola si trova ad affrontare le migrazioni urbane di massa, la rivoluzione digitale, la mancanza di insegnanti qualificati e il loro basso reddito, l'esplosione delle conoscenze scientifiche, i profondi cambiamenti nel mondo del lavoro che richiedono nuove competenze. E' in questo contesto che le scuole dovranno assorbire gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell'ONU, che verranno proclamati in autunno 2015, e riconsiderare l'educazione scientifica che forniscono, per poter gestire questioni complesse ed interdisciplinari che richiedono una nuova visione. Il compito di collegare l'educazione con l'urgenza delle questioni del clima, dello sviluppo, della sostenibilità, occupandosi anche povertà, disuguaglianze e condizioni sociali, è arduo.”

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