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Obbedienza, semplicità, amore per l'Eucaristia: Fra Luigi Maria Lo Verde

Raccontare la vita di un giovane è sempre motivo di gioia, soprattutto se questa si è distinta per amore al Signore e santità. Così è stata la vita di Fra Luigi Maria Lo Verde.

Nato il 20 dicembre 1910 a Teoburba (Tunisia) da genitori palermitani. A Palermo, città nella quale il profumo del mare si incontra con la tradizione storica, trascorse tutta la fanciullezza, fino all'età di dodici anni.

Allora, aderendo al seme della vocazione francescana, cresciuta in lui, entra nel Seminario minore dei Frati francescani conventuali.

La vita serafica dell'epoca, molto austera, lo vuole un autentico innamorato di San Francesco ma di più un uomo realizzato e felice della scelta intrapresa.

Povertà, penitenza e molta preghiera scandivano quella esperienza religiosa ,che conduceva il futuro religioso, all'immedesimazione con la vita del Santo di Assisi, che mutò in dolcezza le asperità della propria scelta di amore alla radicalità evangelica.

Postulante, novizio e religioso professo nei conventi nei quali ha dimorato (Mussomeli, Montevago, Palermo) a seguito delle diverse tappe che il cursus di studi prevedeva, tutti lo ricordano con affetto ed ammirazione, per la bontà che traspariva dai suoi occhi dietro candide lenti.

In pochi anni raggiunse le vette della santità, osservando quanto la Regola chiede ed il cuore asseconda. Nulla di più, ma neanche di meno che l'esattezza al proprio quotidiano.

Il padre Catalano, suo direttore spirituale, di lui disse: “le virtù che più spiccavano in lui erano l'obbedienza illimitata, la semplicità quasi infantile e l'amore alla SS.ma Eucarestia , alla Croce ed alla Vergine Madre”.

Dotato di particolari doni, come quello di rivelare il giorno della sua morte, si mantenne sempre umile e gioioso. Prove spirituali, aridità e tentazioni non intralciarono il suo cammino verso il cielo, ma lo confermarono nella scelta fatta, facendolo avanzare sulla via dell'amore a Dio e nel servizio ai fratelli.

Ammalatosi, la malattia lo condusse all'incontro con il Signore. In questo periodo spesso ripeteva: “com'è dolce il passaggio verso il cielo”. Ad imitazione di San Giovanni Berchmans, professo gesuita, morto giovanissimo, fu visto sollevare la Regola, la corona del Rosario ed il Crocifisso e dire: “Sono queste le mie tre armi, con esse morrò volentieri”.

Dopo poche ore di agonia, affrontate con serena uniformità alla volontà di Dio, spirò il 12 febbraio 1932, alle ore 20 e 45 dicendo solamente le parole ”Divina volontà”. Aveva 22 anni.

Vista la devozione dei fedeli ed il buon ricordo lasciato, in chi lo conobbe il 30 marzo 1985 fu aperto il processo di beatificazione che si chiuse il 19 ottobre 1988.

La Congregazione per le cause dei santi, il 21 febbraio 1992, ha emesso il Decreto di validità del processo diocesano, svoltosi nella diocesi di Palermo.

Dal 16 maggio 1992 le sue spoglie riposano nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù alla noce, attendendo le molte persone che in lui vedono, non solo un buon ragazzo, ma un autentico figlio del Serafico Padre San Francesco, che tutti ha accolto, nel suo cammino dalla terra al cielo. Il Santo Padre Francesco lo ha dichiarato venerabile nel 2016.

 

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