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Un servizio di EWTN News

La preghiera di Papa Francesco e il caso di Vincent Lambert

Un tweet di Papa Francesco per Vincent Lambert e contro l’eutanasia. Il nome “Vincent Lambert” non è mai presente, ma è chiaro il riferimento all’uomo francese tetraplegico da dieci anni in stato vegetativo cui sono state sospese alimentazione e idratazione.

“Preghiamo – ha scritto Papa Francesco in un tweet del 10 luglio – “preghiamo per i malati che sono abbandonati e lasciati morire. Una società è umana se tutela la vita, ogni vita, dall’inizio al suo termine naturale, senza scegliere chi è degno o meno di vivere. I medici servano la vita, non la tolgano”.

La morte di Lambert arriva al termine di una battaglia legale lunghissima che ha visto contrapporsi i genitori e la moglie dell’uomo. Vincent Lambert è entrato e uscito dal coma nel 2008 a seguito di un incidente d’auto in seguito al quale ha subito danni al cervello irreversibili. È attualmente in stato di coscienza minima e, secondo varie perizie, potrebbe anche migliorare la sua condizione medica. In più, respira in modo autonomo, risponde agli stimoli e non dipende dalle macchine.

Nel 2013, la moglie Rachel, che da tempo non vive più in Francia, ha fatto sospendere l’alimentazione al marito. I genitori di Lambert non ne erano stati informati. Quando lo hanno scoperto, hanno ordinato di riprendere a nutrire il figlio.

La battaglia legale che ne è conseguita ha portato la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ad acconsentire alla sospensione dell’idratazione e dell’alimentazione nel 2015, ma i medici non avevano proceduto per via di ricorsi. Il 9 aprile 2018, i medici dell’ospedale francese CHU Sebastopol di Reims hanno concluso, dopo cinque mesi di procedura collegiale, che continuare a nutrire e idratare Vincent Lambert era una “ostinazione irragionevole”.

I genitori avevano fatto appello alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, mentre nel frattempo varie procedure legali avvenivano a livello locale. Il 24 aprile 2019, il Consiglio di Stato francese afferma che la decisione di sospensione delle cure presa dall’ospedale CHU di Reims sia legalmente giustificata, e conferma allo stesso tempo la decisione del tribunale amministrativo di Châlons-en-Champagne del 31 gennaio 2019, secondo cui "il mantenimento delle cure e delle cure" di Vincent Lambert costituisce "un'ostinazione irragionevole". Il 30 aprile 2019 La Corte europea dei diritti dell'uomo respinge l'appello dei genitori di Vincent Lambert e conferma la decisione presa dal Consiglio di Stato.

Le procedure di interruzione di alimentazione ed idratazione sono sospese il 20 maggio su decisione della Corte di Appello di Parigi, ma è stata poi la Corte di Cassazione Francese lo scorso 28, con sentenza definitiva, che ha sottolineato che è legittimo far morire di fame e di sete Vincent Lambert.

Eppure, c’erano state delle misure provvisorie chieste dalle Nazioni Unite, che la sentenza della Cassazione non ha messo in discussione. Il Comitato ONU per i diritti delle Persone con disabilità, lo scorso 6 maggio, aveva chiesto alla Francia di non interrompere alimentazione e idratazione, ma di voler esaminare il caso.

Gli Stati che aderiscono alla Convenzione, approvata nel 2006, si impegnano a riconoscere, secondo l’articolo 25, “che le persone con disabilità hanno il diritto di godere del più alto standard conseguibile di salute, senza discriminazioni sulla base della disabilità”. Inoltre, s’impegnano a “prendere tutte le misure appropriate per assicurare alle persone con disabilità l’accesso ai servizi sanitari (…) inclusi i servizi di riabilitazione” e a “prevenire il rifiuto discriminatorio di assistenza medica o di cure e servizi sanitari o di cibo e fluidi sulla base della disabilità”.

L’intervento del Comitato era stato possibile grazie al protocollo aggiuntivo della Convenzione stessa, dove è previsto che il Comitato che ne monitora l’applicazione da parte degli stati che l’hanno sottoscritta può ricevere segnalazioni di sue violazioni, procedere per indagare e pronunciarsi nel merito. Non è un parere giuridico vincolante, ma ha un peso giuridico importantissimo.

Papa Francesco aveva fatto riferimento al caso di Vincent Lambert anche al Regina Coeli del 15 aprile 2018, ricordando anche la vicenda del piccolo Alfie Evans. “Affido alle vostre preghiere – ha detto Papa Francesco – le persone, come Vincent Lambert in Francia, il piccolo Alfie Evans in Inghilterra, e altre in diversi Paesi, che vivono, a volte da lungo tempo, in stato di grave infermità, assistite medicalmente per i bisogni primari”. Al piccolo Alfie è stata rimossa la ventilazione il 23 aprile 2018, ed è morto poi il 28 aprile 2018Papa Francesco aveva anche incontrato il padre del piccolo Alfie.

Incontrando l’assemblea plenaria della Congregazione della Dottrina della Fede il 26 gennaio 2018, Papa Francesco aveva ribadito il suo no all’eutanasia.

“Il processo di secolarizzazione – aveva detto Papa Francesco - assolutizzando i concetti di autodeterminazione e di autonomia, ha comportato in molti Paesi una crescita della richiesta di eutanasia come affermazione ideologica della volontà di potenza dell’uomo sulla vita. Ciò ha portato anche a considerare la volontaria interruzione dell’esistenza umana come una scelta di ‘civiltà’. È chiaro che laddove la vita vale non per la sua dignità, ma per la sua efficienza e per la sua produttività, tutto ciò diventa possibile. In questo scenario occorre ribadire che la vita umana, dal concepimento fino alla sua fine naturale, possiede una dignità che la rende intangibile”.

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