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Un servizio di EWTN News

Papa Francesco: "Accoglienza è responsabilità morale"

Viviamo nell'anno in cui ricorre "il centesimo anniversario della fine della Prima Guerra Mondiale, una tragedia di immense proporzioni che il mio predecessore Papa Benedetto XV non ha esitato a definire una inutile strage. Possano le lezioni apprese dalle due grandi guerre del ventesimo secolo, che hanno portato alla nascita dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, continuare a convincere i popoli del mondo e i loro leader dell’inutilità dei conflitti armati e della necessità di risolvere le controversie attraverso paziente dialogo e trattativa". Lo ha detto Papa Francesco ricevendo in udienza gli Ambasciatori accreditati di Svizzera, Malta, Bahamas, Capo Verde, Estonia, Islanda, Turkmenistan, Grenada, Qatar e Gambia, in occasione della presentazione delle lettere credenziali.

Spero - ha aggiunto Francesco rivolgendosi agli Ambasciatori - che la missione diplomatica "contribuirà al nobile obiettivo di stabilire tra gli uomini una pace fondata sulla giustizia e sull’amore e per apprestare i mezzi necessari per il suo raggiungimento".

Ricordando poi il 70/mo della Dichiarazione Universale delle Nazioni Unite sui Diritti dell’Uomo, il Pontefice ha definito il documento come una guida negli "sforzi della diplomazia internazionale per garantire la pace nel mondo e promuovere lo sviluppo integrale di ogni individuo e di tutti i popoli. I due obiettivi sono infatti inseparabili".

"È essenziale - ha concluso Papa Francesco - che il rispetto per la dignità umana e per i diritti umani ispiri e diriga ogni sforzo nell’affrontare le gravi situazioni di guerra e conflitti armati, di opprimente povertà, discriminazione e disuguaglianza che affliggono il nostro mondo e che negli ultimi anni hanno contribuito alla presente crisi delle migrazioni di massa. Nessuna efficace soluzione umanitaria a quel pressante problema può ignorare la nostra responsabilità morale, con la dovuta attenzione al bene comune, per accogliere, proteggere, promuovere e integrare coloro che bussano alle nostre porte in cerca di un futuro sicuro per loro stessi e per i loro figli. La Chiesa è impegnata a lavorare con ogni interlocutore responsabile in un dialogo costruttivo teso a proporre concrete soluzioni a questo e altri urgenti problemi umanitari, con l’obiettivo di preservare vite umane e dignità, alleviando sofferenze e incrementando un autentico e integrale sviluppo".

Il Papa si è rivolto a Akima Paul Lambert, Ambasciatore di Grenada presso la Santa Sede, classe 1982: primo rappresentante diplomatico presso la Santa Sede; Francis René Blain, Ambasciatore di Gambia presso la Santa Sede; Basil Walter Barnett, Ambasciatore del Commonwealth delle Bahamas presso la Santa Sede; Denis Knobel, Ambasciatore della Svizzera presso la Santa Sede, già ambasciatore in Croazia e Bulgaria; Eurico Correia Monteiro, Ambasciatore della Repubblica di Cabo Verde presso la Santa Sede ed ex ambasciatore in Portogallo; Sigríđur Asdis Snaevarr, Ambasciatore di Islanda presso la Santa Sede ed ex ambasciatore in Svezia e Sudafrica; Atageldi Halianov, Ambasciatore del Turkmenistan presso la Santa Sede e Frank Zammit, Ambasciatore di Malta presso la Santa Sede.

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