Roma , 07 August, 2015 / 2:00 PM
“La Presidenza nazionale dell’Azione Cattolica, insieme con i Presidenti e i Consigli scientifici degli Istituti ‘Giuseppe Toniolo’ e ‘Vittorio Bachelet’, ricorda con commozione e nella preghiera a Cristo la figura prestigiosa di Giovanni Conso, insigne giurista e Accademico dei Lincei, che ha saputo esercitare con alto senso del bene comune delicate responsabilità istituzionali nel nostro Paese e che per molti anni ha contribuito in maniera attiva alla vita dell’Associazione e dei suoi due istituti, condividendone i valori e l’impegno”. Così l’associazione laicale italiana ricorda Conso, scomparso nei giorni scorsi.
“Indimenticati, in particolare, restano gli anni dell’impegno profuso in qualità di Presidente del Consiglio Scientifico dell’Istituto per il Diritto internazionale della pace – fanno sapere dall’Azione Cattolica -, carica che ha ricoperto per lungo tempo, sin dalla sua fondazione. In quella veste, con la passione sincera e il cipiglio risoluto che gli erano propri, non ha mai smesso di far sentire la sua voce per la promozione di una cultura di giustizia e di pace, da realizzarsi in primo luogo sul piano dell’educazione di tutti alla conoscenza e alla necessità di tutelare i diritti umani”.
“Uomo colto, avvezzo alla sobrietà e alla tenacia dei liberi, Giovanni Conso è stato protagonista dei lavori che in sede Onu hanno portato alla stesura e all’approvazione dello Statuto istitutivo della Corte penale internazionale, come ha ricordato lo stesso Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – ricorda l’Azione Cattolica -. La sua morte lascia al Paese in eredità il profilo di una figura di altissimo rilievo culturale, che ha saputo nel corso di tutta la sua vita servire lo Stato e le sue istituzioni democratiche restando sino in fondo fedele alla sua matrice cristiana”.
“In uno dei suoi ultimi interventi come Presidente dell’Istituto Toniolo – spiegano ancora dall’Associazione guidata da Matteo Truffelli - indicava con lucidità e lungimiranza la centralità di uno dei temi cari a Papa Francesco, un’economia a servizio dell’uomo: ‘Siamo abituati a pensare che con i diritti umani l’economia c’entri fino a un certo punto e li interpretiamo guardando soprattutto ai diritti civili e politici, dal diritto di voto alla parità uomo-donna, dalla vita di famiglia alla scuola, tanto è vero che i diritti civili e politici vengono definiti ‘di prima categoria’, mentre quelli economici e sociali sono etichettati ‘di seconda categoria’ e teoricamente tutelati in forme meno solenni ed anche meno forti. Invece, l’aspetto economico è fondamentale: ce ne accorgiamo sempre di più vedendo crescere il peso negativo dei problemi relativi alla fame, alla sete, alla salute, al clima. Se non si fermerà la dissennata corsa al consumismo più cieco, il mondo entrerà nell’orbita di una crisi capace di portare nei prossimi cinquanta anni tragedie incontrollabili’”.
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