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San Raimondo Nonnato, la grande storia del patrono delle ostetriche

San Raimondo Nonnato

La vita, alle volte, scrive la sua storia partendo da fatti molto tristi. Così fu la vita di San Raimondo Nonnato. Tale appellativo nasce dal fatto che, secondo la leggenda sulla sua esistenza, la madre morì prima la nascita del piccolo e che per farlo nascere, dal corpo della donna, fu usata una spada. Il fatto rappresentava una forma particolare di parto cesareo. Da ciò ne derivò  tale denominazione.

Nato a Portell, intorno al 1204, la sua famiglia era imparentata con la nobile casata dei Cardona. Non si hanno notizie precise sulla sua giovinezza fino a  quando introno a 20 anni chiese di entrare nell'Ordine della Mercede. Era il 1224.

L'unico dato che abbiamo è che, fin da giovane, mostrava una buona cultura giuridica e canonistica, tanto da essere inviato a Roma, da parte del suo Ordine, per perorare una causa giuridica.

Entrato in questa famiglia religiosa si dedicò, con amore e passione, ai compiti della novella fondazione, ovvero quello della Redenzione degli schiavi. Questa confraternita era sorta da pochi anni per volontà di San Pietro Nolasco, il cui scopo era  di offrire una risposta a quella difficile realtà sociale. Sorti come Ordine laicale, solamente in un secondo momento divennero un ordine clericale.

All'iniziò del loro apostolato, la vita nell'Ordine della Beata Vergine Maria della Mercede era particolarmente dura in quanto questi uomini si impegnavano anche, con un voto speciale, a riscattare gli schiavi pagando un prezzo: se mancava il denaro necessario, offrivano se stessi in riscatto. Tale sorte toccò sia a San Raimondo che a San Pietro Nolasco,  i quali guardando al Crocifisso, offrirono loro stessi in riscatto come il Signore si offrì per la Redenzione dell'umanità.

Oltre al grande amore per il Cristo, così dimostrato,  il santo spagnolo fu un grande devoto della Madonna  che venerava sotto il titolo della Madonna della Mercede.

San Raimondo compì molte missioni ed almeno in tre ritenute più difficili (una a Valencia e due ad Algeri) riscattò oltre 700 uomini. Terminato il denaro, offrì se stesso rimanendo in schiavitù per più di otto mesi. In tale situazione, sopportando prove atroci, rinforzò la fede dei suoi compagni predicando il vangelo, tanto da venir ridotto al silenzio con un lucchetto posto sulle sue labbra che veniva aperto solo per poter avere una modestissima refezione.

Prove, torture e difficoltà, però, non gli impedirono di poter fare del bene, scegliendo quell'ultimo posto che nel Regno dei cieli è per speciale condizione: il primo.

Liberato dai suoi confratelli, intorno a 1239, e probabilmente creato cardinale nello stesso anno, morì il 31 agosto 1240 nel castello di Cardona, chiedendo ciò che aveva più amato nel corso della sua breve esistenza: l'Eucarestia.

Il suo corpo andò distrutto durante la Guerra civile spagnola. Fu canonizzato il 13 agosto 1669 e viene invocato come il protettore dei parti difficili e delle ostretiche.

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