Città del Vaticano , 24 May, 2019 / 4:15 PM
“I musei ecclesiastici infatti sono accomunati da una medesima missione: documentare visibilmente il percorso fatto lungo i secoli dalla Chiesa nel culto, nella catechesi, nella cultura e nella carità”. Lo ha ricordato Papa Francesco, stamane, ricevendo in udienza dirigenti e operatori dell’Associazione Musei Ecclesiastici Italiani.
“Il patrimonio storico, artistico e culturale, insieme al patrimonio naturale, è ugualmente minacciato. Esso è parte dell’identità comune di un luogo e base per costruire una città abitabile. Bisogna integrare la storia, la cultura, l’architettura di un determinato luogo, salvaguardandone l’identità originale, facendo dialogare il linguaggio tecnico con il linguaggio popolare. È la cultura intesa non solo come i monumenti del passato, ma specialmente nel suo senso vivo, dinamico e partecipativo”, ha detto il Papa.
Francesco pertanto suggerisce che il museo debba avere “buone relazioni con il territorio in cui è inserito, collaborando con le altre istituzioni analoghe. Si tratta di aiutare le persone a vivere insieme, a vivere bene insieme, a collaborare insieme. I musei ecclesiastici, per loro natura, sono chiamati a favorire l’incontro e il dialogo nella comunità territoriale. In questa prospettiva è normale collaborare con musei di altre comunità religiose. Le opere d’arte e la memoria di diverse tradizioni e stili di vita parlano di quella umanità che ci rende fratelli e sorelle”.
Compito del museo - ha sottolineato ancora il Papa - è quello di concorrere “alla buona qualità della vita della gente, creando spazi aperti di relazione tra le persone, luoghi di vicinanza e occasioni per creare comunità. Nei grandi centri si propone come offerta culturale e di rappresentazione della storia di quel luogo. Nelle piccole città sostiene la consapevolezza di una identità che fa sentire a casa. Sempre e per tutti aiuta ad alzare lo sguardo sul bello”.
Chi lavora nei musei - ha detto il Pontefice - ha una passione “per la cultura, la storia, l’arte, da conoscere e da salvaguardare; passione per la gente delle vostre terre, al cui servizio ponete la vostra professionalità. E anche passione per la Chiesa e la sua missione. I musei in cui operate rappresentano il volto della Chiesa, la sua fecondità artistica e artigianale, la sua vocazione a comunicare un messaggio che è Buona Notizia. Un messaggio non per pochi eletti, ma per tutti”.
“Tutti - ha proseguito - hanno diritto alla cultura bella! Specie i più poveri e gli ultimi, che ne debbono godere come dono di Dio. I vostri musei sono luoghi ecclesiali e voi partecipate alla pastorale delle vostre comunità presentando la bellezza dei processi creativi umani intesi ad esprimere la Gloria di Dio”.
Il Papa ricorda poi l’importanza del dialogo in particolare “con gli artisti contemporanei. È un lavoro di sapienza e di apertura, non sempre apprezzato; è un lavoro di frontiera, indispensabile per continuare il dialogo che la Chiesa sempre ha avuto con gli artisti. L’arte contemporanea recepisce i linguaggi a cui specialmente i giovani sono abituati. Non può mancare questa espressione e sensibilità nei nostri musei, attraverso la sapiente ricerca delle motivazioni, dei contenuti e delle relazioni”.
Ricordiamoci però - ha concluso il Papa - che siamo chiamati a diventare santi, dentro il santo Popolo fedele di Dio. La santità è la più vera bellezza della Chiesa. Una bellezza che dà senso e pieno valore anche al vostro servizio alla Chiesa e nella Chiesa”.
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