Città del Vaticano , 11 April, 2019 / 12:20 AM
Una “mercificazione dell’altro”, che va combattuto dalla Chiesa coordinandosi con società e politica.
Papa Francesco lo ha ripetuto questa mattina ricevendo in udienza nell’Aula Nuova del Sinodo in Vaticano i partecipanti alla Conferenza Internazionale sulla Tratta di Persone, organizzata dalla Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale che si è svolta dall’ 8 aprile e che conclude oggi.
“Tra le manifestazioni più drammatiche di questa mercificazione va annoverata la tratta di persone. Essa, nelle sue molteplici forme, costituisce una ferita «nel corpo dell’umanità contemporanea», una piaga profonda nell’umanità di chi la subisce e di chi la attua.
La tratta, infatti, deturpa l’umanità della vittima, offendendo la sua libertà e dignità. Ma, al tempo stesso, essa disumanizza chi la compie, negandogli l’accesso alla “vita in abbondanza”. La tratta, infine, danneggia gravemente l’umanità nel suo insieme, lacerando la famiglia umana e il Corpo di Cristo".
Un crimine contro l'umanità senza dubitare quindi dice il Papa e riceve un applauso.
Papa Francesco ha ribadito che “chi si macchia di questo crimine reca danno non solo agli altri, ma anche a sé stesso”.
Siamo nati per amare e prenderci cura dell’altro e “ogni scelta contraria alla realizzazione del progetto di Dio su di noi è tradimento della nostra umanità e rinuncia alla “vita in abbondanza” offerta da Gesù Cristo”. Dice il Papa è prendere una scala in discesa andare in giù diventare animali.
Quello dalla Chiesa è quindi non solo un impegno sociale ma una vera missione “evidente nella lotta contro ogni forma di tratta e nell’impegno proteso verso il riscatto dei sopravvissuti; una lotta e un impegno che hanno effetti benefici anche sulla nostra stessa umanità, aprendoci la strada verso la pienezza della vita, fine ultimo della nostra esistenza”.
Il Papa ringrazia l’impegno delle tante congregazioni religiose impegnate a sconfiggere questa tragedia “come “avanguardie” dell’azione missionaria della Chiesa contro ogni forma di tratta” ma c’è ancora da fare: “Gli uffici preposti delle Chiese locali, le congregazioni religiose e le organizzazioni cattoliche sono chiamati a condividere esperienze e conoscenze e ad unire le forze in un’azione sinergica che interessi i Paesi di origine, transito e destinazione delle persone oggetto di tratta.
Una missione rischiosa e anonima dice il Papa, che scherza:a volte i superiori vi guardano male.
Per rendere più adeguata ed efficace la sua azione, la Chiesa deve sapersi avvalere dell’aiuto di altri attori politici e sociali. La stipulazione di collaborazioni strutturate con istituzioni e altre organizzazioni della società civile sarà garanzia di risultati più incisivi e duraturi”.
Infine la preghiera alla santa che ha vissuto la tratta: “Attraverso l’intercessione di Santa Giuseppina Bakhita, ridotta in schiavitù da bambina, venduta e comprata, ma poi liberata e “fiorita” in pienezza come figlia di Dio, invoco su tutti voi e su quanti si impegnano nella lotta contro la tratta abbondanti benedizioni”.
Poi prima della benedizione il Papa ricarda le tante vittime che soffrono la mercificazione.
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