Kiev , mercoledì, 13. aprile, 2016 9:00 (ACI Stampa).
Una “emergenza umanitaria” di cui il mondo non si rende conto: questo è quello che avviene in Ucraina nelle parole di Borys Gudziak, eparca della Chiesa greco-cattolica a Parigi. Grato per l’appello ad una colletta straordinaria per la Ucraina, il vescovo greco-cattolico parla con ACI Stampa della drammatica situazione che si vive sul territorio. E afferma: “In tutto il mondo, le parrocchie greco-cattoliche raccolgono fondi e aiuti per l’Ucraina. Ma anche le loro forze sono allo stremo. C’è bisogno di aiuto”.
Ben venga, dunque, la Colletta Straordinaria per l’Ucraina annunciata da Papa Francesco al termine del Regina Coeli dello scorso 3 aprile. Alla colletta, sarà aggiunta una consistente somma di denaro messa disposizione dal Papa, per progetti a favore soprattutto degli sfollati interni. Una iniziativa di cui è stato fatto responsabile il Pontificio Consiglio Cor Unum, incaricato di valutare ed approvare la gestione tecnica dei fondi, secondo progetti vagliati a livello locale.
È il braccio teso di Papa Francesco al popolo ucraino, dopo le incomprensioni dovute alla dichiarazione congiunta con il Patriarca di Mosca Kirill, dello scorso 12 febbraio, che sembrava derubricare la Chiesa greco-cattolica a mera comunità ecclesiale. Ma il sinodo della Chiesa greco-cattolica ha poi ragguardato il Papa della situazione. Da qui l’appello del Papa e l’iniziativa straordinaria.
Dice il vescovo Gudziak che “l’appello di Papa Francesco è molto importante, sia da un punto di vista morale che da un punto di vista spirituale. C’è una drammatica crisi umanitaria in Ucraina”.
Racconta il vescovo: “Dopo la Rivoluzione della Dignità, in cui milioni di persone hanno dimostrato per chiedere un cambiamento di governo; dopo che le autorità del governo hanno ucciso persone, anche con cecchini che sparavano nella piazza principale; dopo tutto questo, il presidente Putin ha reagito per punire questo movimento di dignità”.