Roma, 06 March, 2019 / 5:10 PM
Con la processione dalla Basilica di Sant’Anselmo fino a quella di Santa Sabina, dove ha presieduto la Messa ed imposto le Ceneri, Papa Francesco ha dato il via alla Quaresima nel giorno del Mercoledì delle Ceneri attraverso la forma della Stazioni Romane.
Nella chiesa di Sant’Anselmo all’Aventino, si tiene un momento di preghiera, cui fa seguito la processione penitenziale verso la Basilica di Santa Sabina. Alla processione prendono parte i Cardinali, gli Arcivescovi, i Vescovi, i Monaci Benedettini di Sant’Anselmo, i Padri Domenicani di Santa Sabina e i fedeli.
Nell’omelia Papa Francesco precisa: “La Quaresima è il tempo per ritrovare la rotta della vita. Perché nel percorso della vita, come in ogni cammino, ciò che davvero conta è non perdere di vista la meta”.
Qual è la rotta? Il Pontefice risponde prontamente: “Forse la ricerca della salute, che tanti oggi dicono venire prima di tutto ma che prima o poi passerà? Forse i beni e il benessere? Ma non siamo al mondo per questo. Ritornate a me, dice il Signore. A me. È il Signore la meta del nostro viaggio nel mondo. La rotta va impostata su di Lui”.
Per ritrovare la rotta, oggi “ci è offerto un segno: cenere in testa”. “È un segno che ci fa pensare a che cosa abbiamo in testa – continua Francesco nell’omelia - I nostri pensieri inseguono spesso cose passeggere, che vanno e vengono. Il lieve strato di cenere che riceveremo è per dirci, con delicatezza e verità: di tante cose che hai per la testa, dietro cui ogni giorno corri e ti affanni, non resterà nulla. Per quanto ti affatichi, dalla vita non porterai con te alcuna ricchezza. Le realtà terrene svaniscono, come polvere al vento”.
Francesco è chiaro: “La cultura dell’apparenza, oggi dominante, che induce a vivere per le cose che passano, è un grande inganno. Perché è come una fiammata: una volta finita, resta solo la cenere. La Quaresima è il tempo per liberarci dall’illusione di vivere inseguendo la polvere”.
Nel “viaggio di ritorno all’essenziale che è la Quaresima”, Francesco ricorda le tre tappe proposte dal Vangelo: l’elemosina, la preghiera, il digiuno. A che cosa servono? L’elemosina, la preghiera e il digiuno ci riportano alle tre sole realtà che non svaniscono. La preghiera ci riannoda a Dio; la carità al prossimo; il digiuno a noi stessi. Dio, i fratelli, la mia vita: ecco le realtà che non finiscono nel nulla, su cui bisogna investire. Preghiera, carità, digiuno: tre investimenti per un tesoro che dura”.
Dove fissare allora lo sguardo lungo il cammino della Quaresima? Conclude Papa Francesco: “Sul Crocifisso. Gesù in croce è la bussola della vita, che ci orienta al Cielo. La povertà del legno, il silenzio del Signore, la sua spogliazione per amore ci mostrano la necessità di una vita più semplice, libera dai troppi affanni per le cose”.
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