Lungro, 13 February, 2019 / 4:30 PM
Si comincia oggi, con una divina liturgia che vede la presenza di due Cardinali e moltissimi vescovi, l’anno giubilare che festeggia il centenario dell’ istituzione dell’eparchia di Lungro degli Italo Albanesi, avvenuta il 13 febbraio 1919 con la Costituzione Apostolica Catholici Fideles di Benedetto XV.
Alla celebrazione di questo pomeriggio prendono parte il Cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, il Cardinale Ernest Simoni, ultimo superstite della persecuzione ateista in Albania, il vescovo Giorgio Domenico Gallaro dell’Eparchia di Piana degli Albanesi, e ancora vescovi di altre regioni italiane, e vescovi dall’Albania, dal Kosovo, dalla Grecia, dall’Ungheria e dall’Ucraina.
Ma sono presenti anche arcivescovi e vescovi della Conferenza Episcopale Calabra, che hanno anche redatto una lettera di augurio per il primo centenario. E ci sarà anche Ilir Meta, presidente della Repubblica di Albania, e gli ambasciatori di Albania presso l’Italia e presso la Santa Sede.
Colpisce una partecipazione così massiccia per una eparchia considerata piccola, che comprende le comunità italo-albanesi rimaste fedeli al tradizionale rito bizantino-greco. Le comunità sono sparse in 4 regioni e cinque diocesi di Italia, conta 44 sacerdoti e 22 religiose, e una trentina di migliaia di fedeli. L’eparca è Donato Oliverio.
Eppure, per quanto la comunità sia piccola, ha una sua storia importante, e rappresenta un fiore di ecumenismo nel Sud dell’Italia, un luogo di incontro tra rito latino e rito bizantino, tra Est ed Ovest.
Lo raccontava proprio Benedetto XV, il Papa che fondò la Congregazione delle Chiese Orientali e il Pontificio Istituto Orientale, e con l’enciclica Maximu Illud segnò l’inizio di un nuovo movimento missionario di cui Celso Costantini fu il promotore incessante con la sua missione in Cina.
Nella Costituzione Apostolica Catholici Fideles, Benedetto XV tratteggiava la storia della comunità, ricordava che “i fedeli albanesi di rito bizantino-greco, che abitavano l’Epiro e l’Albania” erano fuggiti a più riprese dalle dominazioni dei turchi”, erano stati accolti in Calabria e in Sicilia, conservando “i costumi e le tradizioni del popolo avio, in modo particolare i riti della loro Chiesa”, ed è stato un modo di vivere “ben volentieri approvato e permesso dall’autorità pontificia, di modo che essi, al di là del proprio ciel, quasi ritrovarono la loro patria in suolo italiano”.
Le comunità albanesi si cominciano a stabilire in Italia dopo la prima diaspora albanese del XV secolo, ed ebbero inizialmente frizioni con la comunità latina, specie perché gli albanesi d’Italia dipendevano ancora dal patriarcato di Ocrida e dal metropolita ortodosso. Solo con il Concilio di Trento del 1563, le comunità albanesi entrarono nelle giurisdizioni latine, e questo creò un ulteriore inasprimento dei rapporti con i latini. Solo nel XIX secolo la Santa Sede cominciò a occuparsi realmente del problema, fino alla decisione di Benedetto XV.
Per il centenario, è stato presentato un sussidio divulgativo in “Eparchia di Lungro: una piccola diocesi cattolica bizantina per i fedeli italo albanesi precursori del moderno ecumenismo”, un volume in 96 pagine corredato da 260 foto.
Oggi si celebra la Divina Liturgia nella cattedrale San Nicola di Mira in Lungro, che – ha detto il vescovo Oliverio – “che vedrà tutto il popolo dell’Eparchia in festa per celebrare la gloria di Dio e la sua provvidenza verso gli arbëreshë”.
L’11 febbraio le poste vaticane hanno anche emesso un francobollo commemorativo del primo centenario dell’Eparchia di Lungro, mentre a marzo è già annunciata la pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, mentre l’8 maggio, a Roma, saranno presentati due volumi della storia delle Eparchia di Lungro.
E ancora: il 24 maggio, il presidente Sergio Mattarella riceverà una delegazione dell’Eparchia di Lungro, e nello stesso giorno sarà celebrata la Divina Liturgia all’Altare della Cattedra della Basilica di San Pietro, mentre il 25 maggio Papa Francesco incontrerà le comunità in Aula Paolo VI.
Sono queste le celebrazioni dell’anno, che sono cominciate idealmente già lo scorso anno, quando a Lungro si sono incontrati per la 21esima volta i vescovi europei di rito bizantino.
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