Città del Vaticano , 22 December, 2018 / 12:15 AM
“Il nostro pensiero e la nostra preghiera non possono dimenticare le persone che quest’anno sono rimaste vittime di fenomeni calamitosi, così come sentiamo il desiderio di ricordare quei soccorritori che hanno dato la propria vita per salvare quella degli altri”. Così questa mattina il Papa si è rivolto ai membri della Protezione Civile italiana ricevuti in udienza nell’Aula Paolo VI.
“Il territorio italiano - ha osservato Francesco - è caratterizzato dalla bellezza del paesaggio e dalla ricchezza del patrimonio storico-artistico. Questi elementi meravigliosi purtroppo convivono con situazioni di pericolosità e vulnerabilità, che spesso si sommano creando situazioni di rischio potenziale molto elevato. Oggi le scienze e le tecnologie sono in grado di aiutarci a conoscere e prevedere molti fenomeni naturali, ma non sempre queste valutazioni riescono poi a tradursi in interventi di prevenzione che potrebbero ridurre drasticamente i danni alle persone e alle cose. Così, la Protezione Civile italiana non smette mai di ricordarci che la difesa della vita umana e la salvaguardia del territorio e delle infrastrutture non avvengono solo nelle emergenze, ma anche e soprattutto nelle attività di previsione e prevenzione e nella successiva fase di ritorno alla normalità che, malgrado l’impegno di tutti, a volte è più lunga e complessa di quanto si possa immaginare”.
Dopo aver citato l’enciclica Laudato sì il Pontefice ha ricordato che “la missione più importante della protezione civile” è “quella educativa, per fare in modo che in tempo di quiete ciascun cittadino venga formato per conoscere i luoghi di vita quotidiana e possa adottare comportamenti che riducano i rischi per sé e per gli altri”.
Tutti devono impegnarsi: i giovani affinchè possano “vivere in un mondo più solidale e quindi più sicuro”, le istituzioni che hanno il dovere di “programmare il corretto uso del territorio, in alcuni casi anche cercando di rimediare a possibili errori commessi nel passato, molto spesso per carenza di conoscenze, e a provvedere alla sua gestione e costante manutenzione”.
Sono anche necessari - ha aggiunto Papa Francesco - i “piani di protezione civile e la loro diffusione: sono strumenti indispensabili per programmare gli interventi di prevenzione e organizzare la risposta nelle situazioni di emergenza. Spesso l’esercizio di queste funzioni comporta l’assunzione di grandi responsabilità, alle quali corrispondono poche risorse e procedure non sempre lineari”.
L’impegno della La Protezione Civile - ha concluso il Papa - varca i confini dell’Italia, attraverso “un sistema organizzato sulla base del principio di sussidiarietà, e per questo rappresenta una peculiarità che potrebbe ispirare altri settori della vita pubblica. Sedersi con rapidità attorno a un tavolo per concordare e attuare scelte efficaci, superando gli individualismi in vista di un obiettivo condiviso, può diventare il metodo per rispondere con maggior appropriatezza ai bisogni della popolazione nell’ottica del bene comune”.
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