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Un servizio di EWTN News

La "Madonna degli Innocenti" di Daphné du Barry, la scultura voluta da Giovanni Paolo II

Nello scorso mese di ottobre si è svolta a Mentone, sulla Costa Azzurra la Biennale d'Arte Contemporanea Sacra. Tra le opere anche quelle di famosi artisti già deceduti come Joan Mirò, Henri Matisse o Salvatore Dalì, ma anche rinomati artisti contemporanei (ad esempio Damien Hirst) e giovani che stanno appena iniziando la loro attività artistica (ad esempio il promettente pittore francese Hugo Bogo).

La Biennale d'Arte di Mentone è iniziata con un evento speciale: l’inaugurazione della scultura "Madonna degli Innocenti" dell'artista olandese Daphné du Barry. Interessante è la storia della creazione di quest'opera, che è associata in modo speciale a Giovanni Paolo II.

A Mentone ho incontrato la scultrice per parlare della sua arte e della “Madonna degli Innocenti”.

Come posso presentarla?

Sono una scultrice classica contemporanea. I miei maestri sono greci e romani, mi sono formata nella Scuola delle Belle Arti a Firenze dal grande maestro italiano, Marcello Tommasi. Ho lavorato nella sua bottega per 7 anni. Avevo già una grande cultura museale frequentando con mio marito Jean-Claude du Barry tutti i musei del mondo. Insomma, ho vissuto da sempre nel mondo dell’arte. Ogni artista ha uno scopo: io ascolto cosa Dio vuole da me. Io sono scultrice che lavora al servizio della bellezza. Il mio scopo è fare delle cose belle per la gloria del Creatore. 

Dove si trovano le sue più importanti opere di carattere religioso?

A Reims, davanti alla cattedrale di san Remigio, si trova la mia scultura “Il battesimo del re Clodoveo”, alla cattedrale di Monaco, il Cristo sulla Croce e sul muro esterno della stessa cattedrale c’è anche il mio ritratto in altorilievo di Giovanni Paolo II, San Giovanni Battista a Malta alla sede dei Cavalieri di Malta e a Strasburgo la statua di Charles de Foucauld, la Vergine del Pollino, la Pietà nella cattedrale di Auch (Francia).

Recentemente a Mentone davanti all’albero “Palace des Ambassadeurs” è stata inaugurata la sua nuova statua “La Madonna degli Innocenti” che in qualche modo è legata alla figura di Giovanni Paolo II. Come mai?

Mi piaceva la figura di Giovanni Polo II e mi affascinava la sua personalità e tutta la sua vita così ricca. Ovviamente l’attentato ha minato la sua salute ma quando mi ha ricevuto in Vaticano nel 1996 era ancora in forma. In quella occasione gli ho presentato il bozzetto della mia scultura che rappresentava il battesimo del Re Clodoveo da santo Remigio preparata appunto per l’anniversario (1500 anni) del suo battesimo. Giovanni Paolo II ha inaugurato la scultura davanti alla cattedrale di Reims durante la sua visita in Francia nel settembre 1996. Successivamente gli ho parlato anche del mio progetto della Madonna degli Innocenti perché il Papa era un grande difensore della vita. Al Papa è piaciuto moltissimo ma io non potevo realizzare la scultura perché non trovavo gli sponsor. Per di più era un argomento che faceva paura: nella Francia laica l’aborto è trattato come un “diritto” della donna. Mi è dispiaciuto che non abbia potuto realizzare questo monumento durante il suo pontificato e soltanto l’anno scorso Liana Marabini, grande mecenate degli artisti e organizzatrice della Biennale d’Arte Contemporanea Sacra, si è offerta di sponsorizzarlo. In questo modo si è potuto fare una scultura in bronzo che oggi si trova davanti all’albergo “Palace des Ambassadeurs” nel centro di Mentone ed è stata inaugurata proprio all’apertura della Biennale di Mentone.            

Come mai questo soggetto: La Madonna degli Innocenti?

Io amo molto i bambini e i bimbi, particolarmente nel grembo della madre, sono senza difesa, sono innocenti. Allora per me questa scultura è la testimonianza che ogni bimbo è sempre un dono di Dio. La Madonna che piange, che stende le mani verso questi bimbi abortiti e li porta nel Cielo.

Io sono stato colpito in modo particolare vedendo i cordoni ombelicali dei bambini, che sono il segno tangibile del legame tra la madre incinta e il bambino che porta nel grembo. Perché ha voluto far vedere i cordoni ombelicali dei bimbi? 

-Perché il cordone ombelicale è appunto il simbolo del legame di ogni madre con il suo bambino. Il legame che è stato spezzato. Ormai nel mondo occidentale l’aborto viene banalizzato, come se si trattasse di una cosa di poco conto, lo prendono alla leggera. Ho incontrato delle donne che hanno fatto l’aborto senza preoccuparsi delle conseguenze e dopo hanno pianto amaramente. Perciò la mia scultura vuole ricordare alla gente che si tratta di un essere umano che vive nel grembo della mamma, che non può parlare né difendersi. Allora io voglio smuovere le coscienze, ricordare che la vita è un dono di Dio, è una cosa meravigliosa. Ovviamente, non voglio giudicare o accusare nessuno.

La sua scultura mi ha ricordato anche il problema della gravidanza surrogata che adesso viene forzata dagli ambienti omosessuali. Come è possibile che la donna che tramite il cordone ombelicale è stata intimamente legata al bambino che faceva parte del suo corpo per 9 mesi possa vendere il frutto del suo grembo o darlo ad una coppia omosessuale?

Non voglio fare delle polemiche ma oggi viviamo nel mondo dove sembra che tutto si possa fare e comprare, dove non ci sono più regole né freni. Ci siamo allontanati dalla legge naturale che vale anche per i non credenti. Dio si è fatto uomo ed è venuto sulla terra ma oggi l’uomo vuole farsi Dio.   

 

 

L’intervista in polacco è stata pubblicata sul settimanale “Niedziela”

 

 

    

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